“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”. Così dice un iconico verso dell’intramontabile brano "Amici mai" di Antonello Venditti, ed è proprio vero. Alcune storie d’amore, nella vita come nello sport, sono destinate a ripresentarsi. Puntuali come non mai, in un eterno ritorno che contribuisce a scrivere (e riscrivere) romantiche pagine di storia. Quella di Therese Johaug è una storia in parte già scritta, ma desiderosa di aggiungere un nuovo capitolo a un libro che è già una Bibbia dello sci di fondo. Lo aveva fatto intuire con diversi indizi e lo aveva fatto sperare a tutti quando ora sugli sci, ora in una mezza maratona o in un trail, Johaug si era immancabilmente presa il primo posto, stupendo tutti e stupendo forse anche se stessa. per quanto fosse ancora in grado di dominare come una volta. E alla fine lo ha annunciato ufficialmente: Therese Johaug tornerà a 36 anni a gareggiare con la nazionale norvegese di sci di fondo, dopo oltre 2 anni di stop dalle competizioni. Non si tratta di certo della prima volta che nello sport si concretizza un grande ritorno di questa portata. Da Michael Jordan a Bjorn Borg, sono innumerevoli gli esempi di atleti che dopo il ritiro dall’attività non hanno saputo resistere al richiamo del proprio sport.
Tra gli esempi più recenti e in un certo senso anche più affini alla situazione di Johaug, c’è il caso di Marcel Hirscher. Anche lui, come la fondista norvegese, durante la carriera ha dominato per lunghi tratti, arrivando a vincere ben 8 Coppe del Mondo di sci alpino consecutive tra il 2012 e il 2019. Ritiratosi delle competizioni proprio nel 2019, il fenomeno austriaco ha da qualche mese annunciato che tornerà nella stagione 2024/25 a prendere parte alla Coppa del Mondo. La particolarità? Non lo farà sotto la bandiera dell’Austria, bensì dell’Olanda, il paese della madre.
Tra i casi più emblematici in questo senso, c’è poi quello di Michael Jordan, campione statunitense del basket, che chiuse la sua carriera per la prima volta nel 1993, in seguito al lutto dovuto all’improvvisa scomparsa del padre, scegliendo di provare a farsi strada nel baseball. Dopo 17 mesi, l’americano tornò poi sui propri passi facendosi così rivedere sul rettangolo di gioco con la maglia dei Chicago Bulls a partire dal 1995. Con i Bulls vinse altri 3 titoli NBA (3 li aveva già vinti negli anni precedenti), arrivando poi a un secondo ritiro tra il 1998 e il 2001. Negli ultimi anni di carriera, imbastì un secondo ritorno con la maglia dei Washington Wizards, con cui giocò per due stagioni prima del ritiro definitivo nel 2003.
Spostandosi sul tennis, non si può non citare Bjorn Borg, leggenda dello sport svedese. Capace di vincere, tra le altre cose, 5 titoli consecutivi a Wimbledon e 6 Rolland Garros tra il 1974 e il 1981, Borg si ritirò dall’attività nel 1983. Il tennista tentò nei primissimi anni ’90 di tornare in attività, ma i risultati furono ben diversi da quelli avuti da Michael Jordan: in 3 anni tentò la partecipazione a una dozzina di tornei, chiudendo con altrettante sconfitte al primo turno, prima di ritirarsi definitivamente nel 1993.
Anche nel pugilato non mancano gli esempi di grandi ritorni, alcuni fruttuosi, altri meno. La scelta di tornare a combattere sorrise all’americano George Foreman, primatista mondiale dei pesi massimi che nel 1977 si allontanò dal ring e cadde in depressione, per poi ritornare a combattere 10 anni dopo e riprendersi incredibilmente il titoli mondiale. Un comeback che tentò anche il leggendario Muhammad Alì, tornato a combattere nel 1980 dopo due anni dal ritiro. Per lui, tuttavia, l’esito non fu il medesimo di Foreman e non riuscì dunque a ripetersi.
Un copione che si ripete e che caratterizzò anche la storia del pilota tedesco Michael Schumacher. Vincitore di 7 Mondiali di Formula 1 tra il 1994 e il 2004 in sella alla Ferrari, Schumi si ritirò per la prima volta nel 2006. Dopo circa 4 anni trascorsi tra il ruolo di consulente e collaudatore, il pilota tedesco decise di accettare l’offerta della Mercedes che nel 2010 provò a rimetterlo al volante. L’esito non fu però quello sperato, con un solo podio centrato in 3 anni e tante delusioni. Il ritiro arrivò poi nel 2012. Nella Formula 1 si ricorda anche il caso del pilota spagnolo Fernando Alonso, ritiratosi nel 2018 per poi ripresentarsi al via nel 2021 (è ancora in attività).
Insomma, nella storia dello sport quello del romantico ritorno è un ritornello che si ripete a più riprese, con esiti opposti a seconda dei casi. In questo contesto si inserisce Therese Johaug, che per la grandezza delle sue conquiste sportive merita senza dubbio un posto a fianco dei vari Jordan, Borg, Schumacher, Hirscher e compagnia bella. Come finirà il secondo capitolo della norvegese nello sci di fondo? Questo solo il tempo potrà dircelo.
Sci di fondo – Johaug come Hirscher e Jordan: i grandi ritorni nello sport, tra trionfi e fallimenti
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