Tommaso Giacomel è reduce da una stagione positiva con l’ottavo posto in classifica generale di Coppa del Mondo (dopo Jacquelin, il primo dei non norvegesi in graduatoria) con due podi individuali a Ruhpolding e Canmore e la medaglia d’argento ai Mondiali di Nove Mesto nella staffetta Single Mixed insieme a Lisa Vittozzi.
Ma le ambizioni del 24enne trentino sono di fare ancora meglio in futuro, già da questa stagione, come ha dichiarato nell’intervista rilasciata al Corriere dello Sport: “Sono contento della passata stagione, rispetto all’anno precedente ho scalato dal dodicesimo all’ottavo posto della generale. So che ho ancora dei limiti al tiro e che dal punto di vista fisico ci vorrà ancora lavoro per colmare il gap con i campioni più esperti. In questa stagione l’obiettivo è migliorare ancora, arrivando nei primi cinque in classifica di Coppa del Mondo e vincendo la mia prima gara nel circuito”.
Il biathleta delle Fiamme Gialle parla anche dell’importanza della gestione mentale durante la gara: “Su questo aspetto sono migliorato molto. Vivo le cose in maniera diversa, ho capito che facciamo solo gare di biathlon, abbiamo la fortuna di ricevere uno stipendio facendo ciò che ci piace, non tutti hanno questa fortuna”.
L’atleta di Imer, nel Primiero, si esprime anche sul rapporto con il padre Fabio, fondista di livello assoluto, con un terzo posto alla Marcialonga nel 2000: “So che è fiero di me, vede il mio grande impegno ed è orgoglioso della dedizione che metto nel mio lavoro. Allo stesso tempo so anche che non avrebbe voluto che seguissimo le sue orme, facendo tutta questa fatica ogni giorno. Quando viene a vedermi non credo soffra esageratamente la tensione, o almeno non lo dà a vedere, a differenza di mia madre che è molto più passionale”.
Nell’intervista Giacomel cita anche colui che è in cima alla sua personale classifica degli sportivi di tutte le discipline, dal quale cerca di prendere esempio, soprattutto per la sua forza mentale: ”Novak Djokovic è il mio idolo, lui è il tennis. Anche se da italiano, quando giocano contro, tifo Sinner. Il serbo mi piace da morire, non solo per vittorie come quella all’Olimpiade di Parigi 2024, ma soprattutto per la sua testa. Tutti hanno un buon diritto, un buon rovescio e un buon servizio, ma le partite si vincono con la testa e con la capacità di gestire le situazioni. Ed è cosi anche nel biathlon”.
Biathlon – Giacomel al Corriere dello Sport: ”Voglio la prima vittoria in Coppa del Mondo”

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