Nel corso dell’estate, osservando le foto di Frida Karlsson, Johanna Hagström, Linn Svahn e Maja Dahlqvist, alle persone più attente non è sfuggita la presenza di qualche particolare. Le quattro, infatti, stanno indossando un anello al dito medio della mano sinistra e un glucometro nella parte alta del braccio destro. Ciò ha portato diversi fan a chiedere alle atlete se avessero problemi con il diabete, ma la spiegazione è stata presto data, in un’interessante articolo pubblicato dall’Expressen, dalle dirette interessate: è una ricerca scientifica.
Dietro il progetto c’è la School of Gymnastics and Sports (GIH) di Stoccolma. «Stanno facendo una piccola ricerca su di noi – ha raccontato Frida Karlsson all’Expressen, sfoderando un bel sorriso – abbiamo un anello per il sonno al dito e un glucometro al braccio, scriviamo quindi tutto e ricevono anche tutti i nostri dati di allenamento».
Hagström ha aggiunto: «L’anello controlla la qualità del nostro riposo, qual è la nostra frequenza cardiaca durante il sonno. E il pulsante con il glucometro tiene traccia del livello di zucchero nel sangue. Penso che sia molto buono. Lo indosso per due settimane alla volta. Il mio ha iniziato ad allentarsi un po’ ora, quindi ho dovuto stringerlo un po’ di più. Vedendo le foto, molte persone mi hanno chiesto a cosa servisse, qualcuno su Instagram mi ha anche chiesto se ho il diabete, ma non è così».
Frida Karlsson è molto soddisfatta del progetto in corso e crede di aver già avuto dei riscontri positivi: «Un atleta vuole riuscire a essere su quel famoso confine, quel limite da non valicare, e con questo progetto scopriamo dove si trova. Abbiamo più dati sul tavolo, in modo che non si arrivi ad accorgersi di aver oltrepassato il limite. Ora puoi vedere i segnali in modo più chiaro e veloce. Ho imparato molto sul mio corpo».
Nel 2019 proprio Frida Karlsson andò in difficoltà nel corso della preparazione, aveva avuto problemi con i suoi livelli nutrizionali spingendo troppo il suo corpo. Per quel motivo in autunno era stata anche fermata dalle competizioni dallo staff medico della nazionale. Grazie al nuovo progetto di ricerca, Frida Karlsson è convinta che ora sia molto più facile fermarsi in tempo: «Si assolutamente. Adesso capisco anche il motivo. Prima, sono andata più per istinto. Tipo: "Uh, ora non mi sento bene. Devo tirare il freno a mano o no?" Ora mi sento molto più sicura. Se con questi strumenti avrei evitato certi problemi? È difficile da dire. Ho imparato molto da tutte le esperienze che ho avuto. Senza di esse, probabilmente non avrei fatto certi passi nella mia carriera. Certo, ho preso la strada più difficile (ride, ndr)».
La nazionale svedese vuole quindi sperimentare e lavorare seguendo un metodo scientifico, che vada oltre la semplice esperienza, che è importante ma non è tutto. Lo sport moderno è arrivato, infatti, a livelli di conoscenze scientifiche che vanno assolutamente sfruttate, in quanto l’asticella è sempre più alta. Chi resta indietro è perduto.
Sci di Fondo – La nazionale svedese si affida alla scienza: quattro big della squadra coinvolte in un interessante progetto
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