Sci di fondo | 12 ottobre 2023, 09:30

Sci di fondo - Non c'è pace per la Federazione norvegese! Cinque giovani atlete denunciano la "cattiva cultura" negli ambienti giovanili: "Molte ragazze lottano con problemi alimentari"

photo credits - Mina Kjaeras Moland Instagram

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Il tema dei disturbi alimentari e della salute mentale continua a tenere banco negli ambienti sportivi. Nei paesi scandinavi solitamente si è molto attenti quando questo argomento colpisce le fasce più giovani della popolazione.

Oggi, tuttavia, ad attirare l'attenzione dell'opinione pubblica su questo tema così delicato sono state cinque giovani fondiste norvegesi che, in una lettera alla Federazione di Sci, hanno criticato le piste, ritenendo che la mancanza di piste adatte a fasce di età differenti possa spingere a mettere sotto una pressione malsana il proprio corpo, soprattutto giovani atlete in un'età così delicata non solo da punto di vista fisico ma anche e soprattutto dal punto di vista mentale.

Le firmatarie di questo appello accorato sono Mille Marie Storlien, Hedda Magnussen, Elise Fredheim Simonsen, Synne Børresen Bollingmo e Mina Sofie Kjærås Moland; le 19enni, che militano nella Norgescup, denunciano una “cattiva cultura” all'interno del sistema sciistico norvegese, in particolare nell'approccio all'allenamento degli atleti più giovani, invocando un cambiamento rapido che secondo loro è assolutamente necessario.

Le giovani chiamano in causa in particolar modo le piste da sci norvegesi, illustrando la correlazione tra percorsi inadatti a profili adolescenziali e disturbi alimentari.

"Per diversi anni è stata evidenziata la connessione tra profili di tracciati eccessivamente duri e disturbi alimentari nello sci di fondo" scrivono nella lettera, portando come esempio un articolo proposto un paio d'anni fa dal tabloid norvegese VG, in cui l'esperto di sci di fondo Torbjørn Broks Pettersen si diceva già preoccupato proprio per ciò che bambini e ragazzi potevano sperimentare sulle piste da sci. 

“Abbiamo la sensazione di non essere ascoltate. Noi e gli allenatori siamo coinvolti in questo problema delle piste dure e della cattiva cultura che esiste. Ci sentiamo sempre dire che faranno qualcosa, ma non vediamo nulla" spiega a VG una delle cinque ragazze, Kjærås Moland “Ci si concentra molto sulle capacità dei atleti, che devono essere bravi nelle salite. Vorremmo che ci fosse un po' più di varietà"

Secondo Kjærås Moland, i profili delle piste odierne sono più adatti ai fondisti di lunga distanza che agli sprinter, ma nella lettera precisano che non è lo intenzione snaturare completamente la base della disciplina: "È molto importante per noi sottolineare che i percorsi duri e lunghi fanno parte dello sci di fondo, ma è problematico quando questa è la realtà in ogni singola gara di Coppa di Norvegia"

C'è la sensazione che il fondo, oggi come non mai, sia uno sport morente, anche in una delle nazioni che storicamente ne è la patria. I dirigenti e coloro che dovrebbero curarsi dello sviluppo della disciplina in un contesto più attuale, dentro e fuori Norvegia, non capiscono o peggio non ascoltano le esigenze di chi, quello sport, lo pratica effettivamente.

"La Federazione norvegese di sci non deve quindi copiare le decisioni internazionali sulle distanze uguali per ragazzi e ragazze. Ciò è particolarmente problematico per delle ragazze di 17 anni, molte delle quali attraversano un periodo difficile e duro. Riteniamo che la Federazione norvegese di sci debba pensare a ciò che è meglio per il reclutamento nello sci di fondo norvegese, ossia percorsi personalizzati" continuano "Molte persone credono che l'unica soluzione per padroneggiare le piste sia perdere peso, e non è un segreto che molte ragazze junior oggi lottino con problemi alimentari e corporei".

Ad esempio, quest'inverno a Holmenkollen sono state organizzate gare di 50km sia maschili che femminili: sicuramente è stato un evento storico ma al termire della gara persino una professionista come Heidi Weng ha detto chiaramente che non è questa la parità che si dovrebbe ambire a raggiungere. O c'è il rischio, ricordano le ragazze nella lettera, che le giovanissime abbandonino lo sci precocemente: tra le cause, oltre questa falsata parità, le piste dure che creano grandi divari in una età di cambiamenti fisici che però sono diversi da individuo ad individuo nei modi e nelle tempistiche.

"Riteniamo semplicemente che la federazione abbia i paraocchi e non veda quale sia il vero problema! È molto strano che la federazione sciistica non veda il collegamento tra le piste dure, il calo del reclutamento per questo sport e la grande attenzione al corpo e al peso".

Da questo punto di vista, il vero esempio da emulare secondo le firmatarie della lettera sarebbe invece la Svezia, dove i fondisti specializzati nelle sprint trovano piste più adatte alle loro capacità; in Norvegia sarebbero invece in ritardo perché a causa delle piste, ma anche dei metodi di allenamento, non ci si esercita abbastanza nella tattica e nel combattimento ravvicinato che avvengono invece in un contesto di gara.

Il responsabile delle comunicazioni della Federazione Norvegese di Sci Espen Graff ha dichiarato di aver ricevuto la lettera martedì sera. Assicura che le mittenti della lettera riceveranno risposta, precisando che l'argomento è stato discusso già in passato in riunioni professionali. 

Federica Trozzi

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