Salto | 02 marzo 2023, 09:00

Salto - Silje Opseth in grande crisi: "Non so neanche perché sono a Planica, piango e non dormo. La testa è il mio peggior nemico"

Salto - Silje Opseth in grande crisi: "Non so neanche perché sono a Planica, piango e non dormo. La testa è il mio peggior nemico"

Non è facile essere un atleta quando non credi in te stesso: chiedere, per conferma, alla saltatrice norvegese Silje Opseth, che sta attraversando un periodo terribile a livello mentale, come ha rivelato lei stessa all'emittente "NRK". L'ha fatto concedendosi alcune pause durante l'intervista. Silenzi bagnati dal pianto e dallo scoramento dettato dal non riconoscersi più, dal dormire cinque ore per notte.

"Vorrei che ci fosse un interruttore da premere, così potrei avere un po' di pace e rilassarmi - ha dichiarato -. Mi gira la testa, non riposo quasi da quando sono arrivata a Planica. Mi sono domandata decine di migliaia di volte perché sia qui. Non volevo venirci. La testa è il peggior nemico che possa avere".

Questo status psicologico traspare anche nei momenti condivisi con le sue compagne di Nazionale, nonostante Silje Opseth faccia di tutto per nasconderlo. Prima dei Mondiali di Planica ha trascorso un po' di tempo a casa per ritrovare energia e ha capito che "parlare è una barriera per me. Soprattutto, tendo a escludere tutti e rinchiudermi in me stessa quando incontro avversità sul mio cammino".

Una serie di conversazioni con gli allenatori e con il mental coach Anders Meland le ha fornito tecniche per rilassarsi. "Ciò che è più frustrante - ha detto Opseth - è sentire che il mio corpo è pronto per gareggiare. Le gambe sembrano a posto, il corpo anche. È solo la testa che mi frena. Ma sono abbastanza sicura del fatto che sia solo un periodo e penso che troverò una soluzione".

Intanto, i risultati stentano ad arrivare: nell'individuale dal trampolino HS138 di Planica la norvegese è uscita dalla top 15 (16mo posto finale), ma, almeno, con un buon secondo salto ha scalato 12 posizioni in classifica (era 28ma dopo la prima serie). Timidi segnali di ripresa.

Alessandro Nidi

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