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Biathlon – La determinazione di Perrot: “Non temo paragoni e aspettative altrui. Finché non superano le mie, non ho problemi”

Foto Credits: Dmytro Yevenko/Fondo Italia

Dopo l’addio del dominatore del circuito, Johannes Thingnes Bø, il biathlon maschile cerca nuovi protagonisti in grado di vincere gare, medaglie e sfere di cristallo. Tra coloro maggiormente indicati da tutti a diventare un vincente vi è Eric Perrot, che ad appena 23 anni ha chiuso al terzo posto la classifica generale di Coppa del Mondo, vinto l’oro mondiale nell’individuale di Lenzerheide e conquistato altro due vittorie in stagione, nelle mass start di Kontiolahti e Pokljuka.

«È raro che una stagione sia migliore delle mie aspettative iniziali – racconta il giovane campione francese a L’Equipe – io sogno molto, da sempre mi concedo il massimo dell’ambizione, ma in questa stagione, pur avendo immaginato tante cose, sono riuscito a sorprendermi. Mi è capitato raramente di “far coincidere” le mie ambizioni con la realtà. Volevo lottare per due grandi obiettivi: essere ai vertici in Coppa del Mondo e vincere un titolo ai Campionati del mondo. Per una volta, tutto è andato secondo miei sogni. È davvero folle. Sono sorpreso di esserci riuscito, è una sensazione davvero piacevole».

Curioso come nelle parole Eric Perrot appaia molto simile al nostro Tommaso Giacomel, come quando per esempio parla di essere entrato in un’altra dimensione. «Me ne rendo conto di più quando vengo qui a L’Équipe, sulla vostra terrazza. Questo aspetto mediatico è una novità per me. Finire in prima pagina su un giornale è una cosa unica. Non mi era mai capitato prima, è un grande cambiamento. Vedo anche rispetto e legittimità tra i miei compagni di squadra e i miei concorrenti. La situazione è cambiata. Tutte queste cose mi fanno capire che sono passato in una nuova dimensione».

Un’altra cosa su cui i due giovani sono molto simili, è il modo in cui affrontano le aspettative altrui. Come Giacomel, anche il francese Perrot non si pone alcun problema e non teme le pressioni esterne: «Non mi dispiace ricevere pressioni. Ho sempre avuto la stessa ambizione. Ho fatto tutto questo per me stesso, ho vissuto fatto tutto ciò che avevo in mente. Il modo in cui gli altri guardano le cose e le aspettative altrui sono cambiati e cambieranno, è vero, ma finché le loro aspettative non saranno più alte delle mie, non ho problemi.».

A Lenzerheide, Perrot ha realizzato il suo sogno di vincere l’oro mondiale individuale, ma è solo l’inizio per il giovane francese: «Non vedo questa medaglia d’oro come un traguardo, sento che posso arrivare molto più in alto in termini di livello. Il fatto che il titolo sia arrivato così presto mi permette di non fermarmi lì e soprattutto di non vederlo fine a se stesso. Fortunatamente è successo così in fretta, ora passo direttamente ai prossimi obiettivi. Sento di aver costruito un piccolo curriculum, anche se ho la sensazione di non aver ancora iniziato la mia carriera».

Inevitabile che un atleta con così tanto talento venga paragonato ai grandi campioni che hanno scritto la storia del biathlon francese, in particolare Martin Fourcade. «Paragonarmi a persone che hanno raggiunto traguardi straordinari, quando io non sono ancora al loro livello, è così lusinghiero – ammette – il mio sogno è raggiungere traguardi come questi. Voglio essere forte come le persone che ho visto in TV. Ma l’unica pressione che ho è quella di tornare a casa la sera senza rimpianti. Nel mio ultimo tentativo di vincere la medaglia d’oro ai Campionati del mondo, mi sono presentato sotto pressione, mi sono trovato di fronte a me stesso e non volevo deludere me stesso. Questo è ciò che mi mette pressione più delle aspettative, dei paragoni, delle cose che in realtà non mi appartengono».

Ora la testa è già alle Olimpiadi di Milano Cortina. «Già l’anno scorso, durante la preparazione, ci pensavo ogni giorno. E sarà lo stesso quando riprenderò a maggio. Ai Campionati del mondo mi proiettavo come se fossi alle Olimpiadi. So che posso esprimermi bene nelle gare di un giorno. La medaglia d’oro mondiale, quella olimpica o il grande globo della Coppa del Mondo sono tre cose che mi stanno a cuore. Ho vinto l’oro a Lenzerheide, è stato il primo passo verso il grande mondo dei grandi successi. Ma i Giochi si tengono ogni quattro anni, è davvero emozionante».

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