Quest’inverno, oltre alla vittoria in Coppa del Mondo di Lisa Vittozzi, l’Italia ha festeggiato il successo nella classifica Under25 di Tommaso Giacomel, che può togliersi di dosso l’etichetta della "promessa" in ottica futura e iniziare a parlare di realtà solida per il presente della squadra maschile.
Un traguardo che il trentino ha raggiunto mettendosi alle spalle un avversario in particolare, Eric Perrot che, proprio come il finanziere trentino, è sempre meno un prospetto e sempre più una colonna della squadra d’oltralpe. Un risultato, più di tutti, testimonia il potenziale, già visibile ma non ancora completamente espresso, del 22enne francese: la sua vittoria nella sprint di Soldier Hollow.
Un risultato che ha stupito tutti, anche il diretto interessato, e che racchiude in sé una serie "prime volte": innanzitutto, si tratta del primo successo da quasi due stagioni per il settore maschile transalpino, che non saliva sul gradino più alto del podio in una gara individuale dall’ultimo successo di Quentin Fillon Maillet a Kontiolahti nel 2022. E in una stagione così magra di risultati per il team maschile, al contrario di quello femminile, una vittoria non ha potuto far altro che alzare il morale dei Bleus.
Inoltre, a 22 anni e 8 mesi, Perrot è diventato il primo vincitore di una gara in Coppa del Mondo nato nel XXI secolo. Un traguardo, questo, a cui nessuna donna è ancora giunta – al femminile, del resto, la più giovane vincitrice resta al momento Elvira Oeberg, nata però nel 1999 – mentre al maschile, era una "volata" a tre tra il francese, l’azzurro Giacomel e lo svizzero Hartweg, gli unici 2000 ad aver già trovato il podio in gare individuali.
Il biatleta franco/norvegese (ricordiamo infatti che sua madre è la ex biatleta Tone Marit Oftedal) è entrato nella storia come il più giovane vincitore nel circuito maggiore dal 2013, quando Johannes Boe si impose per la prima volta, curiosamente proprio in terra francese. Il minore dei fratelli Boe, poco più che ventenne, rimane ancora imbattuto nell’assoluto, così come, in ambito francese, Perrot è surclassato da un altro nome che ha fatto la storia del biathlon mondiale: si tratta naturalmente di Martin Fourcade, che ottenne la sua prima vittoria nel marzo 2010 a Kontiolahti a 21 anni e 6 mesi.
Ciò dimostra che riuscire a centrare la vittoria in giovane età nel biathlon non è un’impresa facile e, il più delle volte, è il presagio di un’imminente brillante carriera.
Biathlon – La Coppa del Mondo è “arrivata” nel XXI secolo: Eric Perrot è stato il primo vincitore ad essere nato negli anni 2000

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