Le Olimpiadi sono uno degli eventi sportivi più importanti e seguiti al mondo. Per gli atleti sono il traguardo massimo da raggiungere: anche solo partecipare può essere il punto più alto di una carriera agonistica, soprattutto per le realtà sportive più piccole. Dietro ogni partecipazione a cinque cerchi ci sono storie diverse, di denti stretti, promesse fatte, ritorni inaspettati.
I Giochi Olimpici sono anche però il racconto di un territorio che si apre al mondo per offrire il meglio di sé attraverso lo sport. E questo sarà amplificato al massimo nelle prossime Olimpiade tricolori che, attraverso la loro struttura "diffusa", metteranno a disposizione dei partecipanti alle gare quelli che in Italia possono essere considerati i "templi" delle discipline. Predazzo, ad esempio, con i suoi trampolini e le piste da sci, ma anche e soprattutto Anterselva, roccaforte del biathlon azzurro. Ed è proprio nella valle perpendicolare alla Val Pusteria, al centro del Parco Naturale delle Vedrette di Ries-Aurina, che gli account social di Milano-Cortina 2026 ci portano per scoprire i luoghi dell’appuntamento a Cinque Cerchi che ci aspetta.
Anterselva regala all’Italia tantissimi campioni fin dagli anni ’70, quando Paul Zingerle portò nella sua terra natia la disciplina, trascinando con sé tutta la valle in questa avventura. Come ad esempio Rudolph Bachmann, che della sua passione per l’artigianato e per il biathlon ha fatto un mestiere. Da un bisogno – la riparazione della carabina di un giovane atleta durante una gara – è iniziata un’avventura che continua ancora oggi. Ecco dunque che questo racconto di sport si unisce ai luoghi e alla gente che li abita e non stupisce che questa felice metafora della vita, si applichi proprio al biathlon, che da sempre ha ribattezzato la sua "carovana" con l’appellativo di biathlonfamily.
Biathlon – Quando lo sport diventa tutt’uno con un territorio: Milano Cortina racconta Anterselva

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