Sci di fondo | 08 aprile 2024, 17:00

Sci di fondo - Bolshunov l'atleta più testato secondo RUSADA, ma in Norvegia sono scettici: "Testano chi vogliono e ottengono i risultati che vogliono"

photo credits - Newspower

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La Russia è estromessa dalle competizioni internazionali da ormai due stagioni, ma la rivalità – anche giornalistica – tra norvegesi e russi non accenna a quietarsi, soprattutto ora che le competizioni sono state ormai pressoché archiviate e la cosiddetta silly season è alle porte. 

Il commentatore sportivo della NRK Jan Petter Saltvedt, rilasciando un'intervista al quotidiano norvegese Nettavisen, ha avuto da ridire sulle procedure antidoping russe. I media russi, infatti, hanno ampiamente raccontato quest'inverno di come Alexander Bolshunov sia stato l'atleta maggiormente sottoposto ai test antidoping durante i primi due mesi dell'anno in Russia. Stato ai report di RUSADA, l'Agenzia Antidoping Russa, il campione dello sci di fondo russo è stato testato cinque volte tra gennaio e febbraio.

Un'informazione che potrebbe sembrare rassicurante e dare l’impressione che la Russia stia prendendo sul serio il lavoro antidoping in un periodo in cui i suoi atleti sono banditi dalle competizioni internazionali. Tuttavia, Saltvedt ritiene che, visti precedenti russi in merito al doping, questi titoli siano solo uno specchietto per le allodole, l'ennesima storia di propaganda nei confronti tanto della propria popolazione, quanto del resto del mondo.

«Credo che questi tentativi di esaltazione di Bolshunov siano controproducenti» ha dichiarato Saltvedt «Stanno facendo quello che alcune federazioni internazionali hanno sempre fatto: testano le stelle che vogliono e ottengono i risultati che vogliono. I russi non hanno alcuna credibilità quando si tratta di effettuare test antidoping sul proprio territorio»

Il commentatore della NRK prosegue ricordando che RUSADA ha ricevuto la status di non conformità dalla WADA (Agenzia Mondiale Antidoping): «Non possono nemmeno provare a fingere che ci sia stato un cambio di regime dopo Sochi e quello che è successo all'epoca, nessuno si fida di loro».

Il riferimento è ovviamente ai Giochi Olimpici Invernali del 2014, quando la Russia commise numerose violazioni delle norme antidoping che sono costate alla Russia, come nazione l'esclusione dalle competizioni internazionali nel 2019 (sebbene gli atleti non coinvolti nello scandalo hanno potuto continuare la loro attività agonistica sotto bandiera neutrale); con l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, il ban si è esteso a tutti gli atleti nella maggior parte delle competizioni internazionali, comprese le discipline nordiche.

Questa esclusione dalle competizioni internazionali ha fatto sì che molti, inclusi diversi atleti, abbiano iniziato a temere che gli atleti non siano testati correttamente per il doping in casa. Tra di loro c'è anche il fondista svedese Calle Halfvarsson il quale, esprimendo scetticismo, vorrebbe un periodo di “quarantena” qualora gli atleti russi dovessero tornare a gareggiare in ambito internazionale. 

«Non hanno credibilità e, in un certo senso, il sospetto si è rafforzato proprio perché sono rimasti isolati»

Federica Trozzi

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