L’addio di Maren Lundby al salto con gli sci ha fatto ovviamente scalpore, per il ruolo che l’atleta ha avuto nella disciplina, dentro e fuori la pista di lancio. Una campionessa capace di vincere un oro olimpico, dieci medaglie mondiali e tre coppe del mondo, ma anche di sollevare temi importanti, come parità uomo e donna nello sport, o la problematica riguardante il peso, che è sempre stato un argomento tabù nella disciplina del salto con gli sci. Amata da tanti, non da tutti, come sempre quando si parla di campioni che vogliono lasciare un’impronta che va oltre le competizioni, il suo ritiro segna un momento storico nel panorama femminile del salto con gli sci femminile.
Fondo Italia ha contattato alcune atlete azzurre del salto e della combinata nordica, chiedendo un loro pensiero sul ritiro della grandissima campionessa norvegese.
Lara Malsiner: «Non sono rimasta molto sorprese. Anzi, dopo la sua pausa non mi aspettavo nemmeno che tornasse, soprattutto a livelli di Coppa del mondo, ma ha confermato ciò che ha fatto per tutta la sua carriera. Maren ha avuto tantissimo successo e ha raggiunto moltissimi suoi obiettivi, non solo dal trampolino. Uno di questi era infatti quello di dare la possibilità anche alle donne di saltare dai trampolini di volo. Ci è riuscita e ha realizzato il suo sogno lo scorso anno, quando qualificandosi ha raggiunto anche questo obiettivo. È una donna da ammirare per tutto ciò che ha raggiunto, oltre al successo che ha avuto. Da atleta, posso anche capire che, dopo un po’ di anni, quando hai vinto tutto e sei sempre sotto pressione, soprattutto in Norvegia, ci sta che sei stanca. Credo si sia guadagnata con merito un nuovo capitolo della sua vita».
Veronica Gianmoena: «Maren Lundby è stata senza dubbio una delle atlete che hanno scritto la storia del nostro sport, avendo vinto l’oro olimpico e mondiale, oltre alla coppa del mondo generale. Ma lei ha fatto di più, combattendo tanto per la parità di genere. Si è battuta moltissimo per permettere anche alle donne di saltare dai trampolini di volo. Ci è riuscita. Inoltre, personalmente, ho trovato molto significativo il fatto che sia riuscita, forse la prima, ad esternare quello che è un problema del salto femminile in generale, che è un po’ un tabù e di cui si parla poco, quello dei disturbi alimentari e di quanto possano pesare sulla situazione psicofisica della persona in generale. Si tratta di un problema che, se non viene curato, continua a restare nella vita di ogni giorno.
Quindi, oltre a un’atleta che ha scritto la storia, è stata una donna coraggiosa, perché viviamo in un mondo un po’ maschilista, nel quale le donne fanno fatica a prendere voce e soprattutto ad essere la voce fuori dal coro, cosa che lei ha fatto. Maren si è tolta la maschera mettendosi a nudo, ha avuto coraggio, parlando di un problema che c’è, c’è stato e ci sarà. Questo le darà valore oltre i risultati sportivi. Senza dubbio mancherà allo sport, ma forse chissà, magari coprirà un ruolo all’interno delle federazioni internazionali o in quella norvegese, per portare avanti anche in futuro queste battaglie».
Annika Sieff: «Nell’ultima estate, abbiamo disputato delle gare del Summer Grand Prix, nelle quali era presente e purtroppo non ottenne i risultati che si sarebbe aspettata. Allora si pensava fosse solo un problema tecnico, ma successivamente non l’abbiamo vista né a Lillehammer né a Engelberg. Ci è sembrato strano e ci siamo anche poste qualche domanda.
Nonostante ciò sono rimasta sorpresa quando ho letto la notizia del ritiro, mi è sembrato subito strano. Devo ammettere che non me lo aspettavo. Ho scritto a Jessica (Malsiner, ndr), che al contrario mio, se lo aspettava. Io pensavo che i Mondiali dello scorso anno fossero il suo punto di ripartenza.
Devo ammettere che mi dispiace abbia smesso, perché è stata un’atleta vincente e da una parte sognavo di poter gareggiare con lei, Maren Lundby, la queen dello ski jumping. Ci ha lasciato tanto in eredità, perché ha spinto moltissimo affinché noi donne potessimo gareggiare sul trampolino di volo e non l’ha fatto per sé stessa. Anche se non ci sarà al via delle gare di Vikersund, sarà sempre la sua grande vittoria, perché ha ottenuto ciò che voleva».
Jessica Malsiner: «È un peccato perché era ancora giovane e aveva un bel pezzo di carriera davanti a sé. Al di là di questo, in realtà non mi sorprende tanto, anzi era piuttosto prevedibile visti i problemi avuti in questi anni, in particolare con il peso. Ovviamente mi dispiace, è un gran peccato aver perso una campionessa del genere».
Salto con gli sci – Le azzurre salutano Lundby dopo il suo ritiro: “Una donna coraggiosa che ha scritto la storia del nostro sport”
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