Notizie | 14 gennaio 2020, 18:01

Fondo – Inchiesta: sarà ancora il fondo lo sport nazionale norvegese nei prossimi decenni?

Johaug, Klæbo e l’armata Norge sono i dominatori nello sci di fondo da parecchi lustri. Ma dietro di loro la situazione non è tutta rose e fiori. Scopriamo come mai in questo report condotto da NRK.

Credit: Flavio Becchis

Credit: Flavio Becchis

Markus Hvistein Johnsen è un vispo ragazzino norvegese di tredici anni che vive a Sandefjørd, nella contea di Vestfold, ridente borgo sito un centinaio di chilometri circa a sud della capitale Oslo. Nonostante la pioggia che sta caratterizzando questo inusuale inverno nella Norvegia centro meridionale, il piccolo Markus quasi ogni giorno si reca agli allenamenti della locale squadra di calcio.

Fino ad un anno fa Markus era ben inserito nelle attività del Runar IL ski club e praticava con buon successo e passione lo sci di fondo o per dirla nel suo idioma il prestigioso “langrenn”.

Il tredicenne scandinavo, col pallone sottobraccio, spiega alla TV norvegese NRK le ragioni di questa sua decisione: “Gli allenamenti di calcio mi tentano di più dello sci di fondo, perché i lavori che facevamo senza gli sci ai piedi non erano più cosi divertenti. Molti miei amici qui a Sandefjord avevano deciso prima di me di giocare solo a calcio lasciando lo sci di fondo. Inoltre la stagione calcistica dura più a lungo.”

Potrebbe non esserci nulla di strano nel cambio di disciplina sportiva effettuato lo scorso anno da Markus. Ma ciò che ha messo in allarme la Tv norvegese in un report trasmesso durante il Tour de Ski sono i numeri pubblicati dalla federazione, che indicano un preoccupante calo di ragazzini che praticano attivamente il “langrenn” in età giovanile.

Markus non è un caso singolo in Norvegia.

Per un paese che da decenni ha fatto dello sci di fondo lo sport nazionale, il campanello di allarme è incominciato subito dopo i Mondiali di Holmenkollen del 2011. In quella fortunata manifestazione iridata i Norge con le stelle Northug, Sundby, Bjørgen, Johaug etc. avevano dominato il medagliere del fondo trascinati con la consueta passione ed il tradizionale entusiasmo lungo l’intero tracciato da tutti i sudditi di Re Harald V.

Da quella data ad oggi, più del trenta per cento dei ragazzi compresi fra i sei ed i tredici anni hanno abbandonato la pratica attiva dello sci di fondo per gareggiare in altre discipline. Se nel 2011 i praticanti attivi ed iscritti nei locali sci club erano 56’995, nel 2018 in Norvegia la cifra si e’ costantemente e paurosamente ridotta a 39’678.

Un trenta per cento di calo dei praticanti che ha fatto nascere spontanea la domanda alla TV nazionale Norge : "Sarà ancora lo sci di fondo il nostro sport nazionale nei prossimi decenni ?"

Analizzando le cifre del gemello biathlon, possiamo dire che lo sci di fondo rimane ancora la disciplina invernale più praticata dai norvegesi. Nella disciplina dei fratelli Bø e di Tirill Eckhoff, nello stesso periodo e nello stesso range di età, vi è stato sì un calo ma più contenuto rispetto al fondo. Nel 2011, i praticanti del biathlon erano 9167. Il numero e’ regolarmente salito fino a raggiungere il picco di 10151 unità nel 2015 per poi scendere nuovamente a 7874 due stagioni or sono.

Le cose non cambiano anche per le altre discipline: anche nello snowboard, fra le giovani generazioni, le cifre ricalcano grosso modo il calo avuto nel fondo seppur con un minor numero di praticanti. Dai 1008 praticanti attivi del 2011, siamo arrivati ai 659 del 2018. Ma ciò che accomuna biathlon e snowboard è il calo congiunto avvenuto anche nelle fasce di età superiore ai 14 anni, calo al momento ancora poco palpabile nel fondo.

La totalità di questi numeri, aggiunti al fatto che dal 2022 nei paesi nordici (Svezia, Norvegia, Finlandia) le gare di Coppa del Mondo si potranno vedere solo a pagamento con probabile perdita di visibilità per buona parte della popolazione, non aiuta certo a contenere o rilanciare l’interesse dei giovani per le discipline invernali.

Torbjørn Skogstad, a capo del comitato dello sci di fondo per la Norwegian Ski Association fornisce un primo giudizio su queste impietose cifre che, a dispetto dei recenti successi di Johaug e Klæbo, minano nel lungo periodo lo sci di fondo Norge: "Conosciamo questi numeri da un po' e li prendiamo molto sul serio. Vediamo che il più grande declino è nel gruppo dei più giovani. Stiamo cercando di mettere in atto misure per vedere se possiamo invertire la tendenza negativa. Sappiamo anche che il calo maggiore si è avuto nella regione del Telemark e nelle regioni meridionali. Alcuni motivi sono ovvi. Se ti guardi attorno, vedi le condizioni della neve che non sono per nulla invernali. Sappiamo bene che quando le persone vedono la neve attorno a loro con un ambiente circostante ottimale, molti iniziano a sciare. Avere buoni inverni sulla neve sono il modo migliore per garantire il reclutamento. Gli inverni brutti sono uno degli argomenti che sono stati evidenziati dalla Federazione quando ci siamo chiesti perché il reclutamento nelle nostre regioni sta fallendo.”

Anche in una nazione dal clima tipicamente nordico dal punto di vista geografico come la Norvegia, il riscaldamento globale sta cambiando le condizioni e le abitudini di buona parte della popolazione. E’ infatti cronaca recente il record di 19° C registrato nella regione di Bergen nella settimana a cavallo fra Natale e Capodanno . In molte zone del sud e nella regione di Oslo la neve non ha ancora fatto la sua comparsa.

A dispetto di queste mutate condizioni climatiche gli sci club norvegesi garantiscono comunque ai propri associati delle ottime condizioni per poter permettere di svolgere al meglio lo sci di fondo sia in inverno che durante l’estate. Infatti secondo un indagine svolta fra gli sci club, il 95% di essi ha tracciati per lo sci di fondo raggiungibili entro mezz’ora di macchina, mentre l’83% nello stesso arco di tempo ha resort e facilities per il fondo a disposizione della popolazione.La stessa indagine dimostra come vi siano ben 79 siti attrezzati per lo skiroll aperti durante l’estate e questo numero e’ ancora in costante crescita.

Ma analizzando nello specifico le cause di abbandono da parte dei ragazzi scandinavi nella pratica dello sci di fondo, in particolare scopriamo che il cambiamento climatico e’ solo una delle cause. Lo scorso autunno, la Norges Skiforbund ha inviato un sondaggio a tutti gli sci club della nazione chiedendo loro quali siano le principali ragioni di abbandono dei giovani dallo sci di fondo.

Per il 77,3% dei club è la concorrenza e l’attrattività di altri sport la causa principale del fallimento nel reclutare nuovi sciatori. Segue con il 30,9% la mancanza di un ambiente sociale per i ragazzi. Altre cause sono i costi troppo elevati con il 22,4%, e gli allenamenti sono troppo orientati solo alla performance agonistica col 14,6%.

Gli sci club norvegesi hanno dunque sentenziato che il “langrenn” non e’ più attrattivo per i ragazzini come lo era in passato.

Se lo sci di fondo dal 2011 al 2018 ha perso più di ventimila ragazzi, al contrario le altre tre maggiori Associazioni sportive del paese, calcio, ginnastica e pallamano hanno tutti guadagnato praticanti con differenti percentuali. Se il calcio ha incrementato di quasi quattromila unità raggiungendo quota 164 mila e la pallamano è cresciuta di più di diecimila ragazzi, è la ginnastica lo sport che ha vissuto un vero e proprio boom di tesserati raddoppiando i propri numeri e sostituendosi con più di sessantamila adepti ai numeri che il fondo aveva nel suo picco del 2011.

Torbjørn Skogstad, non crede che l’economico sia il fattore più importante nel reclutamento verso il fondo fra le giovani generazioni. “Nelle classi fra i sei ed i tredici anni i costi hanno ancora un impatto limitato. Le spese maggiori arrivano dopo, in età junior con i viaggi ed i continui cambi di materiali. In Federazione abbiamo istituito un gruppo di lavoro cercando di valutare al meglio la situazione e cercando di limitare al massimo i costi. E’ sempre difficile essere completamente chiari sui motivi di questo calo di presenze. Pensiamo che la risposta sia molto complessa e dobbiamo analizzarla bene prima della nostra riunione della prossima primavera. Dobbiamo solo rimboccarci le maniche e fare il miglior lavoro possibile per rendere di nuovo attrattivo il nostro langrenn per i ragazzi".

Sul campetto di Sandefjørd, Markus ed i suoi amici, nonostante la pioggia, continuano a giocare allegramente a calcio. Non sono stati ne i costi e neppure la mancanza di tracciati innevati a far uscire Markus dallo sci di fondo. Il calcio ora è al centro degli interessi di Markus e dei suoi amici.

Poco distante dal campetto di calcio, Jenny Carlsen, anch’essa tredicenne e anche lei di Sandefjørd prosegue il suo allenamento sulla lingua di neve preparata alla meglio dal locale sci club. Jenny non si preoccupa della pioggia e non ha in programma di abbandonare il fondo: "E’ uno sport che mi piace e la pioggia non mi disturba, anzi è piacevole avere l’aria fresca che mi batte sulla faccia. Il fondo è uno sport divertente, è veloce e mi piacciono di più le staffette. Quindi gareggiamo su distanze più brevi ma sempre andando molto veloci.“

Rimarrà Jenny Carlsen nel prossimo futuro un “esemplare” in estinzione in un paese che per decenni ha fatto del “langrenn” lo sport nazionale oltre che una vera e propria religione

Paolo Romanò

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