Sci di fondo | 27 gennaio 2024, 19:15

Sci di fondo - Riccardo Bernardi, il racconto di un esordio da 16° posto: "Oggi la mia stagione ha avuto una svolta positiva"

Sci di fondo - Riccardo Bernardi, il racconto di un esordio da 16° posto: "Oggi la mia stagione ha avuto una svolta positiva"

Ha ricevuto ufficialmente la prima convocazione in Coppa del Mondo proprio nel giorno del suo compleanno e all’esordio assoluto ha mostrato grande temperamento, forse quello che neanche lui pensava di avere, non avendo dimostrato alcun timore reverenziale a prendere con carattere le code di Klæbo e Chanavat, fenomeni che fin qui aveva visto solo in televisione. Riccardo Bernardi può essere orgoglioso del proprio esordio in Coppa del Mondo nella sprint di Goms, da lui chiusa al 16° posto. Un risultato che fa sorridere il trentino, ragazzo che non ha avuto un cammino facile, ma che è stato sempre capace di rialzarsi, riuscendo anche a farsi amare e stimare da tutto l’ambiente, compagni di squadra, avversari e allenatori.
Dopo a gara lo abbiamo sentito per farci descrivere le emozioni provate.

Ciao Riccardo. Complimenti per questo bellissimo risultato. Prima di tutto descrivici le emozioni provate quando hai saputo della convocazione e la prima volta che sei entrato nello stadio, vedendolo preparato per la Coppa del Mondo.

«La convocazione è stata un bellissimo regalo di compleanno. Ho provato tanta emozione quando me lo hanno detto, anche perché ero un po’ giù di morale in questo periodo a causa del fatto di aver avuto in calendario poche sprint per esprimermi. La convocazione mi ha dato tanta carica e voglia di fare bene. Arrivare qui e vedere tutto lo stadio preparato per la Coppa del Mondo è stato semplicemente wow, spettacolare. Avevo tantissima tensione prima della gara, vedendo l’ambiente attorno a me e così tanti tifosi come erano presenti oggi. Anche solo nel riscaldamento ho provato un’emozione fortissima nel vedere certi atleti sciare con me».

È arrivata la qualificazione, che alla prima assoluta non era affatto scontata.

«Certamente non lo era, anche perché oggi il livello era alto, quindi non ero così certo di superarla. Anzi, all’arrivo, ho anche sbagliato quando ho visto i tempi sul tablet, e leggevo che ero 32°. Probabilmente avevo guardato un intermedio (ride, ndr). Mi sono accorto di essermi qualificato solo quando, una volta al box della squadra, si sono tutti complimentati con me. Allora sono stato super contento, è stato emozionante».

In batteria ti sei trovato con campioni come Klæbo e Chanavat, ma hai dato l’impressione di non avere paura.

«Quando l’ho scelta, volevo evitare di trovarmi con Chicco o Hella a battagliare con altri italiani. Così ho scelto la prima e mi sono detto: “Vada come deve andare”. Alla fine gli altri non avevano numeri troppo migliori dei miei, quindi ho anche pensato di avere qualche chance in più.
In salita ho avuto la fortuna di essere riuscito a portarmi avanti a destra e mi sono trovato dietro Chanavat dopo la curva successiva a sinistra, così facendo la salita sulle sue code ho finito per scollinare terzo. È stato bello avere lì Klæbo e Chanavat, prendere la scia e guardare come fanno. In realtà avevo incrociato Klæbo già due volte nel riscaldamento e avevo cercato così di prenderne la scia e studiarmi le sue traiettorie».  


L’impressione è che non avessi alcun timore.


«In realtà ero teso come una corda di violino (ride, ndr). Alla fine però ho lasciato che le cose andassero come dovevano, perché non dovevo dimostrare nulla, avevo zero pressioni. Ci ho creduto solo all’ultima curva, lì mi sono detto che dovevo restare terzo».

Sicuramente questa gara ti dà maggiore sicurezza e consapevolezza nei tuoi mezzi. Insomma, a 24 anni hai dimostrato di valere la Coppa del Mondo.

«Sicuro la gara odierna lascia consapevolezza, anche se ogni competizione ha storia a sé. Ancora non ho realizzato ciò che è successo. So che magari per molti non è un risultato di spicco, ma come esordio è un bel risultato e mi fa capire che posso essere lì. Insomma, forse ho i numeri per poter stare anche io in Coppa del Mondo. Certamente è un risultato che mi dà tanto umore positivo, perché la stagione non era partita bene, visto che quella di oggi era per me soltanto la terza sprint della stagione e nelle distance faccio ancora fatica. Invece, oggi, la stagione ha avuto una svolta positiva».

Il tuo non è stato un percorso facile. Oggi, senti di voler ringraziare qualcuno?

«Sicuramente la gara di oggi parte da lontano, da quando sono rimasto fermo non mesi nel mio primo anno senior. Anzi, voglio ringraziare tutti coloro che hanno fatto parte di questo percorso, ancora prima dell’arruolamento nel CS Carabinieri. Poi ovviamente ringrazio il mio corpo sportivo, che mi ha sostenuto tanto nelle difficoltà, senza mettermi pressione. Allora la nazionale mi diede fiducia, tenendomi in squadra anche dopo lo stop, ma poi lo scorso anno sono ripartito dalla squadra di sede dei Carabinieri e hanno fatto un grande lavoro con me. Infine ringrazio anche tutti coloro che lavorano nella squadra nazionale di quest’anno. Insomma sono veramente tante le persone da ringraziare. Ci tengo però a dedicare il grazie più grande alla mia famiglia, che era qui presente: a mia mamma, mia sorella e la compagna di mio papà. Sono felice di aver condiviso questa gioia con loro, mi hanno dato una spinta in più».

Giorgio Capodaglio

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