Combinata | 20 giugno 2020, 18:17

Combinata Nordica - Conosciamo Annika Sieff, componente della prima storica Squadra A femminile

La trentina, neo tesserata per le Fiamme Oro, si racconta a Fondo Italia: "Felice di essere entrata nella prima Squadra A femminile, significa che i tecnici hanno apprezzato il mio lavoro"

Credit: Dylan Burns - OIS

Credit: Dylan Burns - OIS

La prossima sarà una stagione storica per la combinata nordica, che farà un grandissimo passo avanti verso la parità di genere, grazie alla nascita della Coppa del Mondo femminile e l’assegnazione alle donne delle prime medaglie mondiali. Anche in Italia, quindi, si è creata per la prima volta una squadra femminile, formata dalla veterana, nonostante la giovane età, Veronica Gianmoena, con Daniela Dejori e Annika Sieff, rispettivamente classe 2002 e 2003. Con loro si sta allenando anche Lena Prinoth, considerata di “interesse nazionale”.
Anche i corpi sportivi stanno guardando sempre con maggiore interesse a questa disciplina anche al femminile, come dimostra la decisione delle Fiamme Oro di tesserare da aggregate due delle atlete azzurre, Veronica Gianmoena ed Annika Sieff, insieme al giovane 2001 Domenico Mariotti, della Squadra B maschile.
Per parlare di tutto ciò, la redazione di Fondo Italia ha contattato una delle giovani protagoniste del gruppo azzurro, Annika Sieff, per conoscere le emozioni dell’atleta trentina che si appresta a vivere una stagione storica per il suo sport.

Buon pomeriggio Annika. Si è appena concluso il raduno a Riva del Garda, come sono andate le cose?
«È stato bellissimo, anche per come siamo state accolte dal proprietario dell’albergo che ci ha ospitate, l’EcoHotel Primavera, che ringrazio per come ci ha aiutate, organizzandoci anche delle attività extra sportive. Altrettanto bello è il rapporto che si sta creando all’interno della squadra. Più che rivali o compagne, siamo delle amiche, ci vogliamo bene e siamo proprio un bel gruppo».   

Sei entrata a far parte della prima storica Squadra A femminile italiana di combinata nordica. Cosa vuole dire per te?
«Sono molto felice, in quanto significa che il direttore tecnico e gli allenatori hanno visto e apprezzato il duro lavoro che ho fatto premiandomi con la convocazione in squadra. Per me rappresenta una bella opportunità, anche perché in alcune occasioni potremo allenarci con grandi atleti come Alessandro Pittin e Samuel Costa. In questa squadra posso imparare tante cose nuove, anche perché sicuramente devo migliorare ancora molto».

Fino alla passata stagione hai gareggiato contemporaneamente nel salto e nella combinata nordica. Cosa ti ha spinto a scegliere quest’ultima?
«Ho sempre gareggiato in entrambe le discipline, perché fino a un certo livello potevo cavarmela bene. Ora, però, le cose si sono fatte più serie e ho dovuto fare una scelta, perché riuscire ad essere competitiva sia nel salto che nella combinata era molto difficile».

Soddisfatta dei risultati ottenuti nella passata stagione?
«Molto, perché alla vigilia insieme al mio allenatore avevamo fissato degli obiettivi, che sono poi riuscita a raggiungere. Certamente avrei potuto fare un salto migliore nella gara degli YOG, ma in ogni caso sono contenta di come sono andate le cose».

A proposito, ci racconti l’esperienza delle Olimpiadi Giovanili di Losanna?
«È stata bellissima sotto tanti punti di vista per l’atmosfera e tutto il resto, è stato qualcosa di speciale. Poi è arrivata la ciliegina sulla torta della medaglia che abbiamo ottenuto con la staffetta di sci nordico. Nei giorni delle gare c’era sempre tanta gente a guardarci, rendendo le cose davvero speciali anche per noi combinatisti, dal momento che in Italia la nostra disciplina è meno seguita rispetto a paesi come Germania, Austria e Francia, dove è considerata quasi al livello degli altri sport».

Nella passata stagione sei stata molto continua, riuscendo a posizionarti spessissimo nelle zone più alte della classifica, ma ti è mancato forse il grande risultato. Sei riuscita a spiegarti il motivo?
«Forse quando arrivavano le competizioni più importanti mi mettevo troppa pressione, in quanto ci tenevo tanto a fare bene. Questo mi ha sicuramente penalizzata, in particolare sul salto, perché sul fondo ho poco da dire, è stata la mia stagione migliore. Nel salto ho avuto qualche problema con i materiali, ma anch’io ho commesso degli errori nell’esecuzione».  

Sei ancora giovane e ovviamente vuoi migliorare su tutto. C’è però qualcosa in particolare su cui hai deciso di lavorare?
«Sicuramente nella tecnica sul trampolino, l’esecuzione del salto. Nel fondo, invece, voglio continuare così, perché sono migliorata tanto nell’ultimo anno. Se riuscissi a crescere nel salto e continuare a migliorare sugli sci, potrebbero arrivare delle belle cose».

La prossima stagione ci sarà l’esordio della Coppa del Mondo femminile e voi donne gareggerete anche al Mondiale di Oberstdorf. Cosa significa per te preparare una stagione pensando anche a obiettivi del genere?
«Prima di tutto sono felice perché la FIS sta lavorando per metterci al pari dei maschi, una cosa che per noi donne della combinata nordica è un grande traguardo. È bello vivere tutte assieme questo momento della combinata nordica femminile, perché anche con le atlete della altre nazioni siamo una grande famiglia, andiamo tutte molto d’accordo. Per quanto riguarda i possibili obiettivi, al momento penso a divertirmi facendo questo sport che mi piace tanto e lavorare per migliorarmi. Sarà una bellissima esperienza e cercherò di viverla al meglio come tutte. Sono felice di far parte anch’io di questo inizio».

Torniamo indietro nel tempo: come hai iniziato a praticare la combinata nordica?
«Fin da bambina facevo sci di fondo e partecipavo anche ad alcune gare nella zona, come i Valligiani, delle competizioni che si fanno qui in Trentino. Un giorno una mia amica, che faceva già salto, mi propose di provarlo. Sono andata e mi è subito piaciuto quel brivido che si prova nel lanciarsi dal trampolino e quella sensazione di volare. Ho deciso quindi di continuare e fare sul serio, mentre paradossalmente lei ha smesso perché aveva paura (ride, ndr). Dato che già facevo sci di fondo e mi piaceva, ho deciso di proseguire con entrambe le discipline e fare combinata nordica. Alla fine me la cavavo bene».

È difficile per te conciliare scuola e sport?
«No, perché frequento il linguistico allo Ski & Ice College Val di Fassa, nel quale ci danno una bella mano per quanto è possibile. Ci viene data la possibilità di saltare alcuni giorni di scuola per gare ed allenamenti, possiamo quindi fare più assenze rispetto agli studenti normali. Inoltre se abbiamo problemi a metterci a pari con il programma, c’è un tutor che ci aiuta, oppure a fine anno si possono anche recuperare ore nel pomeriggio».

Hai un idolo nel mondo dello sport, un atleta che segui con particolare interesse?
«Senza dubbi Jarl Magnus Riiber, che è l’atleta più completo nel panorama della combinata nordica. È un esempio per tutti noi giovani che ci avviciniamo alla disciplina, perché sul trampolino è straordinario e anche sugli sci quando c’è da andar forte non si tira mai indietro. Quando avevo letto dalla caduta e dell’infortunio, mi ero preoccupata».

Guardando alla prossima stagione, chi sono secondo te le favorite per la prossima Coppa del Mondo?
«Certamente la grande favorita è Tara Geraghty-Moats, che ha già vinto tantissimo. Alle sue spalle ci sono la tedesca Jenny Nowak, l’austriaca Lisa Hirner e la norvegese Gyda Westvold Hansen, cugina di Therese Johaug. Alla vigilia sono loro, secondo me, le atlete più forti, ma altre potrebbero aggiungersi».

Cosa significherebbe per te se la combinata nordica entrasse a far parte del programma olimpico di Milano-Cortina 2026?
«Sarebbe bellissimo se la combinata nordica femminile diventasse una disciplina olimpica. Lo spero tanto, anche perché vorrebbe dire gareggiare in casa su un trampolino che conosco molto bene. Ora però concentriamoci sul presente, so su cosa devo lavorare».

Nelle ultime settimane è arrivato anche il tesseramento da aggregata per le Fiamme Oro, una bella notizia per te e anche un riconoscimento per il tuo sport.
«Si, è una cosa molto importante per la combinata nordica femminile, significa che la Polizia sta guardando con molto interesse al nostro sport. Le Fiamme Oro ritengono che abbiamo i mezzi per fare bene e hanno deciso di investire su di noi. Tesserando due donne, me e Veronica Gianmoena, hanno voluto lanciare il messaggio che loro hanno intenzione di aiutare il nostro sport. Ciò per noi è anche uno stimolo in più».

Squadra A di combinata nordica e tesseramento da aggregata per le Fiamme Oro, per te una base importante sulla quale costruire la tua carriera. Vuoi ringraziare qualcuno?
«Sicuramente dico grazie a tutta la mia famiglia, che mi è sempre stata vicina, così come ai tecnici e gli allenatori che hanno creduto in me. Ovviamente, poi, ringrazio anche le Fiamme Oro per questa bella occasione»

Giorgio Capodaglio

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