È stata sua la prima storica medaglia olimpica dello sci alpinismo italiano. Lunedì scorso Silvia Berra ha vinto la l’argento nella sprint delle Olimpiadi Giovanili Invernali di Losanna, che per la prima volta hanno visto la presenza anche dello ski alp. L’atleta della Polisportiva Albosaggia ha vissuto una giornata che difficilmente dimenticherà, avendo scritto il suo nome nella storia dello sci alpinismo azzurro.
«Sono super emozionata – ha affermato la lombarda a Fondoitalia – anche perché questa medaglia ha un valore ancora più grande, essendo la prima vinta dallo sci alpinismo italiano. Sono ancora più fiera di averlo fatto in una sprint, gara sempre piena di incognite. Ero venuta qui con l’obiettivo di una medaglia, non mi interessava in quale format. Sapevo di essere preparata. Già ai Mondiali un anno fa vinsi l’argento, quindi sono felice di essermi ripetuta».
Albosaggia ha poi festeggiato Silvia Berra e Rocco Baldini al loro ritorno: «Già a Villars era presente Ivan Murada a farci il tifo e nemmeno finita la sprint avevo il telefono caldissimo tra telefonate e messaggi. Anche questo aspetto è stato molto emozionante, come la super accoglienza ricevuta a casa».
Indossare la tutta della nazionale per un evento a cinque cerchi è stato certamente emozionante per Silvia Berra: «È un onore poter indossare la tuta azzurra, un premio a tutti i sacrifici che facciamo, dal momento che il nostro è uno sport di fatica. Sarebbe bellissimo un giorno poterlo fare anche alle Olimpiadi dei grandi, magari nel 2026. Al di là se fossi più o meno presente io, sarebbe bello proprio per lo sci alpinismo».
Quando le abbiamo chiesto se nello sci alpinismo ha un punto di riferimento, la giovane ha risposto con grande maturità: «Non un unico atleta, mi piace osservare un po’ tutti, cogliere i segreti da atleti più esperti. Il mio unico grande punto di riferimento è Ivan Murada».
Sci Alpinismo – Silvia Berra: “Che emozione essere la prima medagliata olimpica dello scialpinismo italiano”
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