Paralimpici | 03 marzo 2022, 20:00

Paralimpici - Dal Passo di Lavazè a Pechino: le difficoltà del team paralimpico ucraino, finalmente in Cina

Paralimpici - Dal Passo di Lavazè a Pechino: le difficoltà del team paralimpico ucraino, finalmente in Cina

“Sono stati cinque giorni di fuoco, non sapevamo come aiutarli, sono una famiglia per noi: da quindici anni soggiornano presso l’Hotel Dolomiti”. A parlare è Milena Monsorno, la titolare dell'hotel Dolomiti di Lavazè. Tra meno di due giorni inizieranno i Giochi Paralimpici Invernali di Pechino 2022, ma probabilmente per più di un atleta lo spirito olimpico verrà meno.

Tra la fine delle Olimpiadi e l’inizio delle Paralimpiadi è cambiato totalmente il mondo, con la Russia che ha invaso l’Ucraina. Lo sport è in uno stato di confusione, con la decisione di far o non far partecipare gli atleti russi e bielorussi che cambia anche a distanza di 24 ore. C’è un altro team però, che solo per arrivare in Cina ha dovuto affrontare più di una difficoltà, quello ucraino. La squadra di biathlon era in Italia per la preparazione della Paralimpiade, più precisamente al Passo di Lavazé, luogo in cui coincide anche l’altitudine simile al luogo dove si svolgeranno le gare, cioè 1800 metri.

Hanno soggiornato, come accade sempre, all’hotel Dolomiti: “I ragazzi dovevano partire il 22 febbraio per Kiev – spiega la titolare dell’hotel Dolomiti - ma il volo è stato cancellato, quindi sarebbero dovuti partire due giorni più tardi da Malpensa, arrivare a Istanbul e poi tornare in Ucraina, recuperare l’attrezzatura, perché i furgoni erano già partiti dall’Italia e tornati in Ucraina, e partire per la Cina”. Anche in questo caso però, il volo è stato cancellato.

Il team è rimasto in Italia senza nemmeno “gli strumenti del mestieri”. “Dopo aver appreso di non poter tornare al loro Paese mi hanno chiamato e sono tornati indietro qui a Passo di Lavazé, dove siamo riusciti a trovargli una sistemazione, tra hotel e case private, e l’attrezzatura per potersi allenare”. Molti si sono commossi nel vederii andare davanti e indietro sull'asfalto, nei giorni in cui non avevano ancora gli sci, pur di continuare ad allenarsi e per qualche minuto distrarsi dalla brutta realtà in cui si trova il loro paese. Gli atleti sono poi riusciti a lasciare l’Italia l’1 marzo con il volo delle 18:30 diretto per la Cina.

“Molti di loro hanno figli e parenti in Ucraina – continua Milena - qualcuno ha provato a partire in treno da Bolzano, ma per loro sfortuna a uno dei ragazzi il green pass era scaduto proprio quel giorno. Su consiglio del personale siamo andati in Austria, dove non c’è più l’obbligo di Green Pass”.
Un viaggio che però non è stato assolutamente facile e agevole: “Hanno percorso la tratta fino a Innsbruck per poi cambiare a Vienna e arrivare fino al confine ucraino. Da lì avrebbero raggiunto i propri familiari in una giornata, a piedi”.

Ovviamente chi è riuscito ad atterrare in Cina non ha certo in testa al momento il famoso spirito olimpico: “Lo stato d’animo del team ucraino è pessimo. Erano preoccupati anche per il rapporto tra Cina e Russia, ma in particolare Grygorii Vovchynskyi mi ha detto di voler competere per ottenere risultati con un solo obiettivo: salire sul podio e lanciare messaggi di pace”. E noi glielo auguriamo, fortemente.

Giammarco Bellotti

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