Sci di fondo | 25 gennaio 2021, 12:01

Fondo - In Russia levata di scudi in difesa di Bolshunov

Elena Välbe, Markus Cramer ed Evgeny Belov hanno difeso il detentore della Coppa del Mondo: "Ha sbagliato ma il finlandese è stato scorretto; noi russi veniamo sempre accusati di tutto"

Fondo - In Russia levata di scudi in difesa di Bolshunov

In Russia alzano gli scudi in difesa di Alexander Bolshunov dopo il bruttissimo e pericoloso gesto del detentore e leader della Coppa del Mondo nei confronti di Mäki al termine della staffetta maschile di Lahti.

Su Match TV, Elena Välbe si è subito schierata con il proprio atleta. «Bolshunov è stato in qualche modo provocato dalla violazione dell’atleta finlandese – ha affermato la presidente della Federazione Russa di sci di fondo – Alexander non avrebbe dovuto agitare i bastoni, ma ogni persona fatica a contenere le proprie emozioni. Lui è una persona molto calma, per farlo arrabbiare devi impegnarti. Il finlandese l’ha bloccato e ha fatto di tutto fino quando Bolshunov è stato costretto quasi ad andare fuori pista».

Secondo l’ex campionessa del fondo mondiale, anche la Finlandia avrebbe meritato la squalifica: «Se Bolshunov viene squalificato, lo stesso dovrebbe accadere ai finlandesi. Alexander non dovrebbe essere l’unico a chiedere scusa, anche il finlandese aveva torto. Basterebbe trovare la forza di stringersi la mano e finirebbe lì. Una cosa è certa, tutta la squadra è con Bolshunov, nessun compagno ce l’ha con lui».

In un’altra intervista, Välbe ha aggiunto: «Non è facile riuscire a controllare sempre i nervi. So che noi russi veniamo sempre accusati di tutto. Quando si considerano due situazioni identiche, le sanzioni sono obbligatorie se facciamo qualcosa noi russi, non per gli altri. Ci sono delle regole scritte, ma vengono tenute in considerazione a seconda della convenienza. Alla fine della gara abbiamo parlato con Bolshunov, capisce perfettamente che non doveva fare quel gesto. Ma alla fine l’ha solo fatto cadere sulla neve, qui sembra quasi che l’abbia ucciso. Quello che è successo dopo il traguardo, ho visto il video più volte, l’ha appena toccato finendogli addosso, non l’ha picchiato, anche se probabilmente gli è andato addosso apposta. Ma è un momento di nervosismo».

L’allenatore russo Markus Cramer ha puntato il dito contro i norvegesi che hanno attaccato Bolshunov, ricordando loro una squalifica ricevuta da Tønseth ai campionati norvegesi del 2019 per aver colpito con un bastoncino Haga: «Ho sentito cosa hanno detto i norvegesi, una sciocchezza. Ricorda una storia simile con Didrik Tønseth ai Campionati Norvegesi. Mi dispiace che Alexander abbia fatto quel gesto, ma l’intera situazione è iniziata in precedenza quando Mäki ha tagliato la strada a Bolshunov. Se il finlandese fosse rimasto nel suo corridoio questo non sarebbe accaduto. Conosco Alexander, cerca sempre la vittoria, combatte fino all’ultimo centimetro e questa volta le emozioni lo hanno sopraffatto».

Anche Evgeny Belov ha difeso il suo compagno di squadra: «Sostengo pienamente Bolshunov e avrei avuto la stessa reazione se fossi stato al suo posto. Non sono d’accordo con la decisione della FIS di squalificare soltanto la squadra russa, i finlandesi avrebbero meritato lo stesso. Quando noi russi vediamo che solo noi veniamo squalificati e puniti, è più facile che poi si creino situazioni del genere, anche in futuro. Puniranno il paese, ma nessun russo si lascerà calpestare. Se vieni privato di un podio o una medaglia non per colpa tua e chi te ne ha privato resta innocente, di che tipo di pace possiamo parlare? Vorrebbe dire essere un vegetale».

G.C.

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