La decisione dell’Ibu di non revocare la tappa di Coppa del Mondo a Tjumen, come invece accaduto l’anno scorso, ha scatenato la reazione di tre nazioni perennemente in prima fila nel fronte anti-russo.
Repubblica Ceca, Stati Uniti e Canada hanno tutte annunciato la loro decisione di non presentarsi al via dell’appuntamento finale della stagione, programmato proprio nella "Perla della Siberia".
Il resto del circuito del biathlon invece sembrerebbe intenzionato a prendere parte alle gare conclusive dell’annata agonistica. Lowell Bailey ha allora chiesto direttamente alla Norvegia di unirsi al boicottaggio scrivendo sul suo account twitter: "Norvegesi, prendete una posizione decisa e altri vi seguiranno. Senza un’azione decisa, l’Ibu continuerà a promuovere la corruzione, ignorando l’interesse degli atleti senza proteggere lo sport pulito".
L’appello dello statunitense sembrerebbe però caduto nel vuoto, in quanto sia Johannes Bø che Emil Hegle Svendsen hanno dichiarato di non avere intenzione di disertare le prove siberiane.
Il neo-campione olimpico della 20 km ha spiegato che "L’Ibu decide se una tappa può essere tenuta in Russia oppure no. Se hanno deciso che si può gareggiare, allora il mio dovere è andarci". Il veterano ha invece detto che "con i boicottaggi non si risolve nulla".
Guardando ad altri Paesi, lo stesso Martin Fourcade ha annunciato di voler vincere la settima Coppa del Mondo consecutiva e quindi di essere pronto a gareggiare ovunque. Stesso discorso fatto da Laura Dahlmeier in casa Germania.
Insomma, per il momento il boicottaggio di Tjumen non sembrerebbe fare proseliti. Si vedrà se altri seguiranno la linea di cechi, americani e canadesi.
Lowell Bailey chiede alla Norvegia di boicottare la tappa di Coppa del Mondo di Tjumen

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