Salto | 02 maggio 2021, 18:00

Salto con gli sci – Christian Meyer: ”Kvandal tornerà più forte di prima; ha il talento per essere la Nykänen del salto femminile”

Seconda parte del report sulla saltatrice norvegese Kvandal descritta dal suo capo allenatore sotto il profilo tecnico ed umano.

Salto con gli sci – Christian Meyer: ”Kvandal tornerà più forte di prima; ha il talento per essere la Nykänen del salto femminile”

La scorsa settimana vi avevamo illustrato la storia (clicca qui per visualizzare la prima parte) di Eirin Maria Kvandal caratterizzata dalle due terribili operazioni alla schiena, nel Dicembre 2018, e ai legamenti del ginocchio lo scorso mese. In questa seconda parte descriviamo il giovane talento norvegese del salto femminile raccontata sia dal punto di vista tecnico e sia sotto il profilo umano e caratteriale. Per questa operazione ci avvaliamo della preziosa collaborazione del coach norvegese ed ex saltatore di buon livello Christian Meyer.

Proveniente dalla suggestiva Orkdal, piccola località ad una cinquantina di chilometri ad ovest della più conosciuta Trondheim, Meyer debuttò a soli vent’anni in Coppa del Mondo nel 1997 sui trampolini di volo di Tauplitz/Bad Mittendorf centrando subito la zona punti. Due anni dopo ottenne il personal best nel massimo circuito col sesto posto di Zakopane. Dopo aver terminato ancora in giovane età la carriera agonistica ha subito iniziato l’attività di tecnico nazionale in seno alla Federazione Norvegese e da dieci anni allena con grande successo le ragazze scandinave. Fu lui che volle due stagioni or sono Kvandal nel gruppo nazionale a dispetto delle ancora non ottimali condizioni fisiche dopo l’operazione per correggere una scoliosi congenita che a diciassette anni aveva messo la sua carriera in grave pericolo.

Iniziando a descrivere tecnicamente Kvandal, il quarantatreenne tecnico norvegese esordisce con un paragone davvero illustre, pescando proprio il massimo esponente che il salto maschile abbia espresso nella sua storia, ma che ben rappresenta il talento naturale della sua allieva: «Io penso che Eirin abbia la possibilità di essere nel salto femminile ciò che Matti Nykänen è stato in campo maschile per quanto riguarda l’alto livello dei risultati e del talento naturale. Lei ha un corpo adatto per il volo, la sua tecnica nel take off è molto elegante ma allo stesso tempo molto potente, quindi davvero efficace. Il suo livello al momento dello stacco dal dente e nella prima parte del volo è all’altezza dei migliori ragazzi come Halvor Granerud. Lei ha qualcosa di speciale, che io non avevo mai visto prima d’ora. Sfortunatamente ha sviluppato le sue qualità nel salto e la capacità di galleggiare in volo più velocemente di acquisire le giuste abilità in fase di atterraggio e questo si è purtroppo tristemente visto ad Hinzenbach, quando si è gravemente infortunata lo scorso Febbraio. Questo è stato molto difficile da accettare per tutti noi nel nostro team. Ma da grande combattente e lottatrice qual è, Eirin tornerà perfino più forte di prima. Il suo grande traguardo è quello di essere la migliore anche nella fase di landing e nel telemark.»

Il coach nativo di Orkdal si dice sempre deliziato dal modo di vivere gli allenamenti da parte della sua allieva: «Il suo atteggiamento durante ogni seduta di allenamento è sempre positivo. Ogni giorno ci accoglie con un sorriso ed è sempre molto dedita ai suoi compiti da atleta top, lavoraci quotidianamente assieme è il vero sogno per ogni allenatore. Ma dall’altro lato lei sa essere anche molto ostinata.Le piace usare buoni argomenti per sfidare noi allenatori, ma nel modo giusto. Non le piace ricevere feedback positivi quando lei pensa che un salto avrebbe potuto essere fatto meglio, e questa può essere la sua forza ma allo stesso tempo anche una debolezza.»

L’ex saltatore norvegese ora risiedente a Trondheim ci aiuta anche a comprendere Eirin Kvandal dal lato caratteriale, dandoci una visione di questa ragazza al di fuori del suo habitat naturale del salto con gli sci. Anche in questo ambito viene evidenziato un aspetto fondamentale della bionda saltatrice: intelligenza e talento naturale in lei si sono sviluppati di pari passo: «Eirin è una ragazza giovane ma estremamente intelligente, con un grande interesse per molte risposte irrisolte non solo riguardo il nostro pianeta, ma anche lo spazio. Ha sviluppato un grande senso logico nelle cose e gli piace molto allenare la sua mente con test che sviluppano il suo quoziente intellettivo. Con buona probabilità inizierà i suoi studi universitari in Bio-ingegneria nella prossima estate. È una ragazza sempre curiosa che chiede risposte e deve capire, altrimenti non si va avanti. Questo è una sua dote molto interessante.»

Questo suo atteggiamento sempre molto analitico ha molto aiutato Kvandal nel comprendere le ragioni dell’errore in fase di atterraggio che le hanno causato il grave incidente lo scorso 7 Febbraio: «E’ lo stesso errore che ho fatto anche un paio di volte durante la stagione. Essendo molto alta e molto veloce in volo dopo lo stacco ritardo nell’alzare il corpo in fase di landing. Ma mi sentivo pronta. Certo, in seguito potevo pensare che fosse sbagliato, ma quel giorno ho sentito che fosse la scelta giusta.» A seguito della caduta avvenuta ad Hinzenbach con conseguente rottura del legamento crociato, del menisco e del legamento collaterale del ginocchio destro per Kvandal è già iniziato un lungo periodo di faticosa riabilitazione dopo l’operazione cui è stata sottoposta al St. Olavs Hospital di Trondheim.

Eirin è ben consapevole che in genere ad un saltatore occorre quasi un anno intero per poter tornare a gareggiare dopo una complessa operazione come quella a cui lei è stata sottoposta e che le Olimpiadi di Pechino che inizieranno a Febbraio 2022 sono per lei a forte rischio, ma non vuole assolutamente arrendersi. «So che questo è un periodo buio per me, ma non voglio rassegnarmi a queste generiche previsioni. Questo lungo e difficile lasso di tempo non fermerà la mia voglia di tornare a saltare. Farò tutto il lavoro e gli esercizi necessari per tornare perfino più forte di prima. Ad Hinzenbach non è stata l’ultima volta che mi sono seduta sulla stanga di partenza. Ovviamente la riabilitazione non è divertente ma io voglio solo pensare al futuro» conclude con convinzione la giovane saltatrice scandinava.

Paolo Romanò

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