Sci di fondo | 23 novembre 2023, 12:20

Sci di fondo - Intervista a Federico Pellegrino (1ª parte): "A Muonio ho avuto belle sensazioni, mi aspetto di avere conferme; vogliamo andare forte anche per convincere gli scettici"

Foto credit: Pentaphoto

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Se si considera anche l’esordio nel finale della stagione 2009/10, quella che prenderà il via a Ruka, con la sprint in programma venerdì, sarà la quindicesima stagione in Coppa del Mondo per Federico Pellegrino. Alla vigilia della partenza, quindi, Fondo Italia ha contattato il campione valdostano della nazionale e delle Fiamme Oro, per parlare con lui sia delle sue aspettative in vista della stagione alle porte, ma anche di sci di fondo a trecentosessanta gradi.
Abbiamo deciso di dividere quindi l’intervista in due parti. In quella iniziale ci concentriamo sull’aspetto sportivo.

Buongiorno Federico. Con la sprint di venerdì mattina, prenderà il via la Coppa del Mondo 2023/24. Come arrivi a questo inizio di stagione? Cosa ti aspetti da te stesso anche in base a ciò che hai visto a Muonio?

«In occasione delle competizioni disputate due settimane fa a Muonio, ho avuto la sensazione di un Pellegrino più che discreto. Ho quindi voglia di misurarmi con gli altri. Non so cosa aspettarmi, però fin dalla qualificazione di venerdì inizierò a sapere come potrà indirizzarsi la stagione. Mi aspetto di riuscire ad avere belle conferme venerdì, sabato e domenica, e ciò sarebbe molto importante in funzione della stagione, soprattutto dal punto di vista psicologico.
Sabato avremo poi una 10 km a cronometro, format che mi piace molto. Il livello è sempre più alto, anche nella capacità degli atleti di saper gestire uno sforzo di quel tipo, quindi per una differenza di 10” puoi guadagnare o perdere anche tra le dieci e le quindici posizioni. Ovviamente discorso che non vale per extraterrestri quali Niskanen e Klæbo».


Al di là del solito Klæbo, quali sono gli avversari che sei più curioso di affrontare?

«Devo ammettere che sono curioso di vedere come stanno crescendo i giovani, atleti come Antoine Cyr, Ben Ogden piuttosto che Anger, Poromaa, ma anche gli stessi Graz e Barp. Voglio vedere i passi avanti fatti dalla nuova generazione dello sci di fondo. Io sono pronto a difendermi, guardando come sempre anche ai miei coetanei per un confronto diretto, come Golberg, Musgrave o Halfvarsson. A me piace molto questo aspetto  della Coppa del Mondo, le varie dinamiche, scoprire la programmazione degli altri atleti, a quali gare prenderanno parte e quali pianificano di saltare. Se qualcuno deciderà di saltare delle competizioni per puntare a qualche gara in particolare, e chi, come me, correrà il rischio di disputare più gare, ma magari sarà meno performante nella singola. Sarà una stagione bella da affrontare. Poi ovviamente, Klæbo resta il numero uno, il punto di riferimento per tutti, ma questo già lo sappiamo».  

A che punto è il team Italia, donne comprese? Rispetto alla scorsa estate, dopo un anno con Cramer, hai notato ulteriori passi avanti nel gruppo azzurro?

«In generale ho visto dei passi avanti, soprattutto dal punto di vista psicologico, ma anche da quello fisico, che è buono, come si è visto dagli incoraggianti risultati di Muonio. Davide (Graz, ndr) ed Elia (Barp, ndr), hanno fatto bene sia nella sprint a classico che nell’individuale a skating. Anche le donne hanno ottenuto buonissimi risultati con Caterina (Ganz, ndr) e Francesca (Franchi, ndr), solo Anna (Comarella, ndr) è leggermente più indietro, come ampiamente preventivabile dopo operazione e riabilitazione. Purtroppo la sfortuna di avere ai box un atleta come Mocellini non dà alla squadra la possibilità di esprimere al cento per cento il suo potenziale. Ma è bene che adesso pensi al recupero senza fretta e, parlo per esperienza, sono sicuro che tornerà più forte di prima.
Inoltre, in occasione del raduno di Ramsau, ho visto che anche il gruppo Milano Cortina ha lavorato molto bene. Attraverso Strava, sto però notando che in linea generale tutto il fondo italiano si sta allenando bene e tanto, come richiede lo sport agonistico attuale. Complessivamente c’è tanta voglia e penso che tutti sappiano che il lavoro prima o poi paga e lo farà per tutti. E sicuramente nessuno avrà qualcosa da recriminare a sé stesso se le cose non dovessero andare bene. Lo sci di fondo italiano è in evoluzione, si sa che ci vogliono anni per ottenere i frutti di un nuovo percorso e una nuova idea. Mi auguro che chi è più vicino alla linea di Markus (Cramer, ndr), squadra A e Milano Cortina, possa dimostrare con i risultati che questo approccio funziona, anche per convincere coloro che sono ancora scettici. Io credo in questo modo di affrontare le difficoltà di ogni giorno, con meno ansia e un po’ più di tranquillità e voglia di lavorare».  


Perdonaci se facciamo per un momento incursione nella tua sfera personale. Come tutti gli atleti, passerai tanti mesi lontano da casa e per te sarà una novità farlo da papà. Come tu e Greta vi siete organizzati? Lei ed Alexis ti seguiranno in alcune tappe oppure rinuncerai a qualche evento per stare assieme a loro?

«Ovviamente con Greta e Alexis ci siamo organizzati in maniera tale da non passare troppo tempo lontani. Diciamo che già questo periodo al Nord lo spezzerò, non partecipando alla prossima tappa di Coppa del Mondo, in programma a Gällivare. Dopo Ruka, scenderò a casa per allenarmi anche in funzione di un mese di dicembre che prevede poi altre due tappe e il successivo Tour de Ski. Ci aspetta un periodo molto intenso nella qualità, quindi ci vogliono anche un po’ di volumi per sostenerla. Poi, se tutto andrà bene, quando salirò a Östersund verranno con me. Successivamente, se arriverò in fondo al Tour de Ski, saranno su in Val di Fiemme. Ci stiamo organizzando anche per farli venire a Goms e Oslo, in maniera tale che io possa stare più tempo lontano da casa. Vediamo come vanno le cose, se funzionano, altrimenti dovremo immaginare qualcosa di diverso nell’approccio alla stagione, disputando meno weekend di gare.
Per ora, per come ci siamo organizzati, dovremmo riuscire a vivere bene questo inverno. Chiaramente, dipenderà anche tutto da gambe e testa, perché se non dovessero girare, dovremmo rivedere il programma. So bene che il piano A spesso e volentieri serve solo per fare migliori piani B».


Rispetto al passato, come vivi l’inizio della stagione?

«Lo vivo in maniera tranquilla, è interessante pensare di affrontare una stagione intera, non è qualcosa di scontato. Per ora, l’inizio di stagione lo vedo in maniera tranquilla e positiva da questo punto di vista. Ho dovuto già fare le mie scelte, per riuscire a pensare di sostenere tutte le fatiche che ho in mente».

Giorgio Capodaglio

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