L’abbraccio finale coi tecnici azzurri in festa, le urla, le lacrime di gioia, le cerimonia floreale nell’area del traguardo. Tutte queste forti emozioni per Simone Mocellini si erano trasformate in paura per alcuni lunghi minuti, quando la Norvegia aveva protestato per l’incidente in finale che aveva portato Golberg a finire per terra.
Secondo l’atleta norvegese, infatti, Mocellini era responsabile di questo incidente, come ha ripetuto più volte anche sui media norvegesi: «C’è qualcuno che prende la mia linea. Mi sento come se non mi abbiano lasciato la possibilità di fare nient’altro in quella situazione. È difficile accettare di non avere l’opportunità di gareggiare e lottare per la vittoria».
Golberg aveva sperato di venir promosso sul terzo gradino del podio quando la giuria aveva voluto analizzare meglio l’accaduto chiamando in giuria Simone Mocellini accompagnato da Markus Cramer. Dopo l’analisi attenta delle immagini, però, i giudici hanno deciso per il normale contatto di gara e il sogno dell’azzurro è rimasto tale: «Devo ammettere che quando mi hanno chiamato i giudici mi è venuta un po’ di apprensione – ha ammesso l’azzurro a Fondo Italia – avevamo riguardato le immagini con Markus (Cramer, ndr) e ritenevamo fosse un normale contatto di gara. È ciò che abbiamo detto ai giudici che avevano evidentemente la stessa opinione. Sinceramente io ancora non ho nemmeno capito se l’ho toccato io o Chanavat».
Sci di Fondo – Quei momenti di paura per Mocellini: la giuria lo aveva chiamato per l’incidente con Golberg, ma ha dato ragione all’azzurro
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