Sci di fondo | 02 aprile 2020, 12:43

Fondo - Välbe avverte Nepryaeva: "Si è malata troppo spesso, l'atleta di punta deve prendersi cura della propria salute"

La presidente del fondo russo è delusa dai risultati della squadra: "Durkina e Zherebyateva non stanno progredendo come dovrebbero, Nechaevskaya e Kirpichenko hanno avuto risultati scarsi"

Fondo - Välbe avverte Nepryaeva: "Si è malata troppo spesso, l'atleta di punta deve prendersi cura della propria salute"

Non è stato un anno da ricordare per la Russia nel fondo femminile. Con diverse atlete ai box per maternità, la sola Natalia Nepryaeva è riuscita a cogliere risultati di rilievo, salendo sette volte sul podio, prima di ammalarsi nel corso dello Ski Tour scandinavo, perdendo tanti punti e il secondo posto nella generale. Dietro di lei il nulla, le compagne di squadra non sono riuscite a fare quel salto di qualità richiesto in assenza di Belorukova e Sedova.

Delusa Välbe che ha fatto però una critica anche alla stessa Nepryaeva: «Natalia avrebbe conquistato il secondo posto nella classifica generale della Coppa del Mondo se non avesse perso un certo numero di gare per malattia. Ma quando un atleta inizia ad ammalarsi durante la stagione, deve cercare il problema in se stesso. Devi prenderti cura della tua salute in modo molto responsabile, soprattutto se sei l’atleta di punta della squadra nazionale».

Tolta Nepryaeva, la presidente del fondo russo non è soddisfatta della prova del resto del team: «Sono rimasta molto delusa dalle ragazze, le stesse Durkina e Zherebyateva non hanno mostrato parte del loro potenziale. Alla loro età dovrebbero fare qualche progresso ogni anno, ma finora non è stato così. Nechaevskaya e Kirpichenko hanno avuto invece dei risultati scarsi».

Välbe può sorridere pensando al ritorno di Sedova e Belorukova: «Non vediamo l’ora che ritornino nella prossima stagione. È stato difficile senza di loro, nonostante ciò è impossibile giustificare i nostri scarsi risultati. Ho parlato ad entrambe, hanno un grande desiderio di ritornare a gareggiare».

Giorgio Capodaglio

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