Sci di fondo | 01 gennaio 2024, 12:05

Sci di fondo - Federico Pellegrino: "Se la gamba non risponde quando acceleri, bisogna essere furbi. Sono felice della mia prestazione". E sul caso Chanavat ...

Foto credit Newspower

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DOBBIACO - È un Federico Pellegrino orgoglioso al termine dell'inseguimento da 22,5 km che, a Dobbiaco, ha aperto il 2024. Seppur in una condizione non ottimale, il valdostano delle Fiamme Oro ha lottato con atleti distance di altissimo livello, provando fino all'ultimo a lottare per il podio e concludendo al nono posto, ottenendo il massimo possibile nelle condizioni attuali.

«Sono orgoglioso - ha affermato Pellegrino a Fondo Italia - alla fine sono rimasto in quel gruppo. Gli inseguimenti sono le gare più tattiche, nelle quali bisogna usare bene il cervello. Un paio di volte ho dovuto perdere dei metri e poi sono rientrato con calma appena allentavano la spinta. A maggior ragione quando senti che la gamba non risponde non appena provi a spingere un po' di più, bisogna essere più furbi e oggi sono contento della mia prestazione e anche del risultato.
Su quella salita, nell'ultimo giro, hanno fatto un'aperta troppo forte. Insomma, capisco che sono dei distance forti, ma se scattano così a 3 km dall'arrivo, anche loro la pagano. Infatti sono rientrato».

Nella classifica del Tour de Ski, Federico Pellegrino è ora a 4" dal podio. Non male vista la condizione con cui si era presentato alla sprint. «Dopo la sprint ogni giorno è una scoperta e ogni giorno non so se ci sarò il giorno dopo. Ieri è andata meglio dell'altro ieri, oggi più o meno. Ora abbiamo due giorni per la sprint di Davos dove arriveremo tutti stanchi e cercheremo di fare il massimo». 

Inevitabile chiedere all'azzurro un pensiero sulla mancata esclusione di Chanavat, agevolato dalla decisione della FIS di tenere lui e altri atleti in gara nonostante fossero usciti dal limite di tempo nella 10 km a classico. «Io sono sempre dell'idea che amo le regole, perché da cittadino e da atleta mi trovo a mio agio in una situazione in cui ci sono delle regole che devo rispettare e se non lo faccio vado incontro a una conseguenza. Mi dispiace che alla FIS le modifiche ai regolamenti spesso e volentieri arrivino dopo che vengono fuori delle situazioni particolari. Questa è stata una di quelle. Mi dispiace per tutti quei ragazzi che se non ci fosse stato Chanavat fuori dal tempo massimo sarebbero già stati con le valige a casa, sicuro».

Giorgio Capodaglio

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