Sci di fondo | 25 giugno 2020, 11:15

Fondo - Johaug provocata dal suo allenatore: "Può migliorare nella gestione delle energie"

Ole Morten Iversen, allenatore della squadra femminile norvegese, sta lavorando affinché Johaug migliori nella gestione delle forze: "Tende a partire troppo forte"

Foto di Michele Gaspari

Foto di Michele Gaspari

Johaug deve ancora migliorare su alcuni aspetti. È ciò che pensa Ole Morten Iversen, allenatore della nazionale norvegese femminile, che sta facendo lavorare molto duramente le sue atlete nel raduno di Holmenkollen. Come riferito da NRK, lunedì mattina Iversen ha fatto affrontare cinque giri ad alta velocità alle sue atlete, mettendo loro un nastro sugli orologi per la frequenza cardiaca, per far si che le atlete non avessero alcun aiuto. L’obiettivo di tale allenamento era quello di aumentare la capacità delle atlete di mantenere una velocità costante, solo ascoltando i segnali ricevuti dal proprio corpo, come devono fare anche sulla pista da sci. «Soprattutto quando si gareggia in quota – ha affermato Iversenil rischio più grande è partire troppo forte. La cosa più importante, invece, è saper effettuare il maggior numero di giri ad alta velocità e un finale migliore».

L’allenatore norvegese si è poi concentrato su Johaug, che, secondo il suo parere, dovrebbe migliorare sotto questo aspetto. Iversen ha preso come esempio le prestazioni che la sua atleta ha fatto sui 10.000 metri nell’atletica leggera, confrontando il 32’20”86 di un anno fa e il recente 31’40”67 al Bislett. Nel primo caso Johaug partì velocissima, tanto che nel primo giro corse in 72”, per poi calare nel finale. Nel secondo, invece, la detentrice della Coppa del Mondo di sci di fondo ha corso costantemente in 76”. La differenza l’ha fatta, secondo Iversen, l’aiuto ricevuto dall’atleta da parte degli organizzatori, che le avevano messo delle luci a bordopista per indicarle la velocità da tenere per effettuare il tempo richiesto. Non è passato inosservato, per esempio, che Johaug addirittura aveva staccato le luci nel corso del primo giro per poi rallentare. Il verdetto? Therese tende a partire troppo forte, non sa gestirsi al meglio, ma la sua classe immensa e la superiorità rispetto alle avversarie le permettono di vincere lo stesso.

«Non sono un esperto di atletica leggera – ha affermato Iversenma mi rendo conto che la ragione per cui Johaug ha corso così bene a Bislett sia stata che ha ricevuto un aiuto per tenere il ritmo più basso nella prima parte della gara. Ho visto l’inizio e sono convinto che non avrebbe potuto farlo senza l’aiuto delle luci. Lei era partita subito veloce, quindi le è stato molto utile ottenere quell’aiuto. L’obiettivo era quello di correre senza intoppi, ma per lei (risparmiarsi, ndr) all’inizio è difficile. Quindi, è una di quelle atlete che potrebbero trarre beneficio dal conoscersi meglio in alcune situazioni».
Johaug ha risposto: «Sapevo che un anno fa ero andata molto più veloce del dovuto all’inizio, ne ho tratto un insegnamento per la gara di Bislett, dove ho avuto un avvio più controllato per accelerare nel finale».

Iversen è convinto che anche sugli sci Johaug tenda a spendere troppe energie nella fase iniziale della gara: «Per lo più vince comunque, perché ha una classe unica soprattutto in un certo tipo di corse, che la avvantaggia molto. Eppure troppo spesso la vediamo perdere un po’ alla fine». Insomma per Iversen la sua atleta costruisce spesso un grande vantaggio nella prima metà della gara, che poi si stabilizza o diminuisce. L’allenatore ritiene che a Pechino, a 1800 metri, questo potrebbe diventare uno svantaggio, quindi Johaug dovrebbe imparare a gestirsi un po’ meglio. La campionessa norvegese ha però risposto alla provocazione del suo allenatore con il sorriso: «Ma l’importante è vincere, no? Non importa come distribuisci le energie, la cosa fondamentale è essere in cima al podio».

Al di là della battuta, però, Johaug sta seguendo alla lettera il proprio allenatore, da grandissima campionessa qual è, non vuole lasciare nulla al caso e se possibile anche migliorare in quei pochi particolari dove può ancora farlo. 

G.C.

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