Biathlon | 17 gennaio 2024, 18:10

VIDEO, Biathlon - Verso Anterselva, Dorothea Wierer: "Non pensavo di essere qui, è stato un periodo difficile. A dicembre non avrei dovuto gareggiare"

Foto credit: Dmytro Yevenko

Foto credit: Dmytro Yevenko

Nonostante le tante difficoltà non si è arresa ed è pronta a presentarsi al via della tappa di casa ad Anterselva e raccogliere l'abbraccio dei tifosi. L'attesa di rivedere in azione Dorothea Wierer è tanta, nessuno era abituato a vederle saltare due tappe, viziati per anni dai suoi risultati e dalla presenza costante.

Nulla sembra però cambiato, l'azzurra prende possesso del media centre in occasione dell'incontro con i media organizzato dalla FISI ad Anterselva. Tutti cercano Wierer, vogliono chiederle qualcosa riguardo il suo stato di forma, coglierne ogni espressione, leggere tra le frasi qualche indizio sul suo futuro. Anche NRK ne approfitta per intervistare l'azzurra, che come suo solito si destreggia tra italiano, inglese e tedesco. Il ritorno alla normalità, per lei, anche se magari non tutti gli aspetti del biathlon le sono mancati.

Dopo una lunga serie di interviste, Wierer parla anche a Fondo Italia, come potrete vedere nel video sottostante. «Onestamente non pensavo di essere qui - ha affermato l'azzurra a Fondo Italia - quest'anno mi sono ammalata pesantemente quattro volte e non è stato facile. Dopo Lenzerheide mi sono fermata dieci giorni e ho perso tanto allenamento. Mi manca un po' di intensità e anche ritmo gara. Quindi venerdì vedremo come sarà.
Dopo Lenzerheide ho staccato completamente, non ne potevo più. Ho visto le gare di Oberhof, perché quel weekend lì ero ammalata, quindi ero
sul divano con mamma e papà, la prima volta che guardavo con loro le gare di biathlon (ride, ndr).
Il podio della staffetta maschile a Ruhpolding, l'ho vista insieme a Federica Sanfilippo.
Mentre guardavo le gare,
non mi mancava gareggiare, perché a casa esci dalla routine. Se ti ammali che sei lì sul posto, resti in camera in albergo mentre i compagni gareggiano, è diverso, vorresti essere lì in pista a competere. Invece quando sei a casa hai un altro ritmo, un'altra vita. Non mi mancava (ride, ndr)».

Wierer si complimenta poi proprio con Sanfilippo, sua grande amica che proprio un anno fa ha lasciato il biathlon passando allo sci di fondo: «È una duraccia. Non so come ha fatto, visto che a Dobbiaco al Tour de Ski e a Sappada ha gareggiato anche in classico. Non è certo una cosa semplice con appena un anno di preparazione, in una tecnica che noi biatleti non utilizziamo molto. È una ragazza tosta e sono contenta che si stia togliendo ancora soddisfazioni».

Dura, però, lo è anche la stessa Dorothea Wierer, che nonostante mille problemi ha continuato e sta continuando a lottare: «È stato difficile, ma ho sbagliato anche io che ho corso tutto il mese di dicembre ammalata. Ho ricominciato subito, appena mi passava la febbre, il giorno dopo ero sugli skiroll o sugli sci che non è il massimo. Negli anni mi sono sempre ammalata almeno una volta in stagione e ho corso anche quando non stato bene, ma non la pativo così. Quest'anno l'ho presa più duramente, più volte e non è stata semplice da gestire. Nella vita c'è di peggio. Anche se per noi sportivi sembra la cosa peggiore possibile, fuori dal nostro mondo c'è tanto di peggio. Tutto sommato, poi, non è andata nemmeno così male se consideriamo che ho saltato sei gare individuali e corso tutto dicembre che non stavo bene, ma sono ancora nelle trenta».

Obiettivi per il weekend? «Venerdì sono curiosa anch'io di vedere come reagirà il mio fisico. Ultima volta che ho tirato in allenamento mi sono ammalata, quindi potrebbe anche essere che il colpo non reagisce come vorrei. Però darò il massimo e vediamo».

Infine, Wierer ammette di essere felice dell'accoglienza ricevuta da tutto l'ambiente biathlon, in attesa di riabbracciare i suoi tifosi: «Sono stata molto sorpresa nel vedere allenatori di altre squadre, skiman e atlete che erano tutti felici di rivedermi. Mi ha fatto piacere. Poi i tifosi sono sempre speciali. Purtroppo, negli anni li ho abituati bene qui, ottenendo grandi risultati, ma questa volta non sarebbe realistico pensarlo. Però darò il massimo».

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Giorgio Capodaglio

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