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Biathlon , Rubriche

Range Time – Piller Cottrer: “Colpito dalla solidità di Preuss e dalla cura del dettaglio dei norvegesi”

Oltre al 2024, sta giungendo al termine anche il primo blocco della stagione di biathlon. La pausa “natalizia” è ormai agli sgoccioli e gli atleti si apprestano a ritornare in pista con la quarta tappa di Coppa del Mondo a Oberhof (Germania). Quale migliore occasione per fare un piccolo punto della situazione su quanto visto in questo primo mese abbondante di competizioni! Lo facciamo nella nostra rubrica Range Time, grazie all’esperienza e alle competenze tecniche di Giuseppe Piller Cottrer

COPPA DEL MONDO FEMMINILEA proposito del segreto del successo di Preuss in questo inizio di stagione: “L’obiettivo del biathlon odierno è formare atleti completi dal punto di vista tecnico e mentale, oltre che competitivi su entrambe le componenti, ovvero la prestanza al tiro e una costanza di rendimento in pista che ti faccia essere sempre nelle posizioni che contano; Preuss è un’atleta di questo tipo. Considerando anche le tappe molto ravvicinate a cui la Coppa del Mondo ti ‘costringe’ non è sempre così scontato recuperare da certi sforzi, quindi è la solidità che fa la differenza. Proprio in questi termini, ho riflettuto su questo primo quarto di stagione nel quale abbiamo visto affermarsi scuole di biathlon storiche: soprattutto quella francese, con la tedesca e la svedese che hanno fatto però vedere ottime cose con le più giovani. Adesso, però, arriverà una tappa particolare come quella di Oberhof, dove ritroveremo sicuramente una buona Preuss ma vedo bene anche Braisaz o Elvira Oeberg, che per ora ha un po’ girato intorno ai grandi risultati, ma è spesso mancato qualcosa. Pensiamo anche a Lampic, che approfittando di un livello più omogeneo e con meno fenomeni rispetto agli altri anni, è riuscita finalmente a salire sul podio e adesso si presenta con credenziali più alte in ogni gara”. 

LA NORVEGIA E LA RICERCA DEL DETTAGLIO: “Una cosa che riesce sempre a stupirmi è la ricercatezza tecnica della Norvegia, nello spaccare il capello in quattro: prendiamo ad esempio come Martin Uldal toglie la carabina prima del tiro in piedi, ovviamente sempre rispettando le misure di sicurezza che vietano di rivolgere la carabina verso il pubblico. Tutti questi accorgimenti danno la possibilità di essere in puntamento molto presto e svolgere tutte le manovre con semplicità. Si tratta di una ricerca del dettaglio e della spasmodica velocità che è tipica di quella scuola, tant’è che ricordo anche un Ole Einar Bjoerndalen lavorare tanto su questi aspetti di messa in posizione e ripartenza dal poligono, quando ancora gli atleti lo facevano con naturalezza, ognuno con le proprie modalità sicuramente più lente di ora. Inoltre, sempre a proposito di Uldal, mi ha impressionato molto il suo finale nella sprint di Le Grand Bornand, vinta per questione di decimi su Johannes Boe. Nel falsopiano finale, ha utilizzato una marcia del fondo senza spinta dei bastoncini ma rimanendo ancora in posizione a uovo, alla ricerca della massima accelerazione, mentre Johannes Boe usava il canonico passo lungo con la spinta delle braccia. Questa differente aerodinamicità può aver fatto la differenza”. 

RIFLESSIONI IN CASA ITALIA: “Anche noi italiani abbiamo fatto vedere che globalmente ci siamo ed è importante essere lì nelle piazze d’onore, per poi riuscire al momento giusto a dimostrare interamente il nostro potenziale. Anche Tommaso Giacomel prima o poi riuscirà a trovare la sua giornata, come successo al tedesco Danilo Riethmuller nell’ultima mass start. Hanno fatto bene i tecnici a far correre alcuni dei nostri in IBU Cup, in modo da avere un confronto alla pari con i giovani, per alzare gli stimoli e la competitività globale. Al femminile abbiamo visto buone cose dalle più giovani: Hannah Auchentaller ha fatto molto bene e rimarrà sicuramente in Coppa del Mondo, poi abbiamo le sorelle Trabucchi che spingono per emergere e una Rebecca Passler che deve gradualmente recuperare dopo l’influenza. Poi abbiamo anche la vittoria di Ilaria Scattolo in Ibu Cup; insomma, mi aspetto di vedere alcuni di questi nomi a Oberhof, dove spero possa tornare Vittozzi, ma rientrare su una pista come questa non è così scontato, quindi vediamo quali saranno le decisioni”. 

Il MOVIMENTO GIOVANILE: “Per quanto riguarda il settore giovanile, devo dire che a Forni Avoltri ci sono state belle gare valevoli per la Coppa Italia. La prossima tappa in Val Ridanna sarà ancora più importante, perché prenderanno il via anche coloro che hanno partecipato in IBU Junior Cup, quindi ci saranno tutti i migliori juniores. Quella della Val Ridanna sarà una tappa di selezione per i prossimi appuntamenti internazionali: entriamo in una fase di stagione caratterizzata dagli EYOF, dagli Europei Juniores per finire con i Mondiali a febbraio, mentre la Junior Ibu Cup si prenderà un periodo di pausa più lungo a gennaio. Mi permetto di dire che, come scuola biathlon, stiamo lavorando determinati con l’obiettivo di coltivare i nuovi talenti, allargando il bacino di utenza e portando avanti più giovani possibili, affinando le loro capacità di crescita e preparandoli per gli step successivi. Questo include anche la formazione dei tecnici, per garantire un continuo sviluppo di metodo e approccio; siamo in una condizione per cui il nostro bacino deve crescere al meglio, senza forzare le tappe e rischiare di perdere atleti preziosi prima del momento della massima maturità”. 

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