Biathlon | 05 agosto 2023, 15:00

Biathlon - Ingrid Tandrevold e la psicologia nello sport: "Tenete separata la persona e l'atleta"

Tandrevold nella foto di repertorio di Dmytro Yevenko

Tandrevold nella foto di repertorio di Dmytro Yevenko

Gli aspetti legati alla psicologia dello sport e alle implicazioni per atleti giovani e meno giovani sono stati al centro di un interessante approfondimento curato dalla Federsci novergese nel corso del BlinkFestivalen e che ha trovato in Ingrid Tandrevold una testimonial di eccezione.

La ventiseienne di Bærum è oggi l’atleta di punta della nazionale femminile di biathlon, complici i ritiri di Marte Røiseland e Tiril Eckhoff, profili che nell’ultimo periodo hanno abituato il pubblico norvegese a tanti e ripetuti successi.

“Con loro il podio era praticamente garantito ad ogni gara - ha sottolineato Tandrevold a NRK - ma bisogna essere tutti consapevoli, noi atleti in primis, che con la loro assenza non è garantito un ruolino di marcia così. E’ giusto che le aspettative siano misurate alle potenzialità e ciascun atleta deve seguire il proprio percorso. Nel mio caso so bene che la mia strada è differente da quella di Tiril e Marte. E così per tutte le altre ragazze del team”.

Un punto di vista importante per cercare di non farsi travolgere dalla pressione - esterna ed interna - che in un Paese come la Norvegia rappresenta una fonte di rischio non indifferente, vista l’attenzione rivolta sul biathlon e sugli sport invernali in generale.

Motivo per cui si è voluto concentrare su queste tematiche durante il BlikFestivalen. 

Durante il suo intervento Tandrevold ha sottolineato più volte la differenza che deve sempre esserci tra la Ingrid atleta e la Ingrid persona: risultati negativi in gara non devono rispecchiarsi anche nella vita quotidiana, altrimenti diventa difficile riuscire a gestire lo stress.

Il segretario generale  della federazione norvegese di biathlon Morten Djupvik ha sottolineato l’importanza di queste tematiche sia all’interno del mondo sportivo sia all’esterno. “Troppo spesso si ha un’immagine glorificata degli atleti, sembrano campioni invincibili e più forti di tutto. In realtà siamo tutti uomini e donne con le nostre difficoltà ed è importante secondo me che il giovane pubblico possa conoscere gli aspetti interni di atleti come Ingrid o altri per riconoscere anche le proprie criticità, capirle e lavorarci su. Nello sport come nella vita di tutti i giorni, sia per i giovani che per i genitori”.

lp

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