In rampa di lancio dopo un’ottima stagione tra Coppa del Mondo e Mondiali di biathlon, Lou Jeanmonnot è tra le atlete su cui la Francia ripone la maggior parte delle sue speranze per il futuro. Non solo il secondo posto nella classifica generale del massimo circuito, ma anche 4 medaglie iridate al collo (due ori e due bronzi), arrivate durante la rassegna di Nove Mesto. Ad approfondire la sua storia è Nordic Magazine, che pubblica un approfondito portrait della biatleta francese, interpellando alcune delle persone che le sono state a fianco nel suo percorso di crescita. Dagli inizi nel biathlon, passando per gli esordi in Ibu Junior Cup e Ibu Cup, fino ad arrivare agli acuti in Coppa del Mondo, conosciamo meglio Lou Jeanmonnot.
A riportare alla mente i tempi passati è il suo primo allenatore Ludovic Bourgeois: “Ricordo una delle sue prime gare nazionali tra i cadetti, a Plans d’Hotonnes. Cinque minuti prima di partire era molto stressata. I nostri occhi si incontrarono. Sentivo che aveva bisogno che le parlassi e le dissi: ‘Se fai quello che sai fare, vincerai’. Con un 10/10 ha vinto”. Un passo indietro verso gli inizi della carriera della transalpina, la quale già nel 2015, a soli 17 anni, era già parte della nazionale junior della Francia, condizione che l’ha spinta a trasferirsi a Prémanon.
Fin dagli inizi, il carattere di Jeanmonnot si è sempre contraddistinto per la grande propensione al sacrificio e al lavoro: “Non era una persona particolarmente dotata, ma una gran lavoratrice – ricorda ancora Bourgeois – fin dai suoi inizi tra le ragazze più giovani, ha sempre seguito le mie indicazioni. Ora i registri degli allenamenti sono online e si compilano automaticamente. Ma quando era una cadetta, era ancora su una cartella di lavoro di Excel. Domenica sera bisognava mandare una mail all'allenatore e non ce n'è stato un giorno in cui non abbia ricevuto il suo documento”.
A parlare di lei sono anche i suoi famigliari, che aiutano a dipingere un’immagine più chiara della sua personalità. “È molto calma, ma molto determinata – conferma la sorella minore Prune Jeanmonnot, anche lei ex biatleta – Lo scorso inverno, nonostante i risultati, non si vantava quando tornava a casa”. Il padre dell’atleta francese, invece, viene dallo sci alpino, ma è responsabile del club di tiro locale. Un aspetto che ha permesso a Jeanmonnot di fare della precisione al poligono una delle sue migliori qualità: “Grazie a questo ha delle basi solide – prosegue il suo ex allenatore Bourgeois – In terza elementare, per la prima volta nella sua vita, fece cinque su cinque”.
A soffermarsi sulla precisione al poligono di Jeanmonnot è poi Caroline Colombo, sua compagna di squadra per molti anni, la quale aggiunge: “Riesce nel tiro grazie alla sua concentrazione istantanea. Collega il cervello in modo efficace. Considerando che era forte nel tiro fin dall'inizio, ha potuto costruirsi molta fiducia. Adesso è un punto di forza per lei”.
Consapevole di questa sua capacità nel tiro, Jeanmonnot riserva alla sua carabina un’attenzione speciale: “È un bellissimo oggetto – spiega la stessa Jeanmonnot – Anche se ho cambiato regolarmente alcuni pezzi, ce l'ho da dieci anni. È sempre mio padre che la vernicia e la ripara quando c’è un problema. Quando ero più piccola lei aveva regolarmente diritto a ricevere un bacio. Ora che sono adulta lo faccio di meno”. Insomma, un’attenzione quasi maniacale ai dettagli, che si è dimostrata fruttuosa col passare degli anni.
A fronte di un’estrema precisione nel tiro, per la prima parte della sua giovane carriera a mancare erano tuttavia le prestazioni sugli sci. Un aspetto su cui ha lavorato molto con l’aiuto del tecnico Cyril Burdet, il quale specifica: “Quando ho conosciuto Lou, era un'atleta davvero completa, con grandi qualità fisiche, sia a livello aerobico, VO2 max che muscolare. Mi è sembrato davvero sorprendente vedere i tempi che faceva sugli sci. Osservandola muoversi sugli sci ho visto che usava pochissimo le gambe. C'erano evidenti carenze tecniche”. Un aspetto confermato anche da Jeanmonnot: “Non stavo usando le mie capacità al 100%. Avevo così tanto in mente di essere la più brava nel tiro, che quasi arrivavo a pensare di non essere bravo nel fondo”.
Carenze colmate, anzi completamente ribaltate. Jeanmonnot è infatti riuscita a trovare negli anni seguenti grande feeling anche sugli sci, tanto da vincere anche nello sci di fondo al Martin Fourcade Nordic Festival 2023. Ora, dopo l’annata migliore della sua carriera, è pronta per dare battaglia alle migliori atlete del circuito, tra cui ci sarà anche l’azzurra Lisa Vittozzi, unica in grado di starle davanti nella classifica generale nella stagione 2023/24. Jeanmonnot punta in alto. E abbiamo imparato a capirlo: quando punta, difficilmente fallisce il colpo.
Un dato, con il 91,7% al poligono, nell'ultimo inverno Jeanmonnot è stata la seconda migliore in assoluto, dietro alla sola tedesca Vanessa Voigt (93,1%).