Sci di fondo | 03 luglio 2022, 19:00

Astrid Jacobsen si apre dopo la tragedia di Oslo: "Anch'io potevo essere un bersaglio, perché amo una persona dello stesso sesso"

Astrid Jacobsen si apre dopo la tragedia di Oslo: "Anch'io potevo essere un bersaglio, perché amo una persona dello stesso sesso"

È passata ormai una settimana dall’orribile tragedia di Oslo, quando alla vigilia dell’Oslo Pride, che avrebbe festeggiato i cinquant’anni da quando l’omosessualità è diventata legale in Norvegia, un uomo ha sparato all’interno di un locale frequentato dal popolo LGBT, causando la morte di due persone e ferendone 14.
L’Oslo Pride del giorno successivo era stato ovviamente cancellato, ma sono state tante la manifestazione di solidarietà al popolo LGBT, anche da parte degli stessi fondisti, che guidati da Klæbo, in occasione della tappa della Coppa del Mondo di skiroll a Telemark, avevano indossato una fascia arcobaleno in segno di solidarietà.
Oggi è arrivato un altro messaggio molto sentito dal mondo dello sci di fondo, quello di una delle atlete più amate e stimate, Astrid Uhrenholdt Jacobsen, che si è ritirata nel 2020, per iniziare il suo lavoro da dottoressa, dopo anni di studi di medicina nel corso della sua carriera da fondista.
L’olimpionica nella staffetta femminile di Pyeongchang si è aperta parlando di sé stessa e spiegando per quale motivo sia rimasta particolarmente scioccata dall’accaduto. Un lungo messaggio social scritto con il cuore, nel quale si è aperta, svelando qualcosa che non aveva mai reso pubblico.

«L'amore travolge quando meno te lo aspetti - ha scritto l'ex atleta - come uno dei misteri più belli della vita. L'amore è anche brutale e spietato. Ora mi fa sentire
abbandonata, persa e sola.
Dopo giorni di shock e paralisi per l'odio e gli atti di violenza nelle strade di Oslo, riconosco che anch’io avrei potuto essere un bersaglio di questa assurdità. Perché amo una persona dello stesso sesso.
Non mi sono mai vergognata o ho avuto paura, sono stato sinceramente orgogliosa e felice. Eppure solo la mia più intima cerchia di conoscenze sapeva. Io volevo tanto che fosse solo una bella storia d'amore, che la società non la trattasse come qualcosa di sconosciuto o sensazionale.
Mi chiedo come sia arrivata a questo. Se sia stata codardo perché era più facile non dire nulla e ascoltare coloro che pensavano che sarebbe costato molto difendere la cosa. Forse volevo solo rifugiarmi nei buoni sentimenti.
Ma all'improvviso sono rimasta abbagliata, in rotta di collisione con l'apertura che mi ha sempre caratterizzata.
Non ho idea di cosa sono, non ho nessuna etichetta e non so neanche se ne ho bisogno. lo so solo che l'amore verso una persona completamente speciale ha aperto nuove porte in me. E avrei dovuto gridarlo, perché ho amato la felicità per quello che mi ha fatto scoprire di me stessa. Avrei dovuto gridarlo quando questo amore era ancora al sicuro.
Oggi mi sento vulnerabile e sola perché così pochi lo sanno. Nello specchio vedo qualcuno che ha fallito, per primo e soprattutto me stessa, ma anche
altri che hanno sperimentato che l'amore è imprevedibile. È come un doppio dolore. Ma io non ho paura. Voglio solo essere aperta e libera e amare chi voglio io».

Sotto al messaggio sono state tante le colleghe e i colleghi che le hanno mandato dei messaggi splendidi, come una donna come Jacobsen merita.

G.C.

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