Sport vari | 26 gennaio 2023, 19:36

Short Track - Non si ferma il caso Fontana: ecco la replica di Malagò

Credit Pentaphoto

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“Ghiaccio bollente”. Se fosse un film o meglio una serie televisiva visto la lungaggine dei fatti, questo sarebbe il titolo più indicato per descrivere la “querelle” politico sportiva che si è venuta a creare in queste ore tra Arianna Fontana, Federghiaccio ed ora anche con il numero uno del Coni, Giovanni Malagò.
Il caso Fontana  è sicuramente l’argomento caldo di oggi negli sport invernali, scaturito mercoledì con la probabile  volontà della campionessa valtellinese di Polaggia di voler cambiare nazionalità in vista dei prossimi giochi Olimpici di Milano Cortina, visto il rapporto ormai ai ferri corti con Federazione e CONI.

Non si è fatta attendere la replica né dalla FISG né quella di Giovanni Malagò, che nel pomeriggio si sono espressi sulla volontà di Arianna Fontana.
“D’ora in avanti la FISG non tollererà ulteriori accuse, avvertimenti o intimidazioni da parte di Fontana. L’interesse federale, come già espresso dal Presidente Gios a Pechino in occasione dei Giochi Olimpici Invernali, è la tutela e la salvaguardia del lavoro di un’intera Nazionale e di un intero movimento, che verranno sempre prima degli interessi di un singolo atleta, per quanto vincente. Le medaglie sono e restano importanti, ma non lo saranno mai più del rispetto, dell’educazione, della professionalità e della correttezza. Sono profondamente amareggiato dalle frasi che ho letto- fa sapere tramite nota stampa Malagò-  Arianna sa quanto le sono stato vicino in tutti questi anni, sin dalla mia elezione a Presidente del Coni, attraverso riunioni e contatti costanti e ricordo che l’ho incontrata lo scorso 11 gennaio a Milano, quando mi è venuta a trovare con Anthony nella sede di Milano Cortina 2026. In quell’occasione abbiamo parlato dettagliatamente di tanti temi che riguardano lei e suo marito, da adesso fino al 2026 e successivamente ho condiviso i contenuti del colloquio con la Federazione e il suo Presidente Gios. Non voglio aggiungere altro per rispetto alla straordinarietà dell’atleta, però onestamente – non solo in qualità di Presidente del Coni – ma a livello umano e in nome del rapporto personale e dell’affetto che mi lega a lei e che tutti conoscono, mi sento di dire che sono rimasto sinceramente molto dispiaciuto per quello che ha dichiarato. Mi aspetto che mi chiami per chiarire”.

Tirata d’orecchie ufficiale quella di Malagò alla Fontana, legati in questi anni anche da un rapporto d’amicizia di stima e di rispetto  che esula dai ruoli reciproci.  

Ma come mai si è arrivati ad un tale punto? Bisogna fare un salto indietro nel tempo per capire i motivi di un malessere che si trova a vivere la campionessa.
Durante gli ultimi giochi Olimpici, disputati nel 2022, si sono verificati, a dire della pattinatrice, episodi deprecabili che la riguardano. La Fontana ha detto più volte di aver avuto dissidi con la Federazione, di non essere stata sostenuta e aiutata. E ieri, con un post su Instagram, è tornata a parlare di quanto successo.

”Lo staff rimane, in parte, quello che ha permesso ad atleti di prendermi di mira durante gli allenamenti e questo non è accettabile”, si legge in un passaggio del lungo messaggio lasciato dalla Fontana dopo aver trascorso un periodo di allenamento con il marito-allenatore in America. La questione è delicata, la pattinatrice in passato ha affermato più volte di essere stata  presa di mira in pista da un paio di compagni maschi, dinamiche di allenamenti a volte volutamente pericolose. Ed evidentemente a questo si riferisce nel post. La Fisg dal canto suo nella risposta di mercoledì usando toni d’effetto, ha ribadito la sua posizione in merito a queste accuse. “Quanto al nuovo riferimento nel testo alla vicenda già denunciata ai Giochi di Pechino con oggetto le accuse di Fontana ai suoi compagni di squadra, si vuole sottolineare la recente archiviazione da parte della Procura Federale e della Procura Generale del CONI. Un episodio sul quale la FISG si era immediatamente adoperata chiedendo agli organi di giustizia competenti di indagare, come da prassi, in modo autonomo e indipendente.”

La questione resta aperta.

Katja Colturi

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