Salto | 19 dicembre 2023, 18:02

Salto con gli sci - Annika Sieff: "Non pensavo di essere già così vicina alla top ten. A Engelberg ho anche sbagliato sempre il tempo di stacco"

Foto credit: Pentaphoto

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Appena due gare per entrare nell’ambiente della Coppa del Mondo di salto con gli sci, dopo il clamoroso passaggio dalla combinata nordica, nella quale era una delle più competitive del circuito, e già alla seconda tappa Annika Sieff ha dimostrato di poter lottare per piazzamenti nobili.

A Engelberg, sin dai primi salti di allenamento la fiemmese delle Fiamme Oro si è trovata a proprio agio sul trampolino HS140 elvetico. In gara sono poi arrivati due ottimi piazzamenti, un undicesimo e un quindicesimo posto, che hanno soddisfatto in parte la poliziotta trentina. Infatti, nell’intervista rilasciata a Fondo Italia, Sieff è apparsa non contenta fino in fondo dei suoi salti, consapevole che avrebbe potuto fare anche di più.

Ciao Annika. Ti saresti aspettata di sfiorare la top ten già alla seconda tappa di Coppa del Mondo?

«Sono sincera: no, anche se ci speravo. Visto come erano andate le gare estive, avevo capito che il mio livello di salto non era malissimo, ma da lì a sfiorare le dieci alla seconda tappa, c’è tanto di mezzo».


Che cosa è cambiato in una settimana da Lillehammer alla Svizzera?


«Tornati da Lillehammer, ci siamo fermati un paio di giorni a Kandersteg per allenarci. Ne ho approfittato puntando più sulla qualità che sulla quantità, cercando di entrare in modalità gara e lavorare sui punti che servivano, cambiando quelle due o tre cose che a Lillehammer non avevano funzionato, per riuscire a salire così di livello. A Engelberg, già dal primo salto è andato tutto bene, forse il trampolino si sposa perfettamente con le mie caratteristiche (ride, ndr). Non l’ho trovato particolarmente difficile, così mi sono adattata velocemente alle condizioni trovate. Non mi aspettavo però di essere così avanti. In realtà, ancora adesso sono stupita, mi chiedo se non siano state più le altre a rendere meno, piuttosto che io ad essere andata così bene (ride, ndr). Quando ho finito la mia gara, mi hanno intervistata chiedendomi cosa pensassi nell’essere così vicina alla top ten, per me era così strano sentirmelo dire. Forse, ancora oggi, non ho pienamente realizzato. Diciamo che sono consapevole di non essere arrivata».

Insomma, sei felice della tua performance.

«Non fino in fondo. Come si vede, nel secondo salto della gara domenicale ho sbagliato lo stacco. Nella seconda serie ero in anticipo di un metro, è stato un mio problema tecnico. Se avessi staccato al momento giusto, adesso potrei raccontare un’altra storia. In realtà, per tutto il weekend i miei salti sono stati al limite, sempre un po’ in anticipo. Nell’ultimo ho esagerato, tradita dalla troppa voglia di far bene».

Direi che è molto positivo sfiorare la top ten al secondo fine settimana di Coppa del Mondo e avere così chiaro di aver sbagliato.

«Si, è molto importante. A fine gara ne parlavo proprio con Sebastian (Colloredo, ndr), mio allenatore. Lui mi ha invitata a guardare proprio il lato positivo, perché se avessi ottenuto i miei migliori salti, avrebbe voluto dire non poter fare di più in questo momento. Invece, sappiamo su cosa lavorare e migliorare. Tutti mi hanno fatto i complimenti e sono contenta. Il risultato è stato positivo, ma posso fare di più».

Fino alla passata stagione gareggiavi soltanto su trampolini piccoli, eppure sembri saltare molto meglio sui grandi.

«Mi diverto! Anche da combinatista, capitava a volte in allenamento che chiedessi a Ivo (Pertile, ndr) di farmi saltare ogni tanto dal grande. Appena me lo permetteva, andavo di corsa. Però è più difficile, sul grande si può fare molto la differenza, perché se sai volare bene, esegui nel modo giusto quei due o tre gesti tecnici, puoi guadagnare diversi metri. Il mio gap è lì, devo imparare a guadagnare portanza in volo, più altre piccole cose che possono regalarmi cinque o dieci metri in più. A Lillehammer, sul grande ho fatto più discesa che salto, mentre fortunatamente a Engelberg ho saltato di più. Alla fine il grande mi piace, ma è divertente se salti lungo, non se fai discesa (ride, ndr)».

Le prossime gare si svolgeranno sui trampolini tedeschi della Tournée. Sei emozionata? A Oberstdorf hai già gareggiato da combinatista, ma era un’altra cosa.

«Si, anche perché allora gareggiammo dal piccolo, qui invece salteremo dal grande. Sarà tutta un
’altra avventura. Al di là del posto, sono molto emozionata di gareggiare in questi trampolini. Da una parte, però, mi dispiace che le gare non si svolgano in contemporanea a quelle maschili, dove avremmo avuto soldout. È un’emozione che non ho mai avuto».  

Che effetto ti fa vedere Nika Prevc vincere? L’hai spesso trovata da avversaria in passato nel circuito di OPA Cup.

«Ritengo sia molto motivante. Sono anche tanto felice per lei, anche perché lo merita moltissimo, dal momento che è un’atleta che utilizza sempre delle tute giuste, tutt’altro che grandi. Ora non voglio dire che se ha ottenuto la vittoria lei, possa farlo anche io, ma sicuramente mi dà la carica. Comunque tra Lillehammer ed Engelberg sento di aver preso maggiore consapevolezza di me stessa».

Giorgio Capodaglio

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