Sport vari | 05 dicembre 2019, 16:17

Doping - Dmitry Medvedev: "Siamo peccatori, ma gli altri paesi sono senza peccato?"

Il primo ministro russo ha parlato in una diretta televisiva: "Abbiamo un problema con il doping e questo è inaccettabile, ma quanto fanno altri paesi viene nascosto sotto il tappeto"

Doping - Dmitry Medvedev: "Siamo peccatori, ma gli altri paesi sono senza peccato?"

Dopo la vicenda legata alla manipolazione dei dati del Laboratorio Antidoping di Mosca, proseguono le polemiche attorno a RUSADA e alla possibile esclusione della Russia dalle competizioni internazionali per quattro anni, che comprenderebbero così le Olimpiadi di Tokyo 2020 e Pechino 2022.

Sull’argomento è intervenuto anche il primo ministro russo Dmitry Medvedev, nel corso di un incontro annuale televisivo con i giornalisti, affermando che la Russia dovrebbe prendere sul serio la possibilità di eliminare coloro che hanno barato, ma aggiungendo anche che gli altri paesi non sono senza peccato.

«Abbiamo un problema con il doping e questo è inaccettabile – ha affermato – dovremmo adottare una linea più dura su questa materia, nei coloro che prendono la decisione di usare queste sostanze. Ricordando che poi la decisione finale spetta sempre all’atleta. Dobbiamo continuare a combattere il doping nel nostro paese perché qui siamo peccatori – ha ammesso – ma gli altri paesi sono senza peccato? Questo è molto fastidioso, perché conosciamo esempi di cose accadute negli altri paesi che vengono costantemente nascoste sotto il tavolo».

Medvedev ha poi aggiunto: «Mi sembra che tutto quanto sia connesso con lo scandalo doping sia legato a una serie infinita contro la Russia. Hanno preso una decisione e ci hanno sospesi. Poi hanno deciso di rivedere gli stessi elenchi e gli stessi campioni, estendere la punizione ad atleti senza alcuna certezza della loro colpa.  È probabile che verrà presa una decisione molto dura per il nostro paese. Naturalmente le nostre autorità sportiva sono incaricate di lottare per i nostri interessi e per quelli di ogni atleta»

Giorgio Capodaglio

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