Come tanti altri gruppi, italiani e stranieri, la nazionale di biathlon statunitense è in questi giorni a Livigno per un raduno in quota di rito. Un passaggio fondamentale per le squadre delle discipline invernali ma in particolare per quelle di biathlon che nei prossimi due invernali avranno i loro appuntamenti più importanti, i Mondiali e le Olimpiadi, in due località site rispettivamente a 1400 e 1600 metri sul livello del mare.
A fare gli onori di casa, è proprio il caso di dirlo, il tecnico livignasco Emil Bormetti, che è parte dello staff a stelle e strisce da due stagioni. Il giovane tecnico, grazie alla sua esperienza in Australia e Nuova Zelanda, è la figura perfetta per un gruppo altrettanto giovane e multiculturale come quello del biathlon statunitense, che pur con un po’ di fatica, sta provando a crescere. In coppia con Armin Auchentaller, head coach della squadra élite, si sta creando un ambiente sportivo di grande livello, che coniuga la mentalità made in US con la tradizione e l’esperienza del biathlon italiano, che presto avrà uno nuovo rappresentate in Tommaso Longa, he si occuperà della gestione della skiroom per quanto riguarda l’IBU Cup.
Presenti in Alta Valtellina con un team composto da 6 uomini e 2 donne, c’è grande entusiasmo all’interno del gruppo, in cui molti hanno visitato la località per la prima volta. Dopo qualche giorno di adattamento alla quota, e per riprendersi dal lungo viaggio dall’America e dal jet lag, gli allenatori hanno iniziato a caricare poco alla volta gli atleti nei loro allenamenti.
Ad una delle sessioni del training camp era presente anche Fondo Italia, che con Bormetti ha parlato dello stato di salute del movimento del biathlon statunitense, della preparazione estiva e in particolare di Campbell Wright, che dopo il passaggio agli Stati Uniti dalla Nuova Zelanda, sta diventato un vero e proprio trascinatore per tutta la squadra.
VIDEO, Biathlon – Emil Bormetti (all. USA): “Campbell Wright ci ha dato solo un assaggio di ciò che potrebbe essere nei prossimi anni”

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