Sta continuando a far discutere, quanto svelato da Marit Bjørgen nella sua autobiografia appena pubblicata, "The Winner’s Heart: The Marit Bjørgen Story". La pluridecorata campionessa norvegese ha infatti raccontato un episodio fino a oggi sconosciuto, riguardante Lahti 2017, quando un suo campione di urina conteneva tracce di 19-norandrosterone, una sostanza che migliora le prestazioni vietata dalla WADA. Dopo un colloquio rimasto segreto, come da regolamento, Bjørgen e lo staff medico norvegese hanno mandato le loro spiegazioni, chiarendo che ciò era dovuto all’assunzione di Primolut-N, farmaco utilizzato per spostare le mestruazioni. A quel punto nessuna accusa è stata avanzata dalle autorità antidoping.
In tanti hanno commentato la vicenda. A DailySkier è intevenuta in merito anche Elena Välbe, che ha sempre avuto un ottimo rapporto con Bjørgen, stimandola come atleta. L’ex fondista, oggi presidente della Federazione Russa di sci di fondo, è stata piuttosto critica in merito a quanto accaduto: «Sono un po’ sotto shock per la notizia. L’ho sempre considerata e continuerò a considerarla una grande atleta, ma ho delle domande serie da rivolgere alle persone che decidono cosa costituisce doping, a quali condizioni e quale punizione deve essere inflitta».
Välbe dopo le rivelazioni di Bjørgen: “Avrei delle domande da porre a chi decide cosa costituisce doping”

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