Sci di fondo | 13 novembre 2019, 12:27

Fondo - Faustino Bordiga: "Non dobbiamo mai sederci, ma aiutare i giovani collaborando con sci club e comitati"

L'allenatore delle Fiamme Oro a Fondoitalia: "I raduni interforze hanno fatto crescere la qualità degli allenamenti; quest'anno in sede tanti atleti di alto livello come Nöckler, Debertolis, Pellegrini e Alexia Runggaldier"

Foto dal raduno interforze di Moena

Foto dal raduno interforze di Moena

Si è concluso la settimana scorsa l’ultimo raduno interforze, che si è svolto a Livigno. Un’iniziativa accolta con piacere da tutto l’ambiente del fondo italiano, che ha applaudito la scelta di CS Esercito, GS Fiamme Gialle, GS Fiamme Oro e CS Carabinieri di unire le forze in alcuni raduni, per permettere ai propri atleti di allenarsi con un gruppo più folto.

Di questo e tanto altro abbiamo parlato con Faustino Bordiga, allenatore responsabile della squadra di fondo delle Fiamme Oro, che quest’anno ha al proprio interno non soltanto volti noti della Coppa del Mondo di fondo, come Dietmar Nöckler, Ilaria Debertolis e Sara Pellegrini, ma anche una medagliata mondiale del biathlon come Alexia Runggaldier.

Buongiorno Bordiga. In molti hanno applaudito l’iniziativa dei corpi sportivi di mettersi insieme in una serie di raduni interforze. Cosa vi ha spinto a partecipare e qual è secondo lei il punto di forza di questa collaborazione?
«Abbiamo pensato fosse necessario creare un gruppo per svolgere degli allenamenti di alta qualità. Ovviamente questo, oltre a tantissimi pro, può avere qualche contro, in quanto magari allenarsi sugli skiroll con un gruppo folto di atleti può essere complicato, ma l’importante è organizzarsi sempre al meglio. Abbiamo poi pensato fosse interessante permettere agli atleti, ma anche a noi tecnici, di allenarsi in luoghi nuovi. Si sono creati dei nuovi stimoli per gli atleti ma anche per noi allenatori, che abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci con gli altri e avere uno scambio di conoscenze. Credo ognuno di noi ne sia uscito più ricco di idee. È indubbio ci sia stato un miglioramento collettivo, che si rifletterà in modo positivo sul nostro movimento».

Con voi c’erano anche tanti giovani aggregati. Quanto è importante che i corpi sportivi militari e di Polizia contribuiscano alla crescita degli atleti del futuro?
«Secondo me è di fondamentale importanza, perché mettere assieme gli atleti già formati è semplice, trovarli e crescerli è molto più impegnativo. Non dobbiamo mai sederci, ma cercare di aggregare nuovi giovani, aiutare i comitati, collaborare con essi. Certo, il fenomeno naturale come Federico Pellegrino e Giorgio Di Centa lo vogliono tutti, ma ci sono tanti giovani che possono essere formati ed aiutati ad andare avanti ed esprimersi al meglio, perché tra essi sicuramente ci sarà l’atleta di valore del domani. Se invece ci muoviamo con un numero basso di atleti, è più difficile trovare il campione. Oggi poi, secondo me, si tende troppo a cercare l’atleta forte per coccolarlo e mettergli tutto a disposizione, lasciando da parte gli altri, quando dovremmo invece lavorare in un modo costruttivo per tutti. Dobbiamo dare a ognuno la possibilità di esprimersi al meglio, in quanto non tutti maturano presto e ottengono immediatamente i risultati. Nelle altre nazioni sono tanti gli atleti forti, che magari iniziano o arrivano tardi».

Nella squadra di sede avete quest’anno diversi atleti che sono stati spesso protagonisti in Coppa del Mondo.
«Vero, abbiamo degli atleti di altissimo livello, con grandissimi mezzi. Credo che, chi da anni ha fatto parte del gruppo delle nazionali, ha anche avuto dei riscontri positivi dal ritorno nella squadra di sede, in quanto cambiare ambiente dopo tempo può fare bene. Ho visto che gli atleti si sono allenati bene e anche divertiti. Noi abbiamo cercato di assecondare anche alcune richieste, per esempio a Diddi Nöckler abbiamo concesso di allenarsi molto in bici, un tipo di allenamento che a lui piace. Diddi sa cosa serve ma soprattutto ciò che vuole, è tecnicamente bravissimo, deve solo trovare la tranquillità di esprimersi al meglio e ritornare ai suoi livelli, perché non ci sono dubbi sul fatto che sia superiore alla media. La sua presenza ha fatto sicuramente molto bene anche a Mattia Armellini, che ha trovato un ottimo punto di riferimento in allenamento. Stesso discorso anche per Ilaria Debertolis che è tornata ad allenarsi con noi, trovando nuovi stimoli. Sara Pellegrini, invece, pur facendo parte della nazionale, si era allenata con le Fiamme Oro anche nella passata estate. Loro due, insieme ad Erica Antoniol si aiutano moltissimo in allenamento, spingendosi l’un l’altra».

Con loro c’è anche la biatleta Alexia Runggaldier. Come l’ha vista nel corso della preparazione?
«Alexia è tornata ad allenarsi con noi, come aveva fatto alcuni anni fa, quando poi si tolse delle belle soddisfazioni vincendo anche una medaglia mondiale. Ha voluto tanto tornare qui e ha l’obiettivo di ripetere quanto fece proprio nel 2017. Sicuramente per lei, che ha un tiro di altissimo livello, è importante allenarsi con delle fondiste che le tirano un po’ il collo. L’ho vista molto bene, non ha mai mollato tenendo sempre duro. In ogni caso sono felice, perché il gruppo è sempre stato sereno, le ragazze sono state leali tra loro e ci siamo allenati in un ottimo clima».

Chi sono i giovani del gruppo?    
«Abbiamo quattro aggregati, due Under 23 e due Under 20. Si tratta di Leonardo De Biase, Davide Facchini, Matteo Ieso e Ivan Mariani. Mi hanno fatto un’ottima impressione, sono dei ragazzi bravi e molto seri, che si sono impegnati tanto. A proposito di questo, voglio ringraziare Diddi Nöckler che ha dato una mano a questi giovani, è sempre stato molto disponibile con loro, è stato un bel traino e addirittura a qualcuno ha anche prestato i materiali».  

Quali sono gli obiettivi della stagione?
«Innanzitutto l’augurio è che sia un bell’inverno, con tanta neve e gare regolari. Ho diversi obiettivi, che non voglio svelare in quanto sono una persona un po’ scaramantica. Gli atleti sanno cosa voglio da loro»

Giorgio Capodaglio

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