Sci di fondo | 09 dicembre 2022, 17:55

Fulvio Scola esulta per Mocellini: "È un giorno bellissimo per Simone e per lo sci di fondo italiano; se mettiamo l'atleta al centro, questi sono i risultati"

Fulvio Scola esulta per Mocellini: "È un giorno bellissimo per Simone e per lo sci di fondo italiano; se mettiamo l'atleta al centro, questi sono i risultati"

«Anche oggi che ero a casa in famiglia, è stato come se fossi in pista». Ride Fulvio Scola, allenatore del gruppo Milano-Cortina 2026, di cui fa parte Simone Mocellini, giunto secondo nella sprint di Coppa del Mondo a Beitostølen. Quello dell’atleta trentino è un risultato che regala una grande soddisfazione a tutto il clan azzurro, a un gruppo che ha lavorato insieme per tutta l’estate, “amici e rivali” come aveva sottolineato la scorsa settimana proprio il Moce.

Un weekend di riposo per gli allenatori del gruppo Milano-Cortina 2026, prima di dirigersi il prossimo fine settimana nella vicina Austria, a St. Ulrich. Impossibile, però, non sentirsi come in pista, se in gara, unico azzurro al via, vi è proprio un atleta del tuo gruppo che, come se non bastasse, hai anche cresciuto quando allenavi la squadra di sede delle Fiamme Gialle e lui era un giovane aggregato.

Proprio Scola è stato citato da Mocellini nell’intervista rilasciata alla FISI, nella quale il giovane azzurro ha ricordato un consiglio del suo allenatore: “Quando sei lì, fingi di essere in OPA Cup, così sarai meno teso”.

«Davvero l'ha ricordato? – ride Scola quando lo contattiamo – è stato carino a farlo. È un consiglio che gli diedi in realtà tanti mesi fa, durante la preparazione, perché avevamo deciso di lavorare tanto con gli atleti sull’aspetto mentale e aiutarli anche a maturare un po’, così usciva spesso fuori l’argomento su come gestire al meglio le energie emotive. Gli raccontai di quando, in occasione del mio podio nella sprint di Coppa del Mondo a Düsseldorf, una volta in finale cercavo di immaginare di essere in OPA Cup, per restare più tranquillo senza pensare che gli altri fossero più forti di me. Sono contento che gli sia stato utile».

Il secondo posto di Mocellini è un risultato davvero importante per lo sci di fondo italiano: «Lui è un ragazzo intelligente, doveva solo trovare fiducia e consapevolezza nei propri mezzi. Nel corso della preparazione erano già evidenti i suoi miglioramenti. Certo, da lì a fare podio in Coppa del Mondo, non è poco (ride, ndr). Da anni non vedevamo un italiano sorprenderci in questo modo, se escludiamo ovviamente Chicco e Defa, che hanno sempre avuto questo standard. Da anni un atleta che non fosse loro due ci aveva fatto emozionare così. Lui è cresciuto come persona, è maturato tanto mentalmente, al di là del fisico, è cresciuto tanto sotto questo aspetto. Ciò è la prova che a quel livello, la differenza la fanno maturità e convinzione, la capacità di mettere insieme quei tasselli della sfera mentale. Anche la tattica stessa dipende da quanto lucido sei».

Una gara perfetta quella di Mocellini: «Già in qualificazione era partito subito forte, tanto che aveva il nono intermedio per poi chiudere in crescendo con un terzo tempo, che non è certo un risultato che fai per caso. Nelle batterie è riuscito a comportarsi molto bene. Lui è cresciuto tanto fisicamente e nella resistenza, ma con gli atleti esperti di Coppa del Mondo non basta questo, bisogna sapersi muovere nel gruppo e far sentire la propria presenza. Questa è stata la più grande sorpresa per noi dello staff tecnico, perché da anni conosciamo le sue qualità fisiche, ma oggi ha mostrato proprio di essere cresciuto tatticamente e nella consapevolezza dei propri mezzi. Oggi è andato proprio oltre».

Ovviamente un risultato del genere va ora gestito nel modo giusto. Scola ne è consapevole: «Ora dovremo continuare a creare il percorso giusto per lui, senza caricarlo di eccessive responsabilità, indicandolo come il salvatore dello sci di fondo italiano. Lui deve proseguire sulla sua strada, consapevole che questa è stata una prima tappa importante. Ora dovremo gestirlo al meglio, soprattutto mentalmente, cosa non semplice dopo il risultato odierno, perché inevitabilmente sentirà maggiore pressione. Intanto diamo lui il tempo di smaltire questo podio».

Scola approfitta del risultato di Mocellini anche per lanciare un messaggio a tutto l’ambiente. «Credo che il risultato di Simone sia uno bello stimolo anche per gli altri ragazzi dello sci di fondo italiano. Uno di loro, che magari nessuno considerava una grandissima promessa qualche anno fa, ha dimostrato che lavorando, credendoci, mettendoci sempre la testa giusta, non c’è limite alla possibilità di fare bene. Simone ha dato un bell’esempio allo sci di fondo italiano e spero che tanti, sia uomini che donne, prendano spunto da questa sua gara.
Ci tengo a sottolineare che questo risultato è stato frutto di un lavoro di squadra. Come capita purtroppo molto spesso, infatti, Mocellini si è trovato a cambiare sempre l’allenatore in questi quattro anni: prima ha vissuto due anni nella squadra di sede, restando fuori dalle nazionali, lavorando prima con me e poi, quando sono passato alla nazionale, con Francesca Baudin; quindi, lo scorso anno è tornato in nazionale ed è stato seguito da Stefano Saracco, mentre quest’anno è tornato a lavorare con me. Se siamo riusciti a portarlo avanti nonostante questi cambiamenti è perché è stato messo al centro l’atleta, quando si pensa solo al bene dell’atleta e noi allenatori facciamo un passo indietro, magari condividendo le proprie opinioni e i programmi, ragionando insieme sulla strada migliore per un atleta, i risultati arrivano. Questa è l’unica strada per crescere.
Troppo spesso si dice che l’atleta va messo al centro, ma poi ciò non viene fatto, perché non si fa quel passo indietro per permettere che sia effettivamente così. Non sono solo i programmi di allenamento o il singolo allenatore a far andare forte un atleta, ma il suo percorso di crescita.
Ecco, il risultato di Simone è la dimostrazione che è questa la strada giusta, perché questo con lui è stato fatto grazie alla collaborazione avuta anche lo scorso anno con Stefano Saracco».


Lo salutiamo e Scola chiude la telefonata con una frase che rende bene l’idea di quanto questo risultato sia utile a tutto l’ambiente: «È un giorno bellissimo per lo sci di fondo italiano». Impossibile pensarla diversamente.

Giorgio Capodaglio

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