La preparazione fisica gioca nella vita e nel rendimento di uno sportivo un ruolo decisivo. Non va tuttavia sottovalutata la centralità del lavoro mentale, indispensabile ai fini della buona riuscita delle performance dell’atleta e, in alcuni casi, addirittura più incisiva di tutte le altre variabili. Lo sa bene Annika Malacinski, combinatista della nazionale statunitense, che della preparazione mentale fa un punto focale del suo allenamento, tanto da spingersi all’utilizzo di pratiche di ipnosi per migliorare nell’approccio alle gare a livello psicologico.
Non è un segreto che l’ipnosi (e l’autoipnosi) siano utilizzate ormai in maniera crescente all’interno del mondo dello sport, con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza nei propri mezzi, migliorare la costanza e la dedizione e quindi – di fatto – finalizzare al meglio la preparazione atletica. “La prima seduta di ipnosi che ho fatto – racconta Malacinski – mi è arrivata in modo così chiaro e veloce. Ero in una nuvola, al tramonto, tutto era rosa e io ero seduta su una scatola di vetro, fluttuando nel cielo. E’ stata una delle esperienze più folli di tutta la mia vita. Non avevo mai provato niente del genere prima d’ora, quindi se ci sono persone che vogliono provare l’ipnosi, la consiglio decisamente. Penso che sia un’ottima cosa per la testa, per la meditazione e per mantenere tutto chiaro e al suo posto”.
L’americana classe 2001, protagonista di un 15° posto nella generale di Coppa del Mondo nell’ultima stagione, scende poi nel dettaglio e racconta lo svolgimento di una sessione di ipnosi: “È una cosa più folle e fuori dagli schemi che faccio una volta alla settimana, con una donna straordinaria di nome Mary, che viene dalla Florida. In pratica mi fa entrare in uno stato di trance e andiamo in un luogo in cui mi sento a mio agio e sicura di me. Sto cercando di mantenere questa mentalità anche quando sono in cima ai trampolini. È molto più facile a dirsi che a farsi, ma è sicuramente un lavoro in corso e non vedo l’ora di continuare a far crescere questo lato mentale di me stessa, perché so che con esso posso ottenere molto di più”.
L’obiettivo resta per Malacinski quello di migliorare i propri risultati attraverso il lavoro sull’aspetto mentale: “Sono molto nervosa e ansiosa, soprattutto sui trampolini. Mi blocca e mi fa quasi andare in blackout, quindi continuerò a lavorare sul lato mentale e il fisico verrà di conseguenza“. Nel farlo, intanto, la statunitense si è dallo scorso agosto trasferita a Trondheim, dove si allena al fianco della nazionale norvegese e del fratello minore Niklas Malacinski, anche lui combinatista di buon livello. “È davvero incredibile avere con sé la famiglia, ci tiriamo sempre su l’un l’altro, spingendo oltre i nostri limiti e incoraggiandoci a vicenda”.
Ma il legame di Malacinski è ottimo anche con la squadra della Norvegia, con la quale gli Stati Uniti notoriamente collaborano sia per il settore della combinata che per quello del salto con gli sci. In particolare, la statunitense condivide un bel rapporto di amicizia con la due volte vincitrice della Coppa del Mondo Gyda Westvold Hansen, aspetto che le ha permesso di ambientarsi al meglio nella sua nuova casa a Trondheim: “Gyda è una persona davvero speciale, ho la fortuna di essere la sua compagna di squadra e la sua migliore amica. Thomas Kjelbotn (tecnico della squadra donne norvegese, ndr) ha puntato su di me al 110% quest’anno e gliene sarò sempre grata. Questa città ha molta energia e la gente è ancora più fantastica”.
Guardando avanti, all’alba di una stagione olimpica in cui le donne non saranno al via delle gare a cinque cerchi, il traguardo più prezioso per Annika Malacinski rimane quello di riuscire a portare un giorno anche il comparto femminile della combinata nordica alle Olimpiadi: “Continuiamo a spingere. Il mio più grande obiettivo nella vita è far partecipare la combinata nordica femminile alle Olimpiadi e dimostrare al CIO che stanno prendendo una decisione davvero orribile e sbagliata, non permettendomi di gareggiare con mio fratello”.