Sci di fondo | 26 giugno 2022, 16:00

Doping, il fondista Sergei Volkov respinge le critiche norvegesi: "Mio caso identico a quello di Therese Johaug!"

Doping, il fondista Sergei Volkov respinge le critiche norvegesi: "Mio caso identico a quello di Therese Johaug!"

Sergei Volkov, giovane fondista russo recentemente squalificato per 6 mesi per doping, ha inteso replicare alle critiche ricevute dalla squadra norvegese e ha inteso farlo attraverso le colonne della testata giornalistica "Dagbladet".

Queste sono state le sue dichiarazioni: "La Norvegia non ha imparato dal caso Therese Johaug? Il mio caso è praticamente identico al suo. Non è stata colpa mia". Volkov, infatti, ha sottolineato che, secondo il regolamento, è vietato usare lo spray nasale Rinofluimucil, che invece gli è stato prescritto dal suo medico di famiglia.

Il 21enne ha precisato che non intendeva in alcun modo migliorare le proprie prestazioni con questo farmaco e ha ammesso di aver fatto troppo affidamento su un medico senza un background sportivo, "che non aveva abbastanza conoscenza delle complesse normative antidoping".

Ecco quindi che viene allestito il parallelo con il caso di Therese Johaug datato 2016, quando la sciatrice di fondo incolpò l'allora medico della Nazionale: "Conosco bene la sua vicenda. La differenza principale è che è stata squalificata per un farmaco che ha una durata massima di 4 anni. Il mio farmaco ha una durata massima di 2 anni. Pertanto, ho ricevuto solo una squalifica di sei mesi".

Sergei Volkov ha poi risposto in maniera piccata al collega norvegese Martin Kirkeberg Mørk, che, in un'intervista concessa a "Nettavisen" la scorsa settimana, ha dichiarato, tra le altre cose, che è "molto sospetto e triste che altri concorrenti internazionali scelgano di doparsi per ottenere buoni risultati in giovane età".

Volkov ha tuonato: "Penso che i fondisti norvegesi dovrebbero capire e familiarizzare con il caso prima di dire qualcosa in pubblico. È totalmente sbagliato quello che dice Martin. Non ho provato a imbrogliare. Sono sempre stato un sostenitore di uno sport pulito e giusto. Quello che mi è successo non è uno scandalo doping, ma un incidente".

Alessandro Nidi

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