Ieri a Milano, nella sede della Fondazione Milano Cortina 2026 si è tenuta una riunione informale tra tutti i membri che costituiscono la compagine societaria della stessa Fondazione per discutere dell’iter dei lavori di preparazione dei Giochi Olimpici Invernali. Tra i presenti, oltre al Ministro dello Sport, Andrea Abodi (in collegamento), anche il presidente del CONI Giovanni Malagò e i governatori di Veneto e Lombardia.
L’argomento centrale, naturalmente, doveva essere la risoluzione dell’impasse dell’ormai infausto Sliding Center (il budello per bob, slittino e skeleton); la storia ormai è nota: dopo lo smantellamento della struttura storica dedicata ad Eugenio Monti, il governo ha fatto sapere la sua intenzione di non volere più finanziare la costruzione del nuovo centro, valutando collocazioni alternative anche al di fuori del perimetro dei Giochi invernali. La soluzione più gettonata vedrebbe la “delocalizzazione” delle gare addirittura al di fuori del confine nazionale, anche se c’è ancora chi insiste sull’opzione italiana di Cesana.
La partita, che oggi sembra essere più che mai politica oltre che sportiva, vede contrapposti diversi fronti: il Veneto, che si vede, decaduto il progetto del budello, in una condizione di minoranza all’interno delle Olimpiadi, è contrapposto alla regione Lombardia ma anche al CONI.
Come riporta il Corriere del Veneto, il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, ha ribadito la richiesta di una ridistribuzione delle gare: «Così come siamo» ha ironizzato ieri «con 8 gare e 24 medaglie, in tre ore faremmo tutto».
Sulla questione, il presidente del CONI Malagò ha proposto una sorta di compensazione, annunciata come un «coniglio dal cilindro». L’idea di Malagò è di far svolgere i Giochi Olimpici Giovanili 2028 anche in Veneto, replicando così il modello delle Olimpiadi “senior”, sebbene al momento la candidatura sia della sola Lombardia. Ma la risposta di Zaia non si è fatta attendere ed è stata al quanto tranchant: «Più che un coniglio, a me pare un criceto».
Il presidente del Coni al Corriere ha comunque tenuto a ribadire che «con il governatore Zaia il rapporto è assolutamente sereno. Il punto è quello di trovare un accordo sulla collocazione delle gare».
Tuttavia il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, è senza troppe sorprese contrario a perdere gare a favore del Veneto; anche ieri Fontana avrebbe sottolineato come le Olimpiadi 2026 fossero state preparate dalla sua regione con «altri che si sono inseriti», così come nel fronte lombardo c’è chi ricorda che «esiste il diritto di veto. Gli spostamenti devono essere approvati da tutti i rappresentanti dei territori nella Fondazione».
Nel frattempo, Il Fatto Quotidiano riporta che la Procura della Corte dei Conti del Veneto è intenzionata a verificare quanto sia stato finora speso per i progetti legati allo Sliding Center, sia da parte di Infrastrutture Milano Cortina 2026 (Simico) che degli altri soggetti pubblici che si sono occupati del progetto, dall’abbattimento del vecchio budello alla costruzione del nuovo impianto.
Il costo finale, che comprendeva anche la realizzazione di un museo del bob, è stato fissato in 124 milioni di euro, che sarebbero stati finanziati dal governo. Una cifra che, complici la pandemia, le guerre e la conseguente inflazione che ha fatto aumentare i costi delle materie prime, è lievitata nel tempo, se si pensa che nel dossier di candidatura l’importo stimato fosse di soli 42 milioni di euro. Nel bando di gara andato deserto a luglio e riproposto a settembre sotto forma di procedura negoziata, si era arrivati ad 81 milioni, arrivato a quei famosi 124 milioni di euro che comprendono progetti, oneri, accantonamento di fondi rischi e tutta una serie di spese legate a un’opera di queste dimensioni e difficoltà tecnica.
I giudici contabili naturalmente non mettono in discussione la decisione di costruire o meno la pista, ma andranno a verificare se i ritardi abbiano causato un danno erariale. Il fascicolo è stato aperto contro ignoti. Tra i molti aspetti sottoposti a verifica figura sicuramente la spesa di 40mila euro (scoperta da ilfattoquotidiano.it nel bilancio 2022) per la realizzazione di un video in inglese di un minuto e mezzo collocato nella homepage di Simico di presentazione della pista di Cortina.
Per capire se i giudici troveranno qualche spunto utile per procedere a contestazioni, bisogna attendere che acquisiscano i documenti da Simico e dagli altri enti interessati; la progettazione, infatti, è avvenuta in fasi e con protagonisti diversi, spesso avvalendosi di consulenze esterne.