Biathlon | 08 agosto 2024, 18:00

Biathlon - Dedizione, umiltà e doti da cecchino: alle origini di Lou Jeanmonnot

Biathlon - Dedizione, umiltà e doti da cecchino: alle origini di Lou Jeanmonnot

In rampa di lancio dopo un’ottima stagione tra Coppa del Mondo e Mondiali di biathlon, Lou Jeanmonnot è tra le atlete su cui la Francia ripone la maggior parte delle sue speranze per il futuro. Non solo il secondo posto nella classifica generale del massimo circuito, ma anche 4 medaglie iridate al collo (due ori e due bronzi), arrivate durante la rassegna di Nove Mesto. Ad approfondire la sua storia è Nordic Magazine, che pubblica un approfondito portrait della biatleta francese, interpellando alcune delle persone che le sono state a fianco nel suo percorso di crescita. Dagli inizi nel biathlon, passando per gli esordi in Ibu Junior Cup e Ibu Cup, fino ad arrivare agli acuti in Coppa del Mondo, conosciamo meglio Lou Jeanmonnot.

A riportare alla mente i tempi passati è il suo primo allenatore Ludovic Bourgeois: “Ricordo una delle sue prime gare nazionali tra i cadetti, a Plans d’Hotonnes. Cinque minuti prima di partire era molto stressata. I nostri occhi si incontrarono. Sentivo che aveva bisogno che le parlassi e le dissi: ‘Se fai quello che sai fare, vincerai’. Con un 10/10 ha vinto”. Un passo indietro verso gli inizi della carriera della transalpina, la quale già nel 2015, a soli 17 anni, era già parte della nazionale junior della Francia, condizione che l’ha spinta a trasferirsi a Prémanon.

Fin dagli inizi, il carattere di Jeanmonnot si è sempre contraddistinto per la grande propensione al sacrificio e al lavoro: “Non era una persona particolarmente dotata, ma una gran lavoratrice – ricorda ancora Bourgeois – fin dai suoi inizi tra le ragazze più giovani, ha sempre seguito le mie indicazioni. Ora i registri degli allenamenti sono online e si compilano automaticamente. Ma quando era una cadetta, era ancora su una cartella di lavoro di Excel. Domenica sera bisognava mandare una mail all'allenatore e non ce n'è stato un giorno in cui non abbia ricevuto il suo documento”.

A parlare di lei sono anche i suoi famigliari, che aiutano a dipingere un’immagine più chiara della sua personalità. “È molto calma, ma molto determinata – conferma la sorella minore Prune Jeanmonnot, anche lei ex biatleta – Lo scorso inverno, nonostante i risultati, non si vantava quando tornava a casa”. Il padre dell’atleta francese, invece, viene dallo sci alpino, ma è responsabile del club di tiro locale. Un aspetto che ha permesso a Jeanmonnot di fare della precisione al poligono una delle sue migliori qualità: “Grazie a questo ha delle basi solide – prosegue il suo ex allenatore Bourgeois – In terza elementare, per la prima volta nella sua vita, fece cinque su cinque”.

A soffermarsi sulla precisione al poligono di Jeanmonnot è poi Caroline Colombo, sua compagna di squadra per molti anni, la quale aggiunge: “Riesce nel tiro grazie alla sua concentrazione istantanea. Collega il cervello in modo efficace. Considerando che era forte nel tiro fin dall'inizio, ha potuto costruirsi molta fiducia. Adesso è un punto di forza per lei”.

Consapevole di questa sua capacità nel tiro, Jeanmonnot riserva alla sua carabina un’attenzione speciale: “È un bellissimo oggettospiega la stessa Jeanmonnot Anche se ho cambiato regolarmente alcuni pezzi, ce l'ho da dieci anni. È sempre mio padre che la vernicia e la ripara quando c’è un problema. Quando ero più piccola lei aveva regolarmente diritto a ricevere un bacio. Ora che sono adulta lo faccio di meno”. Insomma, un’attenzione quasi maniacale ai dettagli, che si è dimostrata fruttuosa col passare degli anni.

A fronte di un’estrema precisione nel tiro, per la prima parte della sua giovane carriera a mancare erano tuttavia le prestazioni sugli sci. Un aspetto su cui ha lavorato molto con l’aiuto del tecnico Cyril Burdet, il quale specifica: “Quando ho conosciuto Lou, era un'atleta davvero completa, con grandi qualità fisiche, sia a livello aerobico, VO2 max che muscolare. Mi è sembrato davvero sorprendente vedere i tempi che faceva sugli sci. Osservandola muoversi sugli sci ho visto che usava pochissimo le gambe. C'erano evidenti carenze tecniche”. Un aspetto confermato anche da Jeanmonnot“Non stavo usando le mie capacità al 100%. Avevo così tanto in mente di essere la più brava nel tiro, che quasi arrivavo a pensare di non essere bravo nel fondo”.

Carenze colmate, anzi completamente ribaltate. Jeanmonnot è infatti riuscita a trovare negli anni seguenti grande feeling anche sugli sci, tanto da vincere anche nello sci di fondo al Martin Fourcade Nordic Festival 2023. Ora, dopo l’annata migliore della sua carriera, è pronta per dare battaglia alle migliori atlete del circuito, tra cui ci sarà anche l’azzurra Lisa Vittozzi, unica in grado di starle davanti nella classifica generale nella stagione 2023/24. Jeanmonnot punta in alto. E abbiamo imparato a capirlo: quando punta, difficilmente fallisce il colpo.

Un dato, con il 91,7% al poligono, nell'ultimo inverno Jeanmonnot è stata la seconda migliore in assoluto, dietro alla sola tedesca Vanessa Voigt (93,1%).

Fausto Vassoney