Che fosse un po’ arrugginito lo si poteva mettere in preventivo, ma ovviamente vederlo arrivare decimo in qualificazione e ultimo nella finale fa sempre un certo scalpore. Johannes Klæbo ha fatto molta fatica nella sprint a classico del Toppidrettsveka, che si è svolta ad Aure, riuscendo a superare la batteria dei quarti come lucky loser e rallentando poi nel corso della finale chiudendo così sesto, nella gara vinta dal giovanissimo 2004 Oskar Opstad Vike, che lo scorso anno ai Mondiali Juniores di Planica concluse 22° nella sprint a skating.
Un risultato che da una parte sorprende, ma dall’altra bisogna anche ricordare le tante difficoltà estive avute da Klæbo, costretto a rallentare la propria preparazione, a fermarsi, tanto da aver perso, come da lui quantificato, circa cento ore di allenamento. Un’enormità per un atleta come lui, tanto da aver preferito rinunciare al Blinkfestivalen di due settimane fa.
Al termine della gara, il vincitore della medaglia d’oro nella sprint negli ultimi tre Mondiali e due Olimpiadi, pur non felice, è apparso molto tranquillo. «È andata un po’ come previsto – ha affermato Klæbo a NRK – è la prima volta che faccio una gara in classico da quella di Lahti (a marzo). Abbiamo fatto quattro buoni sprint oggi. Se dovessi riassumere, sono sorpreso più positivamente che negativamente ed è ciò che porto con me. Rispondo bene ad un po’ di allenamento, così va bene».
Siamo solo a metà agosto e mancano ancora ben sei mesi al Mondiale di sci di fondo, quando proprio a Trondheim tutti cercheranno di togliere a Klæbo lo scettro di campione del mondo: «Il risultato di oggi non significa molto a lungo termine». Insomma, vincere è sempre bello e un campione non vuole mai perdere, ma dall’altra parte è importante ricordare che sono solo gare estive, volte ad ottenere la forma migliore quando serve, da fine novembre a fine marzo.
Sci di fondo – Klæbo sconfitto nella sprint del Toppidrettsveka non si preoccupa: “Era previsto, anzi sono sorpreso positivamente”

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