Non soltanto la nazionale norvegese. In occasione della giornata che abbiamo passato a Lavazè la scorsa settimana, abbiamo avuto l’opportunità di parlare anche con Sebastian Samuelsson. Lo avevamo già visto da solo sugli skiroll, mentre da Varena saliva la strada verso il passo, seguito a distanza da Mona Brorsson, partita con lui insieme ad altre tre persone, compresa la fidanzata dello stesso Sebastian. Successivamente avevamo avuto modo di rivederlo andare a tutta in pista, solo skiroll senza fermarsi a sparare al poligono, se non rallentando solo per osservare un attimo i suoi amici e rivali norvegesi.
Nel pomeriggio, siamo quindi riusciti ad intervistarlo, quando ci siamo recati a pranzare all’Alpen Cafe di Lavazé, dove il campione svedese stava soggiornando, grazie anche ai proprietari del locale che lo hanno avvertito della nostra presenza. Con lui abbiamo affrontato diversi argomenti, dalla quota e l’importanza di allenarsi ai 1800 metri di Lavazè, alle Olimpiadi di Pechino che affronterà con maggiori pressioni rispetto a quattro anni fa, passando per l’importanza dell’ultima stagione nella quale è tornato ad alti livelli, fino ad arrivare ad un pensiero sulla nazionale svedese sempre più in competitiva.
Biathlon – Sebastian Samuelsson a Fondo Italia: “Ho maggiori pressioni rispetto a Pyeongchang, ma è una cosa positiva”

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