OBERHOF – "Non devo fare più esperienza, è il momento dei risultati". È stato profetico Tommaso Giacomel, capace il giorno successivo di mostrare quanto sia atleta già di altissimo livello, capace di gestire la pressione quanto e più di atleti con tanti più Mondiali alle spalle, ed essere perfetto, tanto da uscire dall’ultimo poligono in compagnia di quello Johannes Bø, che anche questa volta sul podio si è messo a parlare con lui.
Dopo una lunga gara, la cerimonia floreale, il podio, la conferenza stampa e la sessione fotografica per l’IBU, Tommaso Giacomel ancora non ha realizzato di aver vinto una medaglia mondiale, quella che ha sempre sognato. A Fondo Italia, all’interno della sala stampa di Oberhof, con voce calma e rilassata, di chi sta scaricando tutta l’adrenalina accumulata, il trentino delle Fiamme Gialle parte proprio dalla frase pronunciata ieri: «Si, sono stato buon profeta. Sapevo che era possibile ottenere una medaglia e ce l’abbiamo fatta. Sono molto felice. Ancora non ho realizzato quello che è successo, è figo. È bellissimo – afferma per poi aggiungere, mostrando la sua grande determinazione – ma non voglio fermarmi a un secondo posto in staffetta, voglio ancora di più, conquistare il podio anche individuale». 
Giacomel ha quindi descritto la sua ultima frazione: «Oggi ero molto tranquillo, poi la gara si è messa subito bene dopo la serie a terra. Peccato aver sbagliato l’ultimo in piedi, ma ho chiuso subito con la ricarica, sono andato via e ho capito che era fatta. Sul rettilineo finale, mentre vedevo i miei compagni festanti ad aspettarmi, mi sono sentito proprio vivo, è stata una sensazione bellissima». 
Ovviamente non si può non parlare nuovamente di quanto sia per lui emozionante condividere questa medaglia con il suo amico Didier Bionaz, insieme al quale ha completato il cerchio, dopo le vittorie ottenute insieme a livello giovanile: «Non era scontato riuscire ad arrivare qui, siamo cresciuti insieme e salire sul podio ai Mondiali in staffetta è fantastico». 
Biathlon – Tommaso Giacomel: “Sul rettilineo finale mi sono sentito vivo, è stata una sensazione bellissima”
 
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