Skiroll | 11 agosto 2019, 14:49

Skiroll - Matteo Tanel festeggia il suo splendido Mondiale: "Ho provato forti emozioni"

L'altoatesino ha così commentato l'oro e l'argento conquistati in Lettonia: "La cosa più bella è la consapevolezza di aver dato il centouno per cento delle mie possibilità"

Skiroll - Matteo Tanel festeggia il suo splendido Mondiale: "Ho provato forti emozioni"

È probabilmente l’uomo copertina della spedizione azzurra a Madona, in Lettonia. Matteo Tanel ha concluso il Mondiale di skiroll vincendo le prime medaglie della sua carriera, l’oro nella team sprint in coppia con Francesco Becchis e l’argento individuale nella mass start, dopo il quale era stato inquadrato, mentre era seduto a terra quasi commosso per la sua bellissima prestazione.

L’altoatesino a 26 anni si è tolto una bella soddisfazione, che l’ha ripagato della sua voglia di lottare sempre, di non smettere mai di crederci anche quando ha smesso di essere un fondista professionista e iniziato a lavorare presso la Caserma Huber, Comando Supporti Tattici “Tridentina” di Bolzano. È contagiante l’entusiasmo che abbiamo percepito quando l’abbiamo contattato per commentare questi risultati.

Ciao Matteo e complimenti per i risultati ottenuti, un oro e un argento; cosa si prova dopo un Mondiale del genere?
«Puoi soltanto essere felice quando dopo esserti allenato tanto vieni ripagato in questa maniera. Ho provato delle grandi emozioni. Sabato sera, dopo l’argento nella mass start, nemmeno riuscivo a prendere sonno. Credo di essermi addormentato attorno all’una. Nonostante le poche ore di sonno, però, questa mattina ero convintissimo, sapevo che il mio compagno di squadra (Francesco Becchis, ndr) era in palla. In queste gare lui è il migliore. Quando ci siamo trovati questa mattina per il riscaldamento, abbiamo avuto entrambi delle belle sensazioni. Prima della mass start, invece, sentivo un po’ di agitazione, ma tutto mi è passato non appena ho messo il pettorale di gara. È sempre così, in quel momento, da buon militare, mi concentro su una sola cosa: raggiungere l’obiettivo».

Torniamo alla mass start di ieri nella quale hai vinto l’argento. Al termine della gara ti abbiamo visto seduto per terra con la testa tra le mani, quasi commosso.
«Si, ho provato delle emozioni fortissime, mi sono sentito quasi crollare, stavo per commuovermi. Appena tagliato il traguardo ero soddisfattissimo, non tanto per la medaglia in sé, una cosa bellissima, ma perché avevo la consapevolezza di aver dato il centouno per cento. Ecco, credo sia la cosa più bella in assoluto per un atleta, sentire di aver dato più di quanto credesse di avere. Sono veramente contento».

Descrivi invece quello che hai pensato nel corso dell’ultimo giro di oggi, mentre aspettavi al traguardo l’arrivo di Francesco Becchis.
«Sono sincero, ero tranquillissimo. Oggi ho notato subito che Checco era in grande giornata e quando a cinquecento metri dalla fine l’ho visto nelle prime tre posizioni, ho capito immediatamente che fosse fatta. A quel punto non pensavo nemmeno alle altre medaglie, già sapevo che avremmo vinto, nonostante fossero con lui Andresen e Gustafsson, vincitori rispettivamente della sprint e della mass start. Avevo la certezza che Checco si sarebbe inventato la magia "alla Checco" e così ha fatto passando in un posto dove non l’avrebbe fatto nessuno. È unico».

Alla vigilia del Mondiale avresti mai immaginato di tornare a casa con un oro e un argento al collo?
«Non mi sarei mai aspettato un Mondiale così ma lo volevo. Sapevo che nella team sprint avrei avuto le maggiori possibilità di medaglia. Già nella gara in classico, poi, avevo capito di stare bene. Non posso dire di essere sorpreso al cento per cento perché quando ti alleni bene e hai un obiettivo, se lo raggiungi sei contento ma da una parte è ciò che ti aspetti. Se sai ciò che vuoi, puoi raggiungere tutto. È impressionante quante energie in più possa darti la testa».

Hai qualche dedica speciale?
«Certamente a tutta la squadra, tecnici e atleti, che mi hanno dato la forza e si sono allenati con me in questi mesi. A loro aggiungo una dedica anche alla mia famiglia che è a casa, i miei genitori, i nonni, la mia fidanzata e tutti coloro che mi hanno aiutato in questi anni spendosi tanto per me. Infine anche alla mia Caserma, i miei Comandanti, che mi hanno supportato tanto permettendomi di allenarmi al meglio nonostante il lavoro. Li ringrazio perché mi hanno messo nelle migliori condizioni possibili per presentarmi nella massima forma a questa competizione»

Giorgio Capodaglio

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