fondoitalia.it | 07 dicembre 2022, 18:00

Mi Ritorni in Mente - Le cinque perle dorate di Laura Dahlmeier ad Hochfilzen

Mi Ritorni in Mente - Le cinque perle dorate di Laura Dahlmeier ad Hochfilzen

Staffetta Mista, inseguimento, individuale, staffetta e mass start: cinque titoli iridati in nove giorni con il tempo di portarsi a casa anche un argento nella sprint. I Campionati del Mondo di Hochfilzen 2017 furono un trionfo assoluto per Laura Dahlmeier, imperatrice del biathlon e "fermatasi" purtroppo presto rispetto a quello che poteva concedersi con la sua classe ed il suo talento.

Quella rassegna iridata resta nella memoria collettiva ed oggi che la carovana del biathlon è tornata in Tirolo per vivere il secondo atto stagionale fatto di sprint, inseguimenti e staffette, la mente non può che tornare indietro a quel Mondiale che seppe regalare momenti storici, a cominciare dalla cinquina di Dahlmeier per arrivare al titolo a stelle e strisce di Lowell Bailey nella 20km e al bronzo di un'Alexia Runggaldier commovente.

Davvero un grande Mondiale, con una Dahlmeier superstar e capace di conquistare ancor più tutti con le sue prestazioni e con i suoi modi, con l'essere campionessa vera e "diversa", consapevole di quanto lo sport per quanto esaltante costituisse solo una parte della sua vita. E l'ha dimostrato pochi mesi dopo, chiudendo la propria carriera quando aveva ancora da compiere 26 anni ed (almeno) un altro quadriennio di potenziali trionfi davanti a sè.

Ma la grandezza e la profondità di Dahlmeier (7 ori iridati e 2 olimpici complessivamente) comprende anche questo modo di vedere la vita, di andare oltre il successo personale per dedicarsi ad altre passioni, come la scrittura - è stata coautrice di un libro per bambini nel 2019 - la corsa in montagna, e l'alpinismo lei che immersa nella natura si è sempre trovata a proprio agio.

Dire stop a 25 anni dopo aver vinto tutto e aver ancora tutto da vincere è roba da grandissime - come lei la stessa decisione era stata presa pochi anni prima da Lena Neuner - roba da coerenti vere ed anche per questo un posto per Laura Dahlmeier è impresso da sempre nella mente degli appassionati di biathlon.

Quei dieci giorni di Hochfilzen furono una cavalcata trionfale, con la sola Soukalova a separarla da un mirabolante set di ori. C'è andata vicina, la bavarese; solo quattro secondi l'hanno divisa dall'unico successo che le è mancato in quella rassegna.

E da domani si torna a gareggiare nella bianca Hochfilzen, in un'ambientazione di grande fascino e ben innevata, dove risalterà ancor più il pettorale giallo di Lisa Vittozzi, leader della classifica generale e vicina, in quel febbraio 2017, all'impresa quando si fermò al quarto posto nella sprint, appena davanti a Federica Sanfilippo. E' stato il primo vero segnale di quello che avrebbe potuto fare tra le grandi la sappadina. Cinque anni e mezzo dopo la sua storia ha raccontato di un'atleta capace di duellare fino alla fine per la coppa del Mondo con la "capitana" Dorothea Wierer, di attraversare momenti difficili e di ritrovare la via d'uscita dalle nebbie che sembravano troppo fitte per diradarsi. 
Pochi giorni fa a Kontiolahti un secondo, un terzo ed un quarto posto hanno rappresentato una fondamentale pietra miliare nel nuovo percorso della carabiniera di Sappada: ora spetterà ad Hochfilzen dire se il trend potrà proseguire, magari duellando ancora con Doro Wierer, come successo nell'inseguimento finlandese, magari con una Julia Simon apparsa in versione extralusso, magari con altre avversarie.

C'è il ricordo di Laura Dahlmeier nella mente, c'è l'acquolina per quattro giorni di gare davvero intriganti: è anche questo Hochfilzen, è anche la curiosità di capire se la ritrovata verve di Johannes Bø (a proposito nel 2017 furono tre argenti per lui...) sarà sostenuta dalla continuità, di capire se Quentin Fillon Maillet salirà di colpi e via dicendo. Mancherà ancora - e molto - Lukas Hofer ma tra i giovani azzurri ci sarà un Daniele Fauner in più. A proposito di sappadini.

 

Luca Perenzoni

Ti potrebbero interessare anche: