Biathlon | 11 marzo 2020, 08:54

Biathlon - Il punto di Pietro Dutto: "Wierer può vincere la Coppa al poligono; Giacomel e Bionaz, divertitevi e fatevi un bagaglio di esperienza utile per il vostro futuro"

L'ex biatleta, che ha commentato il Mondiale di Anterselva sulle reti RAI, ha detto la sua sulla tappa di Nove Mesto

Biathlon - Il punto di Pietro Dutto: "Wierer può vincere la Coppa al poligono; Giacomel e Bionaz, divertitevi e fatevi un bagaglio di esperienza utile per il vostro futuro"

È tornata la Coppa del Mondo di biathlon con la tappa di Nove Mesto, che ha visto Eckhoff ed Öberg rosicchiare qualche punto a Wierer, mentre Johannes Bø ha virtualmente sorpassato Fourcade in classifica generale. Un weekend, quello ceco, che si è svolto a porte chiuse e ha visto nell’Italia gli esordi molto positivi di Giacomel – straordinario 27° posto nella sprint – e Didier Bionaz. Per commentare le gare ceche, vi proponiamo un nuovo appuntamento con “Il Punto di Pietro Dutto”.

Ciao Pietro. A Nove Mesto è ripartita la Coppa del Mondo: da cosa vogliamo partire?
«Me lo chiedi? Ovviamente dall’esordio dei nostri due giovani».

Giusto. Giacomel e Bionaz sono riusciti a dimostrarsi più che all’altezza della situazione, soprattutto il trentino ha impressionato con la sua grande prestazione al tiro, che non è passata inosservata nemmeno agli atleti stranieri.
«È stato un esordio super positivo per entrambi. Solitamente per molti è complicato disputare la prima gara in Coppa del Mondo, un po’ per la tensione ma anche per le aspettative che un giovane tende a porsi. Forse il fatto che si sia gareggiato a porte chiuse è stato un vantaggio, perché si è creata un’atmosfera diversa, anche dal punto di vista della carica adrenalinica. Sono felice perché entrambi hanno espresso appieno il proprio potenziale. Anzi, Giacomel è andato anche oltre le aspettative perché ha fatto delle serie di tiro davvero esagerate, è stato preciso e velocissimo. Esordire così è da pochi eletti, anche se il prossimo passo sarà dimostrare di poter anche controllarsi di più al poligono quando la situazione lo richiede».

Cosa vuoi dire?
«Questa volta era importante andare lì spensierato e divertirsi, mettere in mostra le proprie doti. Ha fatto vedere di avere una grande velocità al tiro, che in determinate situazioni di gara sarà fondamentale, perché Tommaso sa avere quel rafficone che in un inseguimento o una mass start può fargli recuperare tante posizioni. Ecco nella sua crescita, visto che parliamo di un 2000, sarà importante che in futuro impari anche a controllare il tiro quando dovrà portare a casa lo zero, fondamentale per un biatleta completo. Perché nei prossimi anni, se arriverà a giocarsi come spero qualcosa di importante, dovrà sapersi controllare in certe serie. Un po’ come Dorothea, che tira fuori la serie veloce ma è in grado anche di puntare allo zero. Ma sono solo cose che dico per i prossimi anni, ora è giusto si diverta, segua l’istinto e mostri in Coppa del Mondo i suoi numeri».  

Al di là di questo aspetto, hai qualche altro consiglio da dare a Giacomel e Bionaz dopo questo esordio?
«Posso ripetere quanto ho detto proprio a Tommaso dopo averlo sentito in questi giorni al termine delle gare. Consiglio a entrambi di godersi questi primi anni nei quali approcciano all’ambiente della Coppa del Mondo e divertirsi in gara nel vero senso della parola. Sono competizioni nelle quali dovranno soltanto farsi un bagaglio di esperienze positive e negative, per poi registrare tutto nella loro testa perché tra qualche anno, quando gli verrà richiesto di fare risultato, torneranno utili».

Cosa faresti con questi due ragazzi nella prossima stagione? Lì inseriresti nel gruppo di Coppa del Mondo?
«Sicuramente credo che farebbe bene a entrambi lavorare già in estate con gente che ha più esperienza di loro, quindi non sarebbe sbagliato inserirli già nel gruppo. Poi dovranno essere bravi loro a novembre a prendersi il posto in Coppa del Mondo».

Quanto è importante per questi ragazzi avere in squadra un atleta come Lukas Hofer, che in questi giorni gli ha fatto anche da guida?
«Conosco Luki da anni, è una persona splendida. Sicuramente non si limita solo a dargli dei consigli. Lui è il senatore della squadra, colui che meglio degli altri conosce bene il contesto, tutte le dinamiche fuori e dentro la pista. È importante per questi ragazzi venire accolti bene in questo contesto ed essere introdotti in maniera graduale, sentendosi un fattore di stimolo per tutti e non un disturbo. Ciò fa bene a loro e anche a tutta la squadra».

Parlando degli altri azzurri. Ha destato un’ottima impressione Dominik Windisch, addirittura vicino al podio.
«Si, ha mostrato di essere in netta ripresa. Credo che alcuni atleti, una volta terminato il Mondiale, si siano quasi liberati di un peso e corrano ora in maniera più sciolta per ottenere un bel risultato. Io non credo che sia cambiato nulla dal punto di vista fisico o al tiro, perché la pausa è stata molto breve. Un discorso simile anche per Thomas, autore di una buonissima sprint».

In generale che impressioni hai avuto dalle gare ceche?
«Ho notato parecchia stanchezza derivante dai Mondiali, ma anche le condizioni della neve non hanno aiutato. Ai di là dei materiali dei francesi, per esempio, Jacquelin aveva completamente un’altra sciata rispetto ad Anterselva, dove era al top della forma. Insomma diversi atleti non sono riusciti a tirar fuori una grande performance, perché la stanchezza si è fatta sentire fisicamente e psicologicamente. Ciò ha favorito l’inserimento di outsider come Krcmar o Lægreid, e tra le donne Valj Semerenko».

Dopo la tappa di Nove Mesto, la Coppa del Mondo maschile sembra aver preso la strada della Norvegia, anche perché Johannes Bø è apparso in crescita rispetto al Mondiale. Sei d’accordo?
«Non so se il norvegese stia meglio rispetto al Mondiale o siano in realtà gli altri a essere in calo dopo aver disputato una competizione al top della forma. L’abbiamo visto nella sprint, dove ci sono stati distacchi più alti rispetto alla normalità. A questo punto la Coppa del Mondo sembra prendere la strada della Norvegia, confermando anche il trend della stagione, di un Fourcade che non è più quello di un tempo. Grazie alla sua classe il francese è ancora straordinario nel non sbagliare quando mette un appuntamento nel mirino, ma non è più straripante come una volta. Dovrà accettare nei prossimi anni, se andrà avanti, di avere un ruolo come quello che fu di Bjørndalen nella parte conclusiva della sua carriera, mirando ai grandi appuntamenti, perché non ha più la continuità fisica e psicologica di tre anni fa».

Al femminile abbiamo avuto una Dorothea Wierer sulla difensiva, ma Eckhoff e Öberg ora fanno più paura.
«Abbiamo rivisto una Eckhoff al top, ma Dorothea non mi è sembrata in difficoltà. Le è forse mancata un po’ di lucidità al poligono, perché sarebbe bastato un errore in meno per finire alle spalle della norvegese. Nelle prossime due tappe dovrà essere più fredda al tiro, gestire bene i poligoni, una cosa facile a dirsi meno a farsi. Se pure avesse meno condizione sugli sci, anche se non mi è sembrata molto male, gestendo bene il poligono potrebbe avere un bel vantaggio sulle altre. Credo che dovrà correre sulla difensiva nelle sprint, per poi andare all’attacco nelle tre gare sui quattro poligoni. Per me ha la capacità per vincere al poligono la Coppa del Mondo. L’importante è recuperare al meglio mentalmente, perché credo che a Nove Mesto abbia risentito delle fatiche del Mondiale, in quanto rispetto alle altre non ha avuto il tempo di staccare mentalmente, avendo tantissimi impegni».   

Le avversarie per la generale che impressione ti hanno fatto?
«Sicuramente fanno paura ma sono più altalenanti rispetto a Doro, che, ripeto, può vincere la Coppa del Mondo al poligono. Eckhoff è tornata quella pre Mondiale, ma ad Anterselva ha mostrato grandi problemi, quindi se Dorothea ritrova continuità, può vincere. Öberg è un’ottima tiratrice, l’ha confermato anche domenica, ma al Mondiale abbiamo visto che quando è sotto pressione l’errore è sempre dietro l’angolo».

Credi che aver già vinto la Coppa del Mondo, rappresenti un vantaggio per Dorothea Wierer rispetto alle altre contendenti?
«Si, perché Doro in cuor suo è tranquilla, ha fatto un grande Mondiale, che era il suo obiettivo stagionale, e ha già vinto la Coppa del Mondo lo scorso anno, anche se ovviamente tiene moltissimo a ripetersi. Sa però che in ogni caso la sua stagione è già vincente. Eckhoff, invece, ha si fatto una super stagione, ma alla fine al Mondiale non ha raccolto nulla a livello individuale. Öberg ha salvato il Mondiale in calcio d’angolo dopo aver buttato diverse gare. Entrambe avranno tanta rabbia agonistica, che potrebbe diventare anche il loro punto debole».

Ancora una volta un weekend altalenante per Lisa Vittozzi. Anche se va detto che nella mass start è stata anche sfortunata.
«Lisa continua ad alternare prestazioni positive ad altre negative. Parte ogni volta con grande voglia di rifarsi, ma ne va sempre storta una. Nella sprint l’avevo vista pimpante sugli sci, mentre nella mass start ha avuto questo problema che un po’ l’avrà condizionata. Deve però guardare il lato positivo, perché ogni weekend sta comunque tirando fuori qualcosa di buono. Le manca costanza. Da lei mi aspetto ancora qualcosa in questo finale, un paio di gare al top per riuscire ad approcciare alla preparazione con maggior fiducia».

Nella sprint di Nove Mesto è arrivato il miglior risultato in carriera del cinese Cheng, che ha chiuso sedicesimo.
«Già nel corso della stagione questo ragazzo aveva mostrato delle cose positive e a Nove Mesto ha confermato il suo percorso di crescita, giungendo sedicesimo. Il lavoro di Bjørndalen e Domracheva sta facendo la differenza. Ad Anterselva li ho visti molto presenti sia al poligono sia in pista, tengono molto a fare al meglio il proprio lavoro».

Giorgio Capodaglio

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