Biathlon | 16 gennaio 2023, 17:50

Federica Sanfilippo: "Dopo l'ultima esclusione ho deciso di lasciare il biathlon; è stata la scelta più difficile della mia carriera"

Futuro nello sci di fondo per l'ormai ex biatleta, che ha deciso di abbandonare la sua disciplina dopo l'esclusione dalla tappa di Anterselva: "Ho capito che non avrei più avuto alcuna possibilità di confrontarmi"

Foto Credit: Dmytro Yevenko

Foto Credit: Dmytro Yevenko

Da settimane è al centro dell'attenzione sia nel biathlon, quello che è sempre stato il suo sport, che nello sci di fondo. Federica Sanfilippo sta facendo parlare molto di sé, anche più rispetto a quanto in realtà vorrebbe, dal momento che il suo obiettivo più grande è sempre stato di riprendersi un posto nel biathlon e giocarsi le sue carte per partecipare al Mondiale di Oberhof. In queste ore è però arrivata una svolta importante, perché la poliziotta della Val Ridanna è rimasta fuori dalle convocate per la tappa della Coppa del Mondo di biathlon, ad Anterselva e quindi si apre la possibilità che possa prendere parte alle gare di Coppa del Mondo di sci di fondo a Livigno, dove ha già fatto molto bene a Val Müstair.

Ovviamente, ciò ha portato a porci diverse domande sul futuro di Federica Sanfilippo nel biathlon e a questo punto anche nello sci di fondo. A 32 anni vi sarà un grande cambiamento nella sua carriera? Si dirigerà verso lo sci di fondo? Per saperne di più abbiamo contattato l'altoatesina delle Fiamme Oro, chiedendol direttamente a lei.

Ciao Federica. Il tuo nome è assente dalla lista dei convocati per la Coppa del Mondo di biathlon ad Anterselva. Te lo aspettavi?

«Venerdì scorso, a Ruhpolding, sono stata informata che non avrei fatto parte della staffetta e poco dopo ho ricevuto la comunicazione che non sarei stata nemmeno convocata per le gare di casa ad Anterselva. Ho quindi capito indirettamente che non avrei più avuto alcuna possibilità di confrontarmi o chance per proseguire in questo Mondo».

La tua reazione qual è stata? 

«Restare esclusa dalla tappa di Anterselva è stato un piccolo shock che ha reso molto difficile affrontare le ore successive. Non è semplice sentirsi messa da parte, ma ho dovuto comunque reagire e prendere la decisione più difficile della mia carriera. Quella di chiudere definitivamente con il biathlon, sport che mi ha dato moltissime soddisfazioni, che mi ha fatto crescere, trovare un lavoro e messo spesso alla prova sia come atleta che come persona in queste ultime due stagioni. Mi ha permesso anche di trovare l'amore e amici come Doro (Wierer, ndr) che ringrazio per avermi sopportato in queste ore, perché eravamo in stanza assieme e mi ha aiutata ad asciugare le mie lacrime, ascoltando i miei sfoghi». 

Deve essere stato davvero difficile per te accettare il fatto che nel biathlon sia davvero finita.

«Si, perché ci ho provato con tutte le mie forze dimostrando di essere migliorata sia sugli sci che al tiro grazie al supporto del mio gruppo sportivo, le Fiamme Oro, che in questi due anni mi ha assistito in toto e che devo ringraziare sia per il supporto tecnico che, soprattutto in queste ore, umano. Quanto ho fatto non è stato ritenuto sufficiente, nonostante abbia accontentato quelle che erano state le richieste di risultati da loro fatte alla vigilia della stagione, sia nel fondo che nel tiro, quindi non avevo alternative, ho accettato questa scelta, che naturalmente non posso condividere, ma nemmeno cambiare. Ho capito che ormai è stata presa una linea che da priorità alle giovani, escludendomi di fatto al di là dei risultati che posso ottenere. Purtroppo, sapevo che certe porte avrebbero potuto chiudersi velocemente e così è stato».

Dal punto di vista emotivo, come hai reagito a questa decisione? Cosa hai provato?

«Credo che tutti avrebbero accusato il colpo. Dopo lo smarrimento iniziale e la voglia di urlare in faccia il mio disappunto, chi mi conosce può capire quanto sia stato complicato non farlo, mi sono confrontata con Louis, mio compagno nella vita e tecnico della Francia e con le persone a me più vicine. Sono riuscita a gestire la delusione senza fare uscire la rabbia che un po' alla volta cresceva dentro, assieme alla consapevolezza che si stava chiudendo questa lunghissima parte della mia vita. Reagendo con carattere ho sopportato molte pressioni che però mi hanno tolto moltissime energie fisiche e mentali».

Hai già comunicato la tua decisione di lasciare il biathlon ai tecnici azzurri?

«Si. Dopo una notte insonne e un po' di lacrime, ho comunicato la mia scelta a Klaus (Höllrigl, ndr)».

A questo punto quali sono le tue prospettive? Ti vedremo nuovamente nella gare in skating del fondo, magari già a Livigno?

«I tecnici dello sci di fondo, dopo le buone prove nelle sprint di Coppa Italia e in OPA Cup, mi hanno dato la possibilità di esordire in Coppa del Mondo a fine anno in Val Müstair, dove è anche andata molto bene. Il DT Stauder, gli allenatori Cramer e Pasini, ma anche skimen e fisioterapisti, mi hanno accolto davvero bene rendendosi disponibili a spiegarmi format di gara e regolamenti che conoscevo poco. Per questo sono molto grata a tutti loro. Ho parlato ieri con Stauder che mi ha confermato la disponibilità di provare nuovamente nello sci di fondo, probabilmente già nelle sprint di Livigno del prossimo weekend, dove non sarà semplice, ma voglio provarci per me e per le persone che hanno creduto in me. Non sono giorni emotivamente semplici da gestire, credo sia comprensibile per chiunque, ma cercherò di buttare il cuore oltre all'ostacolo e vediamo poi come andrà».

Come hai vissuto questi mesi sotto la lente di ingrandimento, nei quali si è parlato molto di te sia nel biathlon che nello sci di fondo?

«In realtà mi dispiace che, mio malgrado, in questo periodo si sia parlato tanto di me sia nel biathlon che nello sci di fondo facendo spesso confronti o commenti che avrei preferito non creare, ma ho cercato le motivazioni per proseguire e lo sci di fondo è stato fondamentale per prepararmi e mantenere alte le motivazioni e la concentrazione!
Prima di chiudere, ci tengo anche a ringraziare i tifosi che soprattutto nella IBU Cup della Val Ridanna mi hanno fatto emozionare. Mi fa piacere pensare al fatto che quella vittoria in casa sia stata la vera conclusione della mia carriera».

Giorgio Capodaglio

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