Biathlon | 22 gennaio 2023, 18:24

Biathlon - Elia Zeni: "Sono giovane come il resto della squadra, sarà bello crescere insieme"

Foto Credit: Dmytro Yevenko

Foto Credit: Dmytro Yevenko

Sul maxi schermo scorrono le immagini dell’ultimo poligono della staffetta, mentre davanti a noi Sturla Lægreid ha appena concluso l’intervista, scambiato due battute con noi e si prepara a dirigersi all’arrivo per abbracciare i compagni. In quel momento Rees commette il quarto errore e fa girare la Germania, mentre al poligono arriva Elia Zeni. Allora Lægreid si ferma, vede l'Italia non lontana dal podio, si gira verso noi italiani (il sottoscritto e il collega Nicolò Persico del biathlon azzurro) e assiste con noi al poligono. Gli diciamo che Zeni è al primo weekend in Coppa del Mondo e segue la sua serie con apprezzamento a ogni bersaglio coperto per poi rammaricarsi all’unico errore, quindi alza il pollice a complimentarsi per la prova del giovane azzurro e va via per festeggiare la squadra.

Scena da mixed zone, da quella biathlon family della Coppa del Mondo nella quale ci piace immergervi, in cui il giovane trentino delle Fiamme Gialle è appena entrato e dove oggi ha già saputo mettersi in mostra con una bellissima quarta frazione, contribuendo allo splendido quinto posto azzurro.
Al termine della gara, Zeni si è quindi presentato nell’area media per incontrarci e parlare della propria prestazione: «Sapevo di dover fare la mia gara, che il tiro era molto importante, quindi indipendentemente dalla posizione di partenza, sapevo di dover tenere il mio ritmo perché partire troppo forte non ha tanto senso, è una gara di biathlon e bisogna sparare bene. Fortunatamente i colpi sono entrati, non so se fossero belli o se sono entrati di poco, l’importante è che i bersagli siano diventati bianchi. All’ultimo giro sapevo di avere Samuelsson a 10” e patisco sempre la prima parte del giro, così mi ha passato via a un terzo del giro al doppio della velocità. Però ho continuato a tenere il mio ritmo, ho visto che sul salitone anche lui era cotto e a me è uscita fuori quell’energia che non c’è (ride, ndr). A quel punto ho continuato a fare la mia gara, il tifo ha aiutato molto».

Al termine della pursuit Zeni aveva ammesso di aver sofferto tanto e di sentirsi stanco dopo tante gare consecutive. Ma oggi il trentino è apparso aver ritrovato anche “quelle energie che non ci sono”, come direbbe lui. «Ieri avevo patito più che altro dai due terzi della gara in poi, soprattutto le serie in piedi. Diciamo che il fisioterapista mi ha dato una gran mano ieri, mi ha liberato un po’le gambe e la schiena. Oggi per fortuna era una gara corta (ride, ndr), che è stato fondamentale».

All’ultima frazione, Zeni ha rischiato quasi di uscire dal secondo poligono al terzo posto: «Non sapevo che Rees avesse girato, avevo visto che aveva commesso due errori. Sapevo però che sugli sci ero più debole, quindi l’obiettivo era solo di mantenere la posizione e più o meno ce l’ho fatta».

Parlando con Zeni non si ha l’impressione di essere di fronte a un giovane all’esordio in Coppa del Mondo. Il trentino delle Fiamme Gialle sa mettere le emozioni da parte e analizzare la propria prestazione sempre con grande razionalità, risultando a volte anche troppo severo con sé stesso. «A che punto sono? Ora come ora credo di non essere ancora molto competitivo in Coppa del Mondo, ma sono giovane come il resto della squadra e sarà bello crescere insieme, ci daremo una mano. C’è tempo, la mia carriera non finisce qui, sono fiducioso per il futuro».

Giorgio Capodaglio

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