Il chiarimento dell’IBU circa i pettorali che ogni squadra può schierare nel corso del Mondiale ha provocato rabbia in tutte le squadre, in quanto i team ritengono che la comunicazione sia stata sbagliata fin dall’inizio e che questa regola poteva essere interpretata in diverse maniere. Insomma, l’IBU avrebbe dovuto intervenire molto prima, anziché farlo soltanto a poche ore dalla competizione, tanto che le squadre lo hanno scoperto solo per caso.
Tra tutti, però, c’è soprattutto una persona che ha tutto il diritto di essere davvero arrabbiata: è Filip Fjeld Andersen. Il giovane talento norvegese, infatti, a causa dei risultati altalenanti dell’ultimo periodo, era rimasto fuori dalla cinquina in vista di Oberhof. Per questo motivo, i tecnici avevano deciso di rimandarlo in IBU Cup, allo scopo di non fargli perdere gare. Proprio in IBU Cup, uno dei giovani più talentuosi del panorama mondiale ha contratto il covid che girava all’interno delle squadre.
«Ha gareggiato in IBU Cup la scorsa settimana e probabilmente è stato infettato lì – ha affermato Per-Arne Botnan, responsabile del biathlon norvegese, all’Expressen – se avessimo saputo che potevamo portare con noi sei atleti, avrebbe partecipato al pre-camp anziché alla tappa di IBU Cup, probabilmente oggi starebbe bene. Adesso mi dispiace per lui».
Tanta la rabbia espressa da Andersen a VG: «Sono deluso e arrabbiato con l’IBU. Penso che l’intera faccenda sia stata gestita in modo non professionale. Sono invitati a scusarsi, anche se comunque non aiuterebbe».
Biathlon – Poteva essere a Oberhof se l’IBU avesse chiarito le regole, invece ora è a casa col covid: il beffardo destino di Filip Fjeld Andersen
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