Sport vari | 07 febbraio 2024, 17:50

Doping - La camera ipobarica non è più vietata, l'Italia si uniforma alle normative WADA

Doping - La camera ipobarica non è più vietata, l'Italia si uniforma alle normative WADA

Arriva una buona notizia per gli atleti italiani: è caduto il divieto dell’uso della camera ipobarica, normativa che rendeva l’Italia un caso unico a livello internazionale sebbene il Codice mondiale della WADA (l’agenzia mondiale antidoping) contemporaneamente ne ha concesso l’uso non considerandola una pratica dopante.

Oggi invece il Ministero della Salute ha inviato una comunicazione alla Federazione Medico Sportiva e a tutte le federazioni sportive, in cui si legge che "In riferimento all'ultimo decreto ministeriale che contiene la lista dei principi attivi e metodi dopanti del 23 ottobre 2023, che recita "Non è vietato l’utilizzo della camera ipobarica; l’atleta che ricorre a tale pratica deve rimanere sotto stretto controllo del medico sportivo sia prima che dopo l’utilizzo della camera ipobarica", si rappresenta che tale indicazione scaturisce da un approfondimento scientifico-bibliografico effettuato dal Consiglio Superiore di Sanità, che si è espresso su richiesta della Sezione per la vigilanza e il controllo sul doping del Comitato Tecnico Sanitario, per fornire un parere tecnico scientifico sulla possibilità di usare la camera ipobarica ad uso sportivo. Tale metodica era proibita, contrariamente a quanto già previsto dalla Wada (agenzia mondiale antidoping). Al fine di allineare il trattamento degli atleti italiani con quelli stranieri, la Sezione per il controllo sul doping ha ritenuto di procedere con la suddetta richiesta".

Pertanto gli atleti italiani, sul territorio italiano ed estero, non saranno più soggetti a squalifiche come per una normale positività, per l’utilizzo della tenda o la camera ipobarica, che fino ad oggi erano considerate alla pari di "Strumenti e pratiche dopanti" e lo stesso valeva anche per gli atleti stranieri che l'avessero usate nel nostro Paese.

Queste tende, che sono collegate a un compressore, riducono progressivamente la quantità di ossigeno a disposizione, come se l'atleta dormisse ad alta quota: in questa maniera, il corpo è obbligato a produrre naturalmente più globuli rossi, e quindi ci sarà una percentuale maggiore di ossigeno a disposizione per lo sforzo sportivo. Per avere benefici concreti in termini di ossigenazione del sangue gli allenatori considerano un periodo minimo di almeno due settimane in quota o in camera ipobarica.

Federica Trozzi

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