Sci di fondo | 19 febbraio 2022, 09:11

Sci di Fondo, Olimpiadi Pechino 2022 - Gloria per Bolshunov, è sua la 30 km! Ma che eroe Krüger, terzo!

Sci di Fondo, Olimpiadi Pechino 2022 - Gloria per Bolshunov, è sua la 30 km! Ma che eroe Krüger, terzo!

Alexander Bolshunov è il campione olimpico della 30 km maschile, in realtà 28,4 km. No, non è un errore, la gara è stata ridotta di venti chilometri, in quanto le cattive condizioni metereologiche, la temperatura bassa sommata a un forte vento, hanno spinto gli organizzatori a cambiare il programma della competizione. Le forti folate di vento hanno mandato di continuo la neve sul volto degli atleti, talmente coperti da poterli riconoscere, nella prima parte della competizione, soltanto attraverso il pettorale di gara.

Il russo si è imposto grazie a una fantastica azione finale, mettendosi alle spalle un bravissimo Yakimushkin e un eroico Krüger, capace di salire sul podio nonostante lo stop forzato per il covid-19. Dopo una gara durissima, in dieci erano rimasti nel gruppo di testa al via dell'ultimo giro. Bolshunov prendeva in mano la situazione, iniziando una lunga azione in testa, senza mai voltarsi, che via via mandava in difficoltà tutti gli avversari. A 3 km dall'arrivo erano con lui Krüger, Yakimushkin, Røthe e Maltsev, ma sull'ennesima azione anche gli ultimi due erano costretti ad alzare bandiera bianca. Così all'ultimo chilometro, Bolshunov rilanciava ancora, riuscendo finalmente a scrollarsi di dosso uno straordinario Krüger e anche il suo compagno di squadra Yakimushkin, bravissimo poi nel finale ad avere la meglio sul norvegese.

Una gioia enorme per Bolshunov, la definitiva consacrazione, in una Olimpiade nella quale ha vinto due ori individuali e quello in staffetta, un trionfo. Il russo si concedeva così anche l'inchino finale mentre tagliava il traguardo. Uno stato d'animo opposto a quello di un anno fa, quando quel contatto con Klæbo non gli permise di giocarsi fino in fondo le proprie possibilità di successo in una 50 km troppo polemica. L'argento, arrivato a posteriori non valse per lui nemmeno come magra consolazione. Vederlo col volto scuro, al limite delle lacrime, insieme a sua moglie e all'allenatore Borodavko, dava l'idea di un atleta che si sentiva privato di un sogno. Oggi quell'evento lo ha messo definitivamente da parte, il russo è campione olimpico anche se su 30 km, anziché 50, ma poco cambia, è entrato nella storia. 

Alle sue spalle un bravissimo Yakimushkin, molto attivo nel corso della gara, e l'eroico Krüger. Il norvegese ha dimostrato fin dall'inizio di esserci, nonostante lo stop covid, che l'aveva costretto a saltare lo skiathlon, format nel quale aveva vinto l'oro olimpico a Pyeongchang. Krüger ha provato fino alla fine a mettere in difficoltà Bolshunov, non trovando per una volta l'aiuto dei compagni di squadra, dal momento che Holund e Klæbo sono presto usciti fuori dai giochi, con quest'ultimo che si è anche ritirato, non completando l'impresa di chiudere sei gare su sei su questa pista durissima. Solo nel finale, di fronte alla progressione di forza di Bolshunov, Krüger è stato costretto a rinunciare al sogno per l'oro, ma questo bronzo forse vale anche più di quella splendida medaglia vinta in Corea del Sud. Il norvegese non ha mai mollato, ha creduto in se stesso nonostante la positività al covid, ha continuato a lottare anche quando la logica gli avrebbe suggerito di restare a casa, ha raggiunto la Cina e alla fine disputato una prova memorabile. Ecco, quando volete descrivere questi campioni dello sci di fondo, fare un esempio del loro coraggio, della capacità di andare oltre la fatica, fate il suo nome: Simen Hegstad Krüger.

Alle loro spalle da sottolineare le belle prestazioni di Maltsev, che si è confermato in ottime condizioni fisiche, e Røthe, che ha riscattato lo skiathlon, nel quale non era pervenuto. Sesta piazza per Spitsov, uno dei più attesi alla vigilia, ma mai realmente protagonista. Si pensava che fosse sempre coperto per risparmiare energie e andare all'attacco nel finale, invece non ne aveva per lottare per le medaglie. Settima piazza per un ottimo Parisse, molto attivo soprattutto all'inizio, come il connazionale Manificat, giunto decimo, per una Francia sempre più da prendere come esempio. Ottavo un fantastico Scott Patterson, lo statunitense al miglior risultato della sua carriera. Nona posizione per William Poromaa, classe 2000, e qualcosa in più di una semplice speranza per la Svezia in vista del prossimo quadriennio olimpico.

Merita una menzione la quattordicesima posizione di Dario Cologna, che si è fatto anche vedere nelle posizioni di testa del gruppo nella prima parte di gara. È stata l'ultima competizione olimpica della sua straordinaria carriera.

Due gli italiani al via. Giandomenico Salvadori è stato autore di una buonissima gara, giungendo 18° a 3'16". Bravo il trentino delle Fiamme Gialle, che nella prima parte della competizione si era anche fatto vedere nelle parti nobili della classifica. 32ª posizione per Paolo Ventura, staccato di 4'32". Un'esperienza importante per lui, arrivata nella tecnica che sicuramente non predilige. Il trentino dell'Esercito, come Graz e altri giovani azzurri aspettano il prossimo quadriennio sognando di lottare per posizioni diverse nelle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. L'augurio è che l'ambiente italiano li metta nelle condizioni ideali per farlo.

Da segnalare anche il 38° posto di un dispiaciuto Halfvarsson, che potrebbe anche decidere di smettere, mentre l'italo thailandese, Mark Chanloung, ha tagliato il traguardo 49°.

Per la classifica completa clicca qui.

Giorgio Capodaglio

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