Sci di fondo | 28 dicembre 2013, 20:27

E' morto Palmiro Serafini, il purosangue dell'Appennino e della grande squadra di Nilsson e Strumolo

E' morto Palmiro Serafini, il purosangue dell'Appennino e della grande squadra di Nilsson e Strumolo

A 68 anni è morto Palmiro Serafini, il "ragazzino" della "grande squadra" di B.H. Nilsson, l'allenatore svedese che, con il dott. Strumolo come CT, portò la nazionale italiana a battersi alla pari con i nordici e Franco Nones all'oro olimpico della 30 km a Grenoble 1968. Maresciallo degli alpini presso il Centro sportivo di Courmayeur, dove si era sempre distinto per la bonomia tipica degli emiliani, raggiunto il pensionamento aveva aperto con la moglie un negozio di frutta e verdura a Pré St. Didier. Una "roccia" fino a pochi giorni fa, poi un crollo verticale. Un po' tutti i parametri sballati, ricovero urgente in ospedale dove non hanno potuto far nulla per lui. Lo ricordiamo così:
Lo chiamavano il "bello dell'Appennino". Nel periodo di maggior splendore agonistico era considerato il "purosangue dell'Appennino". Modenese, naturalmente, poiché il versante toscano ha sempre puntato sullo sci alpino. Da Zeno Colò al presidente della federazione Gaetano Coppi. Due definizioni entrambe meritate per Palmiro Serafini, classe 1945, nato a S. Anna Pelago e messo sugli sci che aveva soloserafini viso 5 anni. A 6 vinceva già una 2 km a Pavullo. Un talento che non si è bruciato nel tempo. Nel 1964 era nella squadra A azzurra juniores, vinceva un titolo italiano e si classificava al secondo posto nella Coppa Consiglio in Val d'Aosta. L'anno successivo, nei campionati italiani juniores a Caspoggio (Sondrio), al titolo individuale sui 10 km aggiungeva anche quello della staffetta 3x8 km. Con lui Matteo Fontana e Tonino Biondini; con quest'ultimo avrebbe condiviso la nazionale.
Una progressione di successi: si impose infatti anche nelle gare di qualificazione nazionale di Passo Rolle, Ronzone, Selva di Val Gardena, Concei, e nella gara internazionale di Chamonix. Nel '66, al passaggio fra i seniores, altra concatenazione di risultati: 10° nella 15 km di Le Brassus, 8° nella 30 km dell'Alto Adige e 3° nella 15 degli assoluti di Falcade: quanto bastava per entrare nella nazionale A, con Nilsson, serafini 14che da tempo teneva sotto mira il ragazzotto emiliano, e per porsi in immediata evidenza nelle gare norvegesi. Ottavo nella 30 km di Meeraker, 4° nella 12 km di Faaker e 16° nella 30 km di Kolva. Più che il distacco, contenuto sotto i 2 minuti, a impressionare il campione norvegese Brenden, che aveva vinto la gara, furono le stile e la tecnica di Serafini, tanto che ne chiese conto a Nilsson. Temeva, evidentemente, di trovarsi presto fra i piedi un nuovo avversario del quale, fino a quel momento, non aveva potuto prendere le misure.
Non si sbagliava, considerato che Serafini sarebbe stato selezionato per le Olimpiadi e che a Grenoble Nilsson lo avrebbe schierato nella terza frazione della staffetta. Puntava quantomeno a ripetere il terzo posto dei Mondiali di due anni prima, ma la squadra azzurra finì sesta a causa della disastrosa frazione d'avvio di De Florian. Un distacco che costrinse ad una corsa di recupero Nones, Serafini e Stella, che restarono comunque ancora lontani dal podio. Battuti anche dalla Svizzera. Serafini, però, fu autore di una gara maiuscola. Frazione entusiasmante, la definirono i giornali. Perserafini s. anna pelago Gian Paolo Ormezzano, "la partecipazione del primo atleta appenninico ad una gara nordica olimpica costituiva una novità interessante, come aprire un nuovo libro di geografia". Pochi giorni dopo Palmiro si ripeteva. Ai campionati assoluti di S. Anna Pelago, sulle nevi di casa, 3° nella 15 km e 5° nella 30. A Madonna di Campiglio, 3° nella 50 km e vincitore del titolo nella staffetta, corsa per il Centro Sportivo Esercito con i fratelli Aldo e Gianfranco Stella.
Notevoli risultati anche nella stagione 1968-69, specialmente nelle gare scandinave di apertura. Al Monolito, famosa corsa notturna attorno alla città di Oslo,, secondo dietro Nones, fornendo una prestazione che gli meritò i complimenti di Harviken, Martinsen e Goenningen, i campioni norvegesi finiti alle sue spalle. Due suoi capolavori furono la 18 km di Hammerdal (Svezia) e la 21 km di Meraaker (Norvegia). In Svezia, con una temperatura di quasi 50° sottozero, fu 5° assoluto, a 36" da Boelling, che avrebbe poi vinto anche una Marcialonga; in Norvegia 3°, con una prestazione che gli meritò ampio spazio nella cronaca della Gazzetta serafini lundemoperché si era battuto spalla a spalla con Groenningen, Tyldum, Skjemstad, Myrmo e Lundemo (foto), che erano i migliori atleti norvegesi. Fu poi 6° nella 15 km di Faaker (Norvegia), grande protagonista anche a Storhoem (Svezia) e 2° nella staffetta di Foetlinge, dopo aver stabilito il miglior tempo assoluto.
Tornò in Italia con una condizione invidiabile, tanto da vincere la staffetta 4x10 km nella Settimana del Fondo con Nones, Aldo e Gianfranco Stella. Il bis della staffetta, questa volta con Lombard, Kostner e Manfroi, lo fece a Cortina, contribuendo alla vittoria italiana nella Coppa Kurikkala. Altri successi li ottenne nelle sci-alpinistiche di fine stagione: insieme a Livio Stuffer nel 1° Trofeo Parravicini in Alta Val Brembana, e nella 2a "Nordica notturna" di Andalo. Qui precedette i finlandesi Virtanen e Siitonen, altro futuro vincitore della Marcialonga. Quarto infine ai Campionati militari di Andermatt.
SERAFINI MEZZALAMADelle sci-alpinistiche si dimostrò grande specialista, specialmente quando erano durissime come il Trofeo Mezzalama, competizione in onore di Ottorino Mezzalama, pioniere dello sci-alpinismo travolto da una valanga nel 1931, che Serafini vinse nel 1973 con Aldo e Gianfranco Stella. Fu una clamorosa affermazione delle "penne nere" della Scuola Militare di Aosta, che impiegarono 3h40'35" sui 35 km del percorso che si conclude a Gressoney. L'anno successivo, in coppia con Aldo Stella, ottenne la seconda vittoria nel Trofeo Parravicini. Terminò poi la carriera con altre gare nazionali e zonali.

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